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bene culturale | dipinto, complesso decorativo |
soggetto | Crocifissione |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 10 00075812 |
localizzazione | Italia, Umbria, PG, Città di CastelloNR (recupero pregresso) |
contenitore | chiesa, Chiesa di S. Domenico, NR (recupero pregresso), parete destra della navata, terzo gruppo, terzo strato di affresco |
datazione | sec. XV ; 1426 - 1438 [analisi storica] |
autore | Alberti Antonio detto Antonio da Ferrara (1390-1400/ 1442-1449), |
materia tecnica | intonaco/ pittura a fresco |
misure | alt. 3.50, largh. 3.65, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Ministero dell'Interno, Fondo Edifici di Culto (F.E.C.) |
dati analitici | NR (recupero pregresso)Personaggi: Gesù Cristo; uomini; donne; ladroni; paggio; Madonna; Maddalen a; S. Lorenzo; S. Giovanni. Paesaggi: rocce; alberi. Animali: cavallo. |
notizie storico-critiche | Durante la rimozione degli altari nel maggio del 1917, vennero alla luce l e antiche pitture che decoravano l'edificio. Gli affreschi realizzati sull a parete destra, di fronte all'ingresso laterale della Chiesa, appartengon o a tre diversi strati e vennero restaurati dal prof. Bruschetti nello ste sso anno. L'ultimo strato in ordine di tempo e quindi il più recente raffi gura una grande Crocifissione che il Salmi (1920), sottolineando la ricche zza naturalistica, giudicò eseguita "...pien(a) di interesse e ricc(a) di tentativi originali..." attribuendo l'opera ad un locale artista umbro in prossimità della metà del XV secolo, non lotano dall'opera del Nelli o di Mariano di Antonio. Fu, per primo, nel 1927, Van Marle ad attribuire il l avoro alla mano di Antonio Alberti da Ferrara (1390/1400 - prima del 1449) , artista che egli indicò tra gli aderenti alla scuola marchigiana, seguac e di Gentile, e ben poco legato alla sua origine ferrarese. L'indicazione del Salmi venne seguita da altri studiosi locali come la Chiasserini che n el 1951 attribuì l'affresco a scuola nelliana mentre il Rosini (1961) ha r iproposto la formula più generica di scuola umbra. A seguire l'indicazione data dal Van Marle furono invece la studiosa Padovani che nel 1975, rival utando la figura di questo artista, sottolineò il contatto con le opere es egute dallo stesso autore, specie con la "grazia vivace e dinamica" della decorazione di San Francesco a Montone, evidenziando inoltre il salimbenis mo dell'intera composizione che si ritrova anche nella Crocifissione nell' Oratorio di San Giovanni ad Urbino (1416). In tempi più recenti anche Brun o Toscano (1986) ha confermato questa assegnazione. Come sottolineato nell 'interessante lavoro della Savini (1989-90), con il contributo della Padov ani, l'Alberti ha definitivamente conquistato un posto tra i protagonisti della stagione tardogotica, tanto da essere a buon diritto definito un art ista di corte, in quanto svolse la sua attività in numerosi centri, grandi o piccoli, dell'Emilia, della Romagna, dell'Umbria e delle Marche. Nell' affresco ritroviamo uno studiato equilibrio nella disposizione dei due cav alli al centro, diametralmente opposti, e di quelli ai lati le cui teste s immetriche emergono dalla folla ed inquadrano la scena centrale; attenzion e verso la riproduzione del dato naturale che deriva da formule decisament e settentrionali e uno spiccato narrativismo con la pronunciata espressivi tà dei volti dei protagonisti che denunciano ognuno in modo diverso sentim enti contrastanti di dolore, di tristezza, di perfida malvagità. La Crocif issione fu certamente realizzata dall'Alberti a breve distanza di tempo da ll'esecuzione del S. Antonio Abate e sue storie sulla parete sinistra di q uesta chiesa (1426) e prima del suo ritorno a Ferrara del 1438, avvalendos i però della collaborazione di un aiuto specie per l'esecuzione della Tran sitio Virginis sulla parete destra di questa stessa chiesa. In basso a sin istra, appartenente al primo strato della decorazione, compare un framment o (108.5x195) con un panneggio di abito femminile decorato con motivi geom etrici ed un drago rappresentato in primo piano, rappresentante 'la vision e della Donna e del Dragone' descritta in un passo dell' Apocalisse ed att ribuibile ad ignoto locale dell'inizio del XV secolo. Vicino alla veste in scrittura gotica compaiono le parole: MARIA DEL (...) E DEUM FERRE. Nella cornice sottostante invece corre un'iscrizione anch'essa lacunosa in cui si legge: HOC OP (US) FECIT (...) GOS (...) US (...) SPE(...) A. D. MCCCCP .D. L'anno probabilmente corrisponde al 1401, infatti la lettera P non ha alcun significato nel contesto della data ed è certamente la conseguenza d i una modifica successiva. La scritta, come sottolineto dalla Savini (1989 -90) precisava anche il nome del committente o dell'autore dell'affresco, forse Gostantius. Grossa porzione di affresco lunettato nella parte superi ore con cornice cosmatesca che si sovrappone agli altri strati riscoperti. |
bibliografia | La cieca Metola, VI, 3 e 4( 1917)pag. 20; Salmi M.( 1919)pp. 173-176; E.Giovagnoli( 1921)pag. 73; A.Fanfani( 1927)pag. 119; V.Chiasserini( 1951)pp. 52-53; Rosini C.( 1961)pag. 28; Padovani S.( 1975)pag. 38; Toscano B.( 1987)pag. 356; Savini S.( 1989)pp. 1 |
definizione | dipinto |
regione | Umbria |
provincia | Perugia |
comune | Città di Castello |
indirizzo | NR (recupero pregresso) |
ente schedatore | S38 |
ente competente | S38 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Migliarini M.; Funzionario responsabile: Rossi G.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Buzzi L. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Buzzi L. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); |
anno creazione | 1999 |
anno modifica | 2006 |
latitudine | 43.444333 |
longitudine | 12.248651 |