dati analitici | Nicchia centinata incorniciata nell'estradosso da fascia policroma e defin ita nella profondità da chiaroscuro illusionistico all'interno, finta stat ua a monocromo raffigurante Diana come figura astante, vestita di corta tu nica con sopraveste drappeggiata e cinta alla vita, e calzari all'antica; ha il volto girato di tre quarti verso la sua destra, e i capelli raccolti alla nuca con ciocche arricciolare sopra alla fronte; nella sn sollevata e tesa reca impugnatura cilindrica di arco, mentre con la ds trae una frec cia dalla faretra che reca dietro alle spalle in basso, nella nicchia, bas amento con iscrizione didascalica zoccolo decorato da motivo di festone fi orito policromo, sospeso tra due borchie dorate, ed incluso entro specchia tura a fondo rosa.NR (recupero pregresso) |
notizie storico-critiche | Diana nell'iconografia tradizionale, simbolo della castità e del dominio d i sé. I dipinti ornano le pareti interne del piccolo edificio a pianta poligonal e annesso alla Villa sul suo lato O-SO, utilizzato nel corso del Settecent o come sala di lettura e biblioteca. Delle 8 pareti che compongono il vano interno, la metà sono occupate da fi nestre e dalla porta d'ingresso; le altre 4, alternate alle prime, dalla s erie di finte statue raffiguranti Ercole, Diana, Minerva e Meleagro, perso naggi mitologici che qui simboleggiano le virtù complementari della forza morale, della castità, della sapienza e dell'audacia. La cupola ribassata è invece decorata dal gruppo di Cupido in volo insieme a 2 putti dispensat ori di fiori, che allude alle gioie che solo l'amore riserva; su unghie e pennacchi della cupola, completano la decorazione grottesche e candelabre. Se non vi è alcuna testimonianza circa l'epoca della sua edificazione, è invece documentato che gli Oddi la utilizzarono come sala da studio e bibl ioteca, e così è ricordata anche dall'Ansidei, nel suo poema celebrativo d edicato alla Villa del Colle nel 1835 (cfr.Maovaz-Ranfa- Romano, 1998, p.8 ss.). In base a tale destinazione, l'ambiente venne decorato secondo il gu sto neoclassico, ad opera, probabilmente, di Marcello Leopardi (1750 ca-17 96), pittore marchigiano ma di formazione romana, attivo a Perugia a parti re dagli anni '80 del XVIII secolo e impegnato in importanti commissioni n el duomo, in varie chiese ed oratori ed in palazzi nobiliari ( v. Cristofe ri F., 1978, pp.175-186); oltre che a Foligno, dove gli affreschi di palaz zo Lezi-Marchetti sono considerati il suo capolavoro (cfr.Pittura Italia S ettecento, 1989, p.339). Il leopardi fu un decoratore già decisamente neoc lassico, e determinanti furono per la sua aggirnata preparazione i contatt i e le continue frequentazioni con l'ambiente romano: prima l'alunnato pre sso Tommaso Conca, poi l'esperienza dell'Accademia dei Pensieri con Felice Giani, esperienza orientata verso un neoclassicismo autoctono sensibile a gli stimoli della grande pittura italiana del XVI e XVII secolo. Nel Leopa rdi questa esperienza approderà ad un classicismo neo-carraccesco aggiorna to sugli insegnamenti del Mengs e sulle scoperte archeologiche di Ercolano , in grado di offrire soluzioni decorative originali in linea con il gusto e con le produzioni più alla moda della capitale. Riguardo alle vicende storiche che interessano la Villa, i suoi giardini e le dipendenze, ricordiamo che è nel corso del XVIII secolo che il parco, originariamente limitato al parterre all'italiana sul lato N-NE della Vill a, subisce notevoli trasformazioni in base ad un articolato progetto aggio rnato al nuovo stile francese che amplificava, sulla scala del grandioso e del monumentale, l'impianto formale ripreso dal giardino all'italiana. Ri guardo a tale progetto ci sono pervenuti 12 disegni - acquisiti dalla Sopr intendenza B.a.a.a.s. dell'Umbria e recentemente pubblicati nel testo di M aovaz, Ranfa e Romano (Maovaz M., Ranfa A., Romano B., Studio preliminare sul restauro del Giardino storico e del parco di "Villa del Colle del Card inale", 1998, pp.11 ss.) - a firma "Capitano Adriani" e "Giuseppe Alemanni ". Evidentemente ispirati, con puntuali corrispondenze, al trattato settec entesco "La theorie et la pratique du Jardinage" di Antoine Joseph Dezalli er D'Argenville, essi forniscono indicazioni utili a ricostruire i princip ali interventi effettuati tra il 1729 - anno cui risale la già menzionata mappa catastale Chiesa dove tali interventi non risultano ancora realizzat i, mentre ben evidenziato è il parterre cinquecentesco a NE - ed il 1795 c ui datano alcuni dei progetti menzionati. Si tratta in particolare della r ealizzazione del giardino pensile con ninfeo sul lato S-SO della Villa, de l Giardino d'Inverno su quello S-SE ad una quota superiore e dell'allestim ento della maestosa emiciclica "Piazza grande" inserita, con fine scenogra fico e prospettico, altermine del viale d'accesso, oltre al rinnovamento d elle zone già esistenti secondo il nuovo gusto. Dunque, a partire da quest a fase, si procede ad una ridefinizione dell'area circostante la Villa e c ompresa entro il quadrilatero indivuaduato ai vertici dai 4 annessi princi pali ed originari, pianificata secondo schemi articolati a diversi livelli del parco e progettati per rispondere alle varie esigenze, a partire da q uella estetica di fornire prospettive allettanti e scenografiche dell'edif icio e del giardino, a quella funzionale di rendere fruibile il parco nell e diverse stagioni e di fornire apparati specifici per le varie attività l udiche e ricreative. Con il secolo successivo, sull'onda delle nuove istanze romantiche si diff onde gradualmente anche in Italia la nuova moda del giardino...Continua in OSS. |