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Opera d'arte deposizione di Cristo dalla croce di Cavedone Giacomo (1577/ 1660), a Caravaggio

L'opera d'arte deposizione di Cristo dalla croce di Cavedone Giacomo (1577/ 1660), - codice 03 00208236 di Cavedone Giacomo (1577/ 1660), si trova nel comune di Caravaggio nella provincia di Bergamo sita in santuario, Santuario della Beata Vergine, v. le Papa Giovanni XXIII, Penultima cappella, sull'altare
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto, opera isolata
soggettodeposizione di Cristo dalla croce
tipo schedaOA_3.00
codice univoco03 00208236
localizzazioneItalia, Lombardia, BG, Caravaggiov. le Papa Giovanni XXIII
contenitoresantuario, Santuario della Beata Vergine, v. le Papa Giovanni XXIII, Penultima cappella, sull'altare
datazionesec. XVII ; 1630 (ca.) - 1630 (ca.) [bibliografia]
autoreCavedone Giacomo (1577/ 1660),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurealt. 310, largh. 160,
condizione giuridicaproprietà Stato, Pinacoteca di Brera
dati analiticiNR (recupero pregresso)Personaggi: Madonna; Cristo; Santa Maria Maddalena; Nicodemo; San Giuseppe d'Arimatea; san Giovanni Evangelista. Figure femminili: pie donne. Oggetti: croce; lenzuolo.
notizie storico-criticheIl dipinto è assegnato al Cavedoni dal VILLA (1794, C. 412) e descritto tra quelli conservati nella Chiesa Conventuale di Santo Stefano di Imola. Nel 1819 il MAIRONE DA PONTE (pag.227) lo ricorda tra i dipinti del Santuario. In epoca più recente la tela è stata studiata dal ROLl (1956,pp. 46 e 50) che vi h riscontrato una discendenza dalle opere di Annibale Carracci (il cui quadro a Dulwich (n. 265) dello stesso soggetto presenta un identico schema compositivo. Per lo studioso la Deposizione costituirebbe l'ultima produzione di impegno dell'artista prima del 1630 quando, ad un periodo di straordinaria creatività, durante il quale ad esperienze neotizianesche si sommarono suggestioni caravaggesche (a Venezia prima del 1603 e a Roma nel 1610, quando lavorò con Guido Reni alla cappella Paolina al Quirinale), seguì una fase di allentamento della tensione creativa. Una ben maggiore importanza dà al dipinto A. OTTINO DELLA CHIESA (1969, pagg. 30-31) che nelle "equilibrate partiture lurninistiche e del colore", nello "stupendo" ritratto del discepolo col turbante e di Nicodemo e nelle figure del gruppo accanto al Cristo ritrova il "fare grande" e la maturità dei mezzi espressivi dell'artista. Il dipinto è descritto dal PINETTI (1931, pag 196) nel suo inventario.Le attuali dimensioni della tela non sono quelle originali, infatti fu necessario ridurla per adattarla all'ancona del altare. Ne fu incaricato Giuseppe Diotti che procedette anche ad alcune operazioni di restauro di cui informa gli Amministratori del Santuario in una lettera del 25 settembre 1814 (Arch. della Cancelleria del Santuario). Diotti spiega di aver ridipinto il braccio della Vergine, "dovendo essere ridotto di proporzioni il quadro", di averlo ripulito togliendo il fasciame che lo danneggiava, di aver ristretto la mano della Maddalena, alquanto "scorretta" originariamente, e di aver rimesso il colore in tutti quei luoghi in cui era caduto.
bibliografiaMaironi da Ponte G.( 1819-1820)V. I p. 227; Villa L.( 1925)p. 412; Pinetti A.( 1931)p. 196; Roli R.( 1956)pp. 46-50; Ottino Dalla Chiesa A.( 1969)pp. 30-31
definizionedipinto
regioneLombardia
provinciaBergamo
comuneCaravaggio
indirizzov. le Papa Giovanni XXIII
ente schedatoreS27
ente competenteS27
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Belloni A.; Funzionario responsabile: Tardito Amerio R.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ De Palma I. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ De Palma I. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1977
anno modifica2006
latitudine45.492383
longitudine9.653516

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