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bene culturale | dipinto |
soggetto | donna in barca |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 11 00206154 |
localizzazione | Italia, Marche, PU, Pesarovia Gioacchino Rossini, 37 |
contenitore | palazzo, Palazzo Mazzolari Mosca, via Gioacchino Rossini, 37, Musei Civici, depositi |
datazione | sec. XIX ; 1878 (ca.) - 1890 (ca.) [analisi stilistica] |
autore | Dalbono Eduardo (1841/ 1915), |
materia tecnica | cartone/ pittura a olio |
misure | alt. 33.5, largh. 25, |
condizione giuridica | proprietà Ente pubblico territoriale, Comune di Pesaro |
dati analitici | NR (recupero pregresso)Figure: figura femminile. Abbigliamento: tradizionale. Mezzi di trasporto: barca. Oggetti: giara; cesti. |
notizie storico-critiche | Come si evince dalla scheda dei Musei Civici a cura di Cinelli e Vossilla, il quadretto, inedito, potrebbe essere un bozzetto preparatorio per "Il ritorno dalla pesca", opera firmata e datata 1878, in collezione privata, così come una variante autografa del medesimo dipinto annoverabile tra le "deliziose tavolette" che costituivano la pinacoteca personale del pittore. Proprio attraverso soggetti simili , dal carattere spiccatamente commerciale, Dalbono sarebbe entrato in contatto dal 1877 con il mercante Adolphe Goupil e solo scuccessivamente, con la mediazione di Boldini, con l'ambiente artistico parigino. In ogni caso il dipinto è da ascrivere al periodo successivo al 1871, quando Dalbono diede inizio a quella vasta produzione di opere decorative, realizzate sulla base dei suoi criteri, il "dipingere poetizzato", che caratterizzò proprio e soprattutto le opere destinate alla Francia. Dagli anni Ottanta Venezia e il Veneto compaiono tra i suoi soggetti preferiti. Dalbono aveva appreso il disegno dall'incisore romano Augusto Marchetti (1818-1871); allievo di Giuseppe Mancinelli, seguì inizialmente soprattutto la lezione di Morelli. Fin dai suoi anni giovanili si mosse sul doppio registro delle tematiche storiche e della pittura di genere folklorico o di paesaggio derivato dalla Scuola di Posillipo. Nel primo caso, esemplificato dalla "Scomunica di Manfredi", il pittore si collocava entro la tradizione di Altamura, Celentano e Morelli, in quanto si basava sull'utilizzo di modelli e sulla adesione filologica di ambienti e costumi. Nel secondo caso dava più spazio allo studio delle luci dal vero e alla pittura di macchia, secondo una lezione che gli veniva dalla Scuola di Resina che aveva frequentato negli anni Sessanta. L'acquerello era una tecnica verso cui Dalbono nutriva grande interesse, attraverso la meditazione e l'approfondimento sulla produzione di Gigante, soprattutto dopo il suo incontro con Fortuny e la sua pittura a piccoli tocchi. Non è stata rinvenuta la traccia di firma che Galluppi dichiara nella nota sul verso del cartoncino. |
bibliografia | Picone M.( 1990)v. II, pp. 782-783; Mimita Lamberti M.( 1998)pp. 60-65; Schettini A.( 1999)p. 78; Berardi G.( 2002)pp. 112-113 |
definizione | dipinto |
regione | Marche |
provincia | Pesaro Urbino |
comune | Pesaro |
indirizzo | via Gioacchino Rossini, 37 |
ente schedatore | R11 |
ente competente | S70 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Franchini C.; Funzionario responsabile: Costanzi C.; Trascrizione per informatizzazione: Franchini C. (2003); Aggiornamento-revisione: Eusebi C. (2003), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Piccoli T. (2006), Refere |
anno creazione | 2003 |
anno modifica | 2003; 2006 |
latitudine | 43.910847 |
longitudine | 12.913901 |