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bene culturale | dipinto, ciclo |
soggetto | episodi della vita di Giovanni dalle Bande Nere |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 09 00281635 - 0 |
localizzazione | Italia, Toscana, FI, FirenzeNR (recupero pregresso) |
contenitore | palazzo, comunale, Palazzo Vecchio o della Signoria, NR (recupero pregresso), Museo di Palazzo Vecchio, Quartiere di Leone X, sala di Giovanni dalle Bande Nere |
datazione | sec. XVI ; 1556 - 1560/10/15 (ante) [documentazione] |
autore | Vasari Giorgio (1511/ 1574), Van der Straet Jan detto Giovanni Stradano (1523/ 1605), Marchetti Marco detto Marco da Faenza (1526 ca./ 1588), |
materia tecnica | intonaco/ pittura a olio/ pittura a fresco |
misure | largh. 600, lungh. 780, |
condizione giuridica | proprietà Ente pubblico territoriale, Comune di Firenze |
dati analitici | Stanza dipinta e decorata.NR (recupero pregresso) |
notizie storico-critiche | I 'Ragionamenti' e la lettera a Vasari del 1556 probabilmente di Cosimo Bartoli permettono l'esatto riconoscimento degli episodi d'arme nella volta, dove è sempre raffigurato Giovanni. La scelta delle storie riprende la costante delle stanze attigue, con la duplice celebrazione delle monarchie francese e spagnola, alterne alleate medicee negli anni di Giovanni (Mini, Pieraccini). Diversamente concepite sono le storie delle pareti, a "uso di paesi" come specifica Vasari nelle 'Ricordanze' e in quanto tali di difficile identificazione fra i numerosi episodi di battaglia della vita del condottiero. Dipinta come nelle altre sale del Quartiere a imitazione dei "panni d'arazzo" sono stilisticamente da attribuire a Giovanni Stradano per la precisione e quantità dei dettagli. Il pittore fiammingo quasi sicuramente affiancò Vasari nelle storie a 'olio' della volta, realizzate con la tecnica d'invenzione dell' aretino, particolarmente lodata nel passo dei 'Ragionamenti' relativo a questa sala. A Marco da Faenza e alla sua bottega sarebbero da riconoscere i trofei d'arme nelle fasce della volta, dipinti con una certa scorrevolezza (Barocchi, Cecchi), derivati da panoplie romane. L'intervento del faentino accanto a Vasari è stato inoltre ipotizzato per le figure allegoriche dell' 'Impeto', delle 'Fatiche d'Ercole' e del 'Furore' (Barocchi). È interessante notare nella grottesca di questa sala, l'introduzione di un repertorio tipologico leggermente variato con più sorte di animali ibridi - anche rispetto alla Sala di Lorenzo, dove già si trovano degli esempi-, e di figure unite che formano gruppi compatti. Esse sono disposte in modo più pieno sul fondo e contraddistinte da minore leggerezza e vivacità pittorica: quest' ultima dovuta a nostro avviso all' esecuzione affidata in gran parte alla bottega. Questa diversità ornamentale notata dal Cecchi (1977), ci sembra si allontani dai sottili modelli pittorici della 'Domus Aurea' neroniana, per introdurre elementi figurativi - gruppi di prigioni legati, trofei - vicini al repertorio ornamentale affrescato nelle sale di Castel Sant' Angelo da Perin del Vaga e collaboratori (1543 - 1548), fra i quali era il Doceno e quasi sicuramente Marco da Faenza (Cecchi 1977). Il programma celebrativo articolato in accordo con le altre sale che compongono il quartiere di Leone X, si completa con i ritratti degli avi e di Giovanni stesso, eseguiti da Vasari affiancato probabilmente da Michele Tosini. La decorazione della sala, forse su ideazione di Cosimo Bartoli, di cui il Louvre conserva un disegno di Vasari dell'intero impianto della volta, con pochissime varianti di carattere ornamentale, era già iniziato nel dicembre 1556 (Frey) e risulta terminata nel 1559 (Vasari Ricordanze): era complessiva del pavimento ora perduto, probabilmente di terra cotta bianca e rossa, pagato a Santi di Michele Buglioni nel giugno 1560 (Marquand, Cecchi 1980). Precisa lo stesso Vasari, che la sala, come l' intero quartiere, era fornita di una serie di arazzi, che coprivano le storie delle pareti con ulteriori episodi della vita di Giovanni, in loco nel 1587, quando faceva parte dell' appartamento di Ferdinando I come camera da letto (Cecchi). |
committenza | De' Medici Cosimo I granduca di Toscana (1555) |
bibliografia | Allegri E./ Cecchi A.( 1980)pp. 154-160, n. 31; Muccini U./ Cecchi A.( 1991)pp. 148-155; Cecchi A.( 1995)pp. 66-68 |
definizione | dipinto |
regione | Toscana |
provincia | Firenze |
comune | Firenze |
indirizzo | NR (recupero pregresso) |
ente schedatore | L. 41/1986 |
ente competente | S128 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Frulli C.; Funzionario responsabile: Damiani G.; Trascrizione per informatizzazione: Reggioli C./ Orfanello T. (1998); Aggiornamento-revisione: Reggioli C. (1998), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); Orfanello T. (1999), Re |
anno creazione | 1988 |
anno modifica | 1998; 1999; 2006 |
latitudine | 43.779926 |
longitudine | 11.245030 |