notizie storico-critiche | Lo stato di conservazione frammentario di questa immagine ha determinato una carenza di studi che la riguardano. Oltre che nell'allegato della S.P.S.A.E., la scena della deposizione di Cristo nel sepolcro viene distinta dall'episodio successivo delle Pie donne al Sepolcro da Giganti (Giganti, 2000, p. 50). A riguardo, dell'iconografia di questa scena è interessante notare quanto asserito da Sandberg Vavalà, che nota come in Oriente la tomba di Cristo sia una grotta, mentre nell'arte tedesca del sec. XII divenne un sarcofago, fatto che si riscontra negli esempi bizantini del sec. XV (Sandberg Vavalà, 1980, p. 299). Nell'arte d'Oltralpe, la scena è organizzata in due momenti: la deposizione e l'imbalsamazione, momento che non ha successo in Italia (Sandberg Vavalà, 1980, p. 300). Più che la deposizione di Cristo nella tomba, già nel sec. XII, in Oriente è rappresentato (come ad Oppido Lucano) il momento in cui la scena è terminata, cioè, viene rappresentato Cristo sul sarcofago (Sandberg Vavalà, 1980, p. 302); da questa scena, poi, con l'aumento dei personaggi ed una maggiore drammatizzazione deriverebbe la rappresentazione del tema della Pietà (Sandberg Vavalà, 1980, p. 302). Infine, va rilevata un'ultima caratteristica delle rappresentazioni della scena della deposizione di Cristo e, cioè, la disposizione di eventuali altri personaggi: in Italia questi si dispongono dietro il sarcofago, mentre i bizantini li collocano ai piedi e alla testa di Cristo (Sandberg Vavalà, 1980, p. 303). Un'ultima osservazione: la rappresentazione di Cristo su di una pietra o su di un altare, presente nel repertorio iconografico bizantino, trova riscontro nella letteratura mistica dei secc. XIII-XIV, come le Meditationes di Giovanni di Cauli e le Revelationes di S. Brigida di Svezia (Hall, 2003, p. 328). |