dati analitici | Il manufatto è formato da due lastre perfettamente combacianti. La scultura ad altorilievo rappresenta il Cristo in gloria entro una cornice quadriloba, circondato dai simboli degli evangelisti, fra otto figure inserite in nicchie ad arco a tutto sesto, semplice nel registro superiore, trilobato in quello inferiore. Fra le figure, di cui sei sono sicuramente apostoli, è riconoscibile soltanto San Pietro. Di difficile identificazione la seconda figura in alto a sinistra, in abbigliamento moderno, e l'ultima figura in basso a destra, in abito sacerdotale. Tutto intorno corre una cornice decorata a rosette sui lati, a tralcio ondulato con colombe e grappoli d'uva nella parte superiore, mentre la parte inferiore risulta mancante.Soggetti sacri. Personaggi: Cristo. Attributi: (Cristo) libro. Simboli: angelo; aquila; toro; leone. Figure: santi. Abbigliamento. |
notizie storico-critiche | "Nella parte superiore del paliotto si avverte una ricerca di effetti di rilievo e una certa eleganza nel disegno e nella composizione. La parte inferiore... è di qualità mediocre. La tecnica è più scadente e incerta sia nei contorni delle vesti, sia nella forma dei visi più allungati, mentre quelli della zona superiore sono più eleganti e tondeggianti... E' probabile che la scultura non sia stata terminata, come appare dal manto di S. Matteo meno levigato. Da notare, inoltre, che le nicchie nelle quali sono inserite le figure sono ad arco a tutto sesto, semplice nella parte superiore, trilobato in quella inferiore..." (GABRIELLI N., Arte e cultura ad Asti attraverso i secoli, Torino 1977, pp. 52-54). La provenienza dell'opera è ignota; l'unica notizia certa è quella data da Gabiani, secondo cui "era stata murata, da assai tempo, in una delle parti interne del perimetro del Battistero" e che nel 1931, in occasione dei restauri del complesso del "Vecchio S. Pietro", venne eretto un altare e si pensò "di decorarlo con l'apposizione nella sua fronte anteriore dell'antica lastra marmorea". Non pare invece sufficientemente suffragata l'ipotesi, avanzata da Gabiani stesso, che si tratti della fronte o del pluteo antico "fungente già da parapetto all'altare originario della precedente chiesa del Santo Sepolcro" (GABIANI N., Edifizi medioevali del "Vecchio S. Pietro" in Asti, Asti 1932, pp. 129 e seg.; GABIANI N. (a cura di), Catalogo del Museo Archeologico di Asti, Asti 1933, p. 170, n. 241). Non solo, ma si può persino avanzare qualche dubbio sul fatto che essa si trovasse "da assai tempo" murata nel perimetro interno del Battistero, dal momento che Incisa, nel volume della sua cronaca dedicata ai monumenti astigiani, non ne fa menzione, sebbene riproduca con precisione l'interno del Tempio di San Pietro e il suo contenuto (INCISA S., Asti nelle sue chiese e iscrizioni, Asti 1974, pp. 6 e seg.). Così pure è assai dubbia la collocazione originaria; è impossibile sapre se si trattasse di paliotto d'altare, parapetto di un pulpito o addirittura frammento dell'architrave multiplo del portale occidentale di una chiesa gotica, come il soggetto farebbe pensare. Così come appare ora la scena rappresentata sembra abbondantemente mutila (BIANCO A., Asti medioevale, Asti s.d., p. 242; TOESCA P., Il Medioevo, Torino 1965, v. II, p. 808, n. 29; GABRIELLI N., Arte e cultura ad Asti attraverso i secoli, Torino 1977, pp. 52-54; BEVILACQUA LAZISE, Asti medioevale, Firenze s.d., p. 29; VIALE V., Gotico e Rinascimento in Piemonte, catalogo della mostra, Torino 1939). |