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Opera d'arte crocifissione di San Pietro (parete destra), San Paolo resuscita Eutico (parete frontale) di Danedi Giovanni Stefano detto Montalto (1608/ 1690), Villa Francesco (/ 1572), a Certosa di Pavia

L'opera d'arte crocifissione di San Pietro (parete destra), San Paolo resuscita Eutico (parete frontale) di Danedi Giovanni Stefano detto Montalto (1608/ 1690), Villa Francesco (/ 1572), - codice 03 00702331 - 0 di Danedi Giovanni Stefano detto Montalto (1608/ 1690), Villa Francesco (/ 1572), si trova nel comune di Certosa di Pavia nella provincia di Pavia sita in chiesa, Chiesa della Certosa delle Grazie, Certosa di Pavia, viale Monumento, 4, sesta cappella a destra
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto murale, complesso decorativo
soggettocrocifissione di San Pietro (parete destra), San Paolo resuscita Eutico (parete frontale)
tipo schedaOA_3.00
codice univoco03 00702331 - 0
localizzazioneITALIA, Lombardia, PV, Certosa di Paviaviale Monumento, 4
contenitorechiesa, Chiesa della Certosa delle Grazie, Certosa di Pavia, viale Monumento, 4, sesta cappella a destra
datazionesec. XVII ; 1668 - 1668 [bibliografia]
autoreDanedi Giovanni Stefano detto Montalto (1608/ 1690), Villa Francesco (/ 1572),
materia tecnicaintonaco/ pittura a fresco
misurecm, alt. 640, largh. 507, cm, alt. 640, largh. 511,
condizione giuridicaproprietà Stato, Demanio
dati analiticiNR (recupero pregresso)Personaggi: San Pietro.; Personaggi: San Paolo; Eutico.
notizie storico-criticheGli affreschi della sesta cappella di destra sono stati realizzati dal trevigliese Giovanni Stefano Montalto probabilmente in collaborazione con i figli Andrea, Carlo Antonio e Giovanni. La scena della Crocifissione è resa con un forte sfondato prospettico (si veda l'inclinazione della croce di San Pietro) e sembra trarre ispirazione da molteplici spunti, forniti dal Morazzone, da Pietro da Cortona, ma anche da Luigi Scaramuccia (in particolare dalla sua Crocifissione di San Pietro in San Marco a Milano del 1659, probabilmente il riferimento più vicino all'affresco certosino). ||La collocazione cronologica è resa problematica dall'indicazione del manoscritto dell'Ambrosiana, che riferisce una datazione molto tarda fissandola al 1688. La critica ha generalmente accettato tale notizia, anche se ha avvertito le difficoltà di una collocazione così avanzata rispetto all'esecuzione delle quadrature, attribuite a Francesco Villa, morto nel 1672. E. Bianchi (2006) proponeva allora una datazione entro la metà degli anni settanta del Seicento, che comporterebbe un minore scarto cronologico con la seconda impresa del Montalto alla Certosa, gli affreschi della settima cappella di destra con il ciclo dell'Annunciata (1671). A sostegno di questa supposizione vi sarebbero la sostanziale analogia tra i due cicli e il confronto con gli affreschi della XVII cappella del Sacro Monte di Varallo, eseguiti dal Montalto entro gli anni settanta. Secondo A. Spiriti (2008), vi sarebbe stato un errore nella trasmissione testuale della fonte e la data andrebbe letta come 1668, e non come 1688.||Sulla parete destra è rappresentata la Crocifissione di San Pietro. Il corpo del Santo è delineato con sapienza anatomica e capacità prospettica. Motivi ricorrenti nella pittura del Montalto sono la giovane madre con il bambino stretto al seno (sulla sinistra) e il soldato a cavallo (sulla destra), quest'ultimo di ispirazione ceranesca. L'addolcimento delle fisionomie e della gestualità delle figure sembra ispirato dal contatto con la seconda Accademia Ambrosiana e in particolare con Antonio Busca, attivo nella cappella precedente (quinta a destra).||Il riquadro della parete frontale illustra l'episodio del miracolo di San Paolo che resuscita Eutico. Negli Atti degli Apostoli (At 20, 7- 10), si narra che il ragazzo si era addormentato sul cornicione di una finestra, cadendo dal terzo piano dell'edificio. Trovatolo morto, San Paolo gli toccò un braccio e gli ridiede la vita. Il gusto narrativo della scena ricorda quello degli affreschi di Trecate.||Ai lati dei riquadri principali e dell'altare, sono raffigurati sei angeli entro finte cornici ottagonali dorate, appese a nastri come se fossero piccoli quadri. Gli angeli reggono i simboli di San Pietro e di San Paolo: a parte la controfacciata, dove si incontra il simbolo della virtù della prudenza (a cui allude la staffa), sulla parete destra si trovano la tiara, la chiave e la croce patriarcale a tre bracci a fiancheggiare il martirio di San Pietro, sulla parete frontale il libro e la spada di San Paolo e su quella sinistra la palma e la corona, ai lati dell'altare. Sulla parete destra è anche raffigurato in basso a sinistra un angelo con piviale, che secondo A. Spiriti si può interpretare come il manto papale di San Pietro oppure, in relazione al Vangelo di Giovanni, come accenno alla profezia che Cristo fece della morte di San Pietro.||Le scene sono inquadrate nella cornice architettonica attribuita per via documentaria al quadraturista Francesco Villa. Recentemente (A. Spiriti, 2008), è stato notato il ghisolfismo di alcuni elementi, come gli angeli inseriti all'interno dei quadri appesi ai lati dei riquadri principali, ispirati a analoghe raffigurazioni nel palazzo Arese Borromeo di Cesano e in quello Visconti di Brignano Gera d'Adda.
definizionedipinto murale
regioneLombardia
provinciaPavia
comuneCertosa di Pavia
indirizzoviale Monumento, 4
altri codicisito
ente schedatoreS27
ente competenteS27
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Curti, Elisa; Funzionario responsabile: Lodi, Letizia
anno creazione2011
latitudine45.256213
longitudine9.146125

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