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bene culturale | dipinto |
soggetto | episodi del Nuovo Testamento |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 09 00293025 |
localizzazione | Italia, Toscana, FI, FirenzeNR (recupero pregresso) |
contenitore | palazzo, comunale, Palazzo Vecchio o della Signoria, NR (recupero pregresso), Museo di Palazzo Vecchio, collezione Loeser, mezzanino |
datazione | sec. XVI ; 1520 (ca.) - 1530 (ca.) [analisi stilistica] |
autore | Bachiacca (1494/ 1557), |
materia tecnica | tela/ pittura a olio |
misure | alt. 93, largh. 110, |
condizione giuridica | proprietà Ente pubblico territoriale, Comune di Firenze |
dati analitici | NR (recupero pregresso)Soggetti sacri. Personaggi: Bambino Gesu'; Madonna; San Giuseppe; Re Magi; San Giovanni Battista; San Pietro; Cristo; Apostoli; Pilato; ladroni; Santa Maria Maddalena; San Giovanni evangelista; Erode; Adamo; Eva. Abbigliamento: all'antica. Abbigliamento: armature; cappelli. Figure: soldati; astanti; passanti; putti; angelo. Animali fantastici. Allegorie-simboli: calice. Vegetali: erba; alberi; tronchi. Architetture: rovine di edificio a pianta circolare; edifici; castello fortificato. Oggetti: tappeto; drappi; vessilli; lance; armi; scudi; canna da pesca; sarcofago; barca;tavolo; sella; tromba. |
notizie storico-critiche | Il dipinto, pervenuto in collezione Loeser in tempi e circostanze sconosciute, fu pubblicato dal Lensi nel 1934 nel catalogo della collezione come Piero di Cosimo. Nello stesso anno il conte Gamba si interessó all'opera e,confrontando l'attribuzione sostenuta anche dallo stesso collezionista, propose di riferire il dipinto per via stilistica a Gaspare Sacchi, pittore imolese autore di una tavola datata 1521 oggi conservata a Brera e raffigurante l'Adorazione dei Magi. Gamba, notando il tocco "torbido [e] monotono con qualche tendenza al cangiantismo" ed un grande "ibridismo d'impressioni e di tendenze" dubita della provenienza toscana del dipinto ed avanza l'ipotesi che si possa trattare di un'opera concepita da un artista romagnolo educato in Toscana. Esposto alla recente mostra di Filadelfia (1982), il dipinto e' stato di nuovo riferito ad ambiente toscano dalla curatrice della scheda di catalogo, Laura Lucchesi, che ha pero' mantenuto una generica attribuzione a scuola toscana della prima meta' del XVI secolo. Il soggetto rappresentato, con "Storie della vita e della passione di Cristo", e' ambientato in un vasto paesaggio collinare convergente verso un monumentale edificio in rovina, quasi la sezione di un grandioso tempio a pianta centrale, che si erge al centro del quadro come si trattasse di una scenografia nei cui singoli luoghi deputati si svolgono le varie azioni del dramma. L'effetto generale e' infatti quello di una rappresentazione teatrale: il ruolo predominante e' pero' sostenuto dal paesaggio che, punteggiato di esili alberelli con la chioma piumata e di dimensioni esagerate rispetto al panorama circostante, dichiara una diretta ereditá peruginesca. La diffusione in Italia, ed in particolare a Firenze, delle stampe nordiche di Luca di Leida e Dürer sembra aver contribuito direttamente alla composizione di un cosí ricco campionario di scene raffiguranti gli episodi della Passione di Cristo; anche la vegetazione, proposta in modo tutt'altro che naturalistico ma piuttosto irreale per le proporzioni e l'impianto prospettico particolare che contribuisce a creare un'atmosfera di effetto quasi fiabesco, trova un diretto confronto nella pittura nordica. La tradizionale attribuzione a Piero di Cosimo rifiutata dalla critica piú recente (cfr. Bacci, 1966), sembra piuttosto un punto di partenza nell'analisi stilistica del quadro. Il nostro pittore infatti e' senz'altro da ricercare fra i "nomi senza quadri" di quelle eccentriche personalitá di cui parla lo Zeri (1962). Resta infatti ancora da sciogliere il nodo del seguito immediato di Piero di Cosimo. Ed il nostro pittore affonda le proprie radici non lontano dal Bachiacca, allievo del Perugino e probabilmente vicino, almeno per qualche tempo, allo stesso Piero. Confronti piuttosto stringenti possono essere proposti con l'autore di un taccuino di disegni iniziato nel 1527 e conservato agli Uffizi (Gabinetto Disegni e Stampe), tradizionalmente riferito ad Andrea del Sarto, poi attribuito al Bachiacca (Marcucci, 1958) ed infine, convincentemente assegnato all'amonimo "Maestro dei Paesaggi Kress" dallo Zeri (1962). Il nostro dipinto presenta peró un diverso gusto per la monumentalitá, i personaggi hanno una diversa consistenza plastica e le loro forme sono rese tornite dal gioco quasi mettalico del chiaroscuro. L'ambito del Bachiacca, cui del resto era gia' stato assegnato il suddetto taccuino degli Uffizi, sembra dunque essere il riferimento piu' prossimo per l'autore della nostra tavola con le "Storie della Passione" da collocare cronologicamente in quello stesso terzo decennio del Cinquecento in cui furono realizzati i disegni. Da non sottovalutare infine una notevole tangenza per il gusto grottesco e un po' fumuso di un altro "eccentrico" fiorentino, il Maestro di Serumido. |
altra localizzazione | luogo di provenienza: Toscana, FI, Firenze, Gattaia |
altre attribuzioni | Piero di CosimoSacchi GaspareScuola Toscana prima meta' XVI sec. |
bibliografia | Raffaello Firenze( 1984)pp. 108, 111, n. 8 |
definizione | dipinto |
regione | Toscana |
provincia | Firenze |
comune | Firenze |
indirizzo | NR (recupero pregresso) |
ente schedatore | L. 41/1986 |
ente competente | S128 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Corti C.; Funzionario responsabile: Damiani G.; Trascrizione per informatizzazione: Reggioli C./ Orfanello T. (1998); Aggiornamento-revisione: Reggioli C. (1998), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); Orfanello T. (1999), Ref |
anno creazione | 1988 |
anno modifica | 1998; 1999; 2006 |
latitudine | 43.779926 |
longitudine | 11.245030 |