notizie storico-critiche | La statua da giardino rappresenta una figura allegorica marina, parzialmente coperta da un panneggio, reggente un pesce dalle scaglie ben rilevate, collocata su un alto basamento nella nicchia sinistra della grotta di Nettuno a fondale del Grand Rondeau d'ingresso (assente ora la scultura del vano centrale da cui proviene probabilmente la denominazione dell'ambiente ma che spiega anche certe caratteristiche delle due statue rimaste: F. Fontana, R. Lodari, Parchi e giardini storici, Roma 1991, p. 14; P. Cornaglia, Giardini di marmo ritrovati, Torino 1994, p. 166, fig. a p. 164). E' in stretto rapporto stilistico con la statua femminile presente nella VII nicchia dell'esedra, a sud (n. 00168598), come ha già sottolineato P. Cornaglia (1994, p. 166; Id., SBAS TO Scheda OA, 01/00172 266, 1998), ascrivendola all'ambito dello scultore di B. Falconi, con una datazione compresa tra gli anni 1650-1670 ca., probabilmente proveniente dallo smantellato apparato scultoreo del giardino di Venaria Reale (di cui parte fu trasferita nel giardino di Villa della Regina nel 1776: Relazione a Sua Maestà, AST, Sez.Riu, Fabbriche e Fortificazioni, vol. II, p. 1), in particolare dal complesso delle sessantatre sculture realizzate da Falconi per la Fontana d'Ercole. L'allestimento del primo ninfeo del rondò, inteso come sfondato a criptoportico, inquadrato da massicci pilastri lavorati alla rustica, il cui interno è ripartito sul sistema ternario con grande nicchia centrale a due pendants laterali con nicchie, denuncia modelli di tradizione settecentesca (V. Defabiani, Torino. Grotte di villa della Regina, in V. Cazzato, M. Fagiolo, M.A. Giusti, Atlante delle grotte e dei ninfei in Italia. Italia settentrionale, Umbria e Marche, Milano 2002, p. 121). Il criptoportico non figura infatti né nella veduta della vigna del 1665-1666 per il Theatrum Sabaudiae (1682), né in quella di F. B. Werner del 1730. Lavori al rondò sono segnalati nel 1785 riguardo lo spostamento dal giardino di due statue, non altrimenti indicate (forse riferibili a quelle presenti nella grotta del rondò): "per aver fatto con corde e tagliole il calamento di due statue di pietra che esistevano nel giardino e le medesime trasportate nel rondò e poste in opera le medesime con corde e tagliole nel suddetto rondò" (Torino, Archivio di Stato, Fondo Real Casa, Recapiti Fabbriche, Divisione II Fabbriche, 1785, reg. 6490, Lista de' lavori da me Michel'Angelo Gilio Capomastro da bosco per costruzione della nuova fabbrica ed altri, tra i diversi lavori alla Vigna di S.M. la Regina per ordine dell'ill.mo Sig. conte Nuvollone di Scandaluzza capitano comandante della suddetta Vigna, c. 112 r). Nel Testimoniale di Stato del 1864 (AST, Corte, Genio civile di Torino, versamento 1936, mazzo 17, n. 49) si registra che: "la porzione di muro centrale è in forma di grotte con nicchie incrostate alla mosaica, mancante però in gran parte l'incrostatura sotto volta a crociera e terminata questa porzione di muro da balaustra in marmo con base, cimasa, balaustrini e pilastrini in stato mediocre. Sopra le dette volte, pavimento in piastrelle con due gradini in sarizzo in stato mediocre. Nelle premenzionate nicchie trovansi due tubi di piombo con rubinetti conduttori e fugatori delle acque al bacino li quali alimentansi dal recipiente d'acqua in muratura con volto posto superiormente nel piazzale N. 2 e nelle nicchie laterali statue in marmo con piedistalli in muratura in cattivo essere" (tra cui verosimilmente la statua in questione). L'interno della grotta presentava quindi all'epoca già l'impianto attuale, compromesso da un cattivo stato di conservazione, caratterizzato dall'"incrostatura" lungo le pareti laterali e la volta, profilata dai bordi lisci a intonaco dell'opera a fasce, con struttura pilastrata, grande fregio trabeato, segnata modellazione delle crociere e, sopra la trabeazione, vasi realizzati in muratura. (prosegue in Oss.). |