dati analitici | L’opera è costituita da due grandi ossari circolari, separati da un ambulacro. La parte esterna è caratterizzata da una superficie piana, sormontata da due cupole basse. I rilievi mostrano simboli bellici accostati alle date MCMXV e MCMVXIII. Completano l’insieme due statue in marmo raffiguranti due sentinelle con i volti di un ragazzo e di un uomo poste a difesa del sacrario. Le cupole si trovano in corrispondenza dei due ossari circolari interrati, costituiti da un giro esterno ed uno interno, ognuno dei quali accoglie i resti di numerosi soldati italiani, bolognesi e austro-ungarici. Il corridoio centrale, che separa i due ossari, ospita la tomba di Ugo Bassi.Figure: soldati. Abbigliamento: elmetto, cappotto, cintura con giberne, fasce mollettiere, scarponi. Armi: fucili. |
notizie storico-critiche | E’ costituito da un’architettura esterna in stile classico che accoglie i visitatori e da una parte sotterranea che custodisce l’ossario. L’idea di dare a Bologna un monumento dedicato ai Caduti della Grande Guerra e capace di raccoglierne le salme prese forma negli anni Venti. Nel 1932 fu approvato il progetto dell’architetto Filippo Buriani, dell’Ufficio Tecnico del Comune, che prevedeva la realizzazione di una grande struttura di ispirazione classica da collocare nel chiostro VI della Certosa, lo stesso luogo dove un anno prima era stato inaugurato il monumento ai martiri della rivoluzione fascista. La struttura fu portata a termine dal successore di Buriani, l’architetto Arturo Carpi. La parte esterna è caratterizzata da una superficie piana, sormontata da due cupole basse, decorate da bassorilievi bronzei dello scultore Mario Sarto. I rilievi mostrano simboli bellici accostati alle date MCMXV e MCMVXIII. Completano l’insieme le sculture di Ercole Drei, raffiguranti due sentinelle in marmo con i volti di un ragazzo e di un uomo poste a difesa del sacrario. Il monumento fu inaugurato il 4 novembre 1933, in occasione del 15° anniversario della Vittoria. Bibliografia: ASCBo, "Ufficio di Edilità ed arte. Edilizia privata. Verbali della commissione consultiva edilizia, anni 1922-1937", sedute del 24 gennaio 1930, 22 febbraio 1930, 16 maggio 1932; ASCBo, "Deliberazioni del Podestà. 1932/ 939-940"; ASCBo, "Carteggio amministrativo", anno 1932, cartella “Titolo VIII Cimitero, Rubrica 4 Monumenti e Tumuli”, "Carteggio amministrativo", anno 1933; A. Raule, "La Certosa di Bologna", Bologna 1961, pp. 157-158; E. Schiavina, "La Certosa di Bologna dal sec. XIX ad oggi", in “Strenna Storica Bolognese”, XXXIV, 1984, p. 349; G. Bernabei (a cura di), "Le meraviglie di Bologna. 6. La Certosa", Bologna 1993, pp. 103, 107; G. Gresleri, "Architetti moderni alla Certosa. Mille solitudini profonde", in G. Pesci (a cura di), "La Certosa di Bologna. Immortalità della memoria", Bologna 1998, p. 309; C. Rocchetta, "L'architettura monumentale del cimitero della Certosa. Il lessico", in G. Pesci (a cura di), "La Certosa di Bologna. Immortalità della memoria", Bologna 1998, p. 168; M. C. Liguori, "Realtà virtuale e memoria: il Monumento ossario ai caduti della Prima guerra mondiale e il progetto del Museo virtuale della Certosa di Bologna", in "Bollettino del museo del Risorgimento", 50 (2005), pp. 131-145; "Bologna in camicia nera. Le cerimonie, le adunanze e le celebrazioni del ventennio sotto le Due Torri", Pendragon, Bologna 2006, p. 12; G. M. Vidor, "La piazza, la chiesa, il cimitero: luoghi pubblici e lutti privati dopo la Grande Guerra", in: «Memorie della Grande Guerra. Le tombe dei caduti nel cimitero monumentale della Certosa di Bologna», a cura di M. Cavalli, Minerva Edizioni, Bologna 2007, pp. 35-45; A. Bozzano e M. Cavalli, "Le tombe dei caduti", in: «Memorie della Grande Guerra. Le tombe dei caduti nel cimitero monumentale della Certosa di Bologna», a cura di M. Cavalli, Minerva Edizioni, Bo-logna 2007, scheda n. 25, pp. 116-119; M. Gavelli, "Il Monumento Ossario ai caduti della Grande Guerra", in: «La Certosa di Bologna. Un libro aperto sulla Storia», a cura di R. Martorelli, Tipografia Moderna Bologna, 2009, pp. 232-233; R. Martorelli (a cura di), "La Certosa di Bologna. Un libro aperto sulla storia", Bologna 2009, pp. 232-233. Sitografia: www.rileggiamolagrandeguerra.org/; http://www.bibliotecasalaborsa.it/cronologia/bologna/1933/917#top; http://www.emiliaromagna.beniculturali.it/index.php?it/108/ricerca-itinerari/46/657 |