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Opera d'arte estasi di Santa Maria Maddalena di Conca Sebastiano (1680/ 1764), a Baranello

L'opera d'arte estasi di Santa Maria Maddalena di Conca Sebastiano (1680/ 1764), - codice 14 00000481 di Conca Sebastiano (1680/ 1764), si trova nel comune di Baranello nella provincia di Campobasso sita in palazzo, comunale, Via S. Maria, Museo Civico "G. Barone"
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bene culturaledipinto
soggettoestasi di Santa Maria Maddalena
tipo schedaOA_3.00
codice univoco14 00000481
localizzazioneItalia, Molise, CB, BaranelloVia S. Maria
contenitorepalazzo, comunale, Via S. Maria, Museo Civico "G. Barone"
datazionesec. XVIII prima metà; 1700 - 1749 [analisi stilistica]
autoreConca Sebastiano (1680/ 1764),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurealt. 102, largh. 76.5,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale, Comune di Baranello
dati analiticidipintoPersonaggi: Santa Maria Maddalena. Figure: angeli. Attributi: (Maddalena) vaso per gli unguenti. Simboli della passione: crocifisso; corona di spine.
notizie storico-criticheII dipinto viene attribuito dalla Mortari al pittore napoletano Paolo de Matteis, un allievo del Solimena che in anticipo sugli altri artisti, in un momento in cui l'ambiente partenopeo si avviava lentamente al superamento delle istanze barocche, già negli ultimi due decenni del Seicento era giunto a esiti di temperato classicismo. Il pittore, infatti, muovendo da un riesame delle opere "marattesche" di Luca Giordano che, a partire dagli anni ottanta, elabora una formula stilistica in cui mitiga la sua originaria foga barocca con aperture verso soluzioni di fermezza compositiva ed eleganza formale, senza però rinunciare al suo cromatismo, avrà modo di aderire alle nuove istanze culturali ed estetiche dell'Arcadia al tempo del suo giovanile soggiorno romano, a contatto proprio con l'ambiente del Maratta e dell'Accademia di San Luca. Inserendo il dipinto di Baranello nella vasta produzione settecentesca del de Matteis, infatti, la studiosa riconosce in esso un "giordanismo temperato da suggestioni culturali romane tardo-marattesche" (Mortari, 1984, p. 166). D'altro canto, le caratteristiche stilistiche dell'opera, la stesura pittorica, la tipologia dei personaggi, nei volti degli angeli e della Maddalena e nella ricercata soluzione delle posizioni delle mani, le raffinate soluzioni cromatiche e luministiche, la sottile grazia sentimentale che tempera il classicismo di estrazione accademica e l'enfaticità seicentesca verso atmosfere più intime, appena venate di levità arcadico-rococò, fanno pensare alla mano di un altro artista di origine meridionale ma attivo a Roma fino alla metà del Settecento: Sebastiano Conca, uno dei maggiori protagonisti proprio di quella sapiente conciliazione tra la lezione di Carlo Maratta e il pittoricismo di Luca Giordano. Il tema della Maddalena che, per la sua carica emotiva e di forte patetismo, ricorre frequentemente nel repertorio della pittura tra XVII e XVIII secolo, fu particolarmente richiesto soprattutto dalla committenza romana nei primi anni del Settecento fino a diventare quasi una moda. Lo stesso Conca ne realizza due versioni: la Maddalena della Galleria Doria Pamphilj (1732) e la Maddalena penitente in estasi in Collezione Kopelman a New York. Stringenti assonanze stilistiche si riscontrano con il dipinto di Baranello, ad esempio tra la mano dell'angelo che tiene la corona di spine e quella che la Maddalena Pamphilj poggia sul proprio petto e, in particolare, nella posa della santa in estasi, semidistesa, con la testa reclinata all'indietro e il crocifisso stretto al seno, molto simile a quella realizzata per l'opera oggi a New York. L'iconografia della tela acquistata da Giuseppe Barone, inoltre, con la presenza degli angeli che sorreggono la santa, risulta piuttosto originate nel panorama romano, dominalo principalmente dalle versioni elaborate da Francesco Trevisani. Nella resa delle lunghe chiome dorate, sciolte sulle spalle fino a coprire il petto, nella raffinatissima esecuzione dei dettagli del crocifisso e della corona di spine, nei morbidi incarnati degli angeli, accesi di rosso sulle gote in contrasto con il pallore perlaceo della santa, sensuale e pudica al tempo stesso, ritroviamo quell'aura di classicismo mitigato in un'espressività più sentimentale e patetica tipica del Conca e tanto apprezzata in ambiente arcadico.
altre attribuzioniDe Matteis Paolo
bibliografiaBarone G.( 1897)p. 214; Mortari L.( 1984)p. 166; Spinosa N.( 1993)pp. 27-31, 50-51, 55-56; Spinosa G.( 1981)pp. 182-183
definizionedipinto
regioneMolise
provinciaCampobasso
comuneBaranello
indirizzoVia S. Maria
ente schedatoreS109
ente competenteS109
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Righetti M.; Funzionario responsabile: Mortari L.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Baldi R. (2006); Aggiornamento-revisione: Parca S. (2005), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Baldi R. (2006), Refere
anno creazione1973
anno modifica2005; 2006
latitudine41.527298
longitudine14.555816

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