notizie storico-critiche | Già Adolfo Venturi, nelle pagine della sua "Galleria Estense", citava "fra le moderne sculture", accanto al "Soldato ferito" di Giuseppe Obici, questi bozzetti di Pietro Tenerani per un monumento al duca Francesco IV, mentre ne inseriva la riproduzione grafica, curata dal pittore Vittorio Reggianini, sottolineandone così il rilievo storico-artistico (Venturi 1883). I due gessi costituiscono infatti i modelletti, plasmati da Pietro Tenerani, per una statua di Francesco IV d'Austria d'Este da erigersi presso il suo monumento funerario, su commissione del figlio e successore, Francesco V, nel 1846 (cfr. Raggi 1880). L'impresa - mai realizzata - doveva dunque affiancarsi a quegli episodi, plastici e architettonici, ora tutti radunati nella chiesa di San Vincenzo in Modena, voluti da Francesco V per "porre in mezzo al suo popolo... gli scolpiti ricordi di que' soggetti la cui rimembranza mantenevasi in venerazione ed in pregio" (Bayard De Volo 1879, IV, p. 160): tali i monumenti alla madre Maria Beatrice di Savoia, di Luigi Mainoni, al fratello arciduca Ferdinando, di Paolo Aleotti, allo zio arciduca Ferdinando Carlo, di Giovanni Cappelli. Nell'itinerario professionale del Tenerani l'incarico modenese si situava a ridosso di due prestigiose realizzazioni: la statua di Ferdinando II di Borbone per la città di Messina, iniziata nel 1939 ed eretta nel 1945, e il monumento a Simon Bolivar per Bogotà, del 1842. In entrambe le occasioni, l'artista aveva ritratto i personaggi in vesti contemporanee - le loro divise militari -, imprimendo un tono di aulico decoro con i drappeggi di un manto, sorta di nobilitante "citazione" dell'antico. Su quelle precedenti esperienze, elabora per Modena un bozzetto che ritrae Francesco IV in uniforme, con il tabarro militare che amplifica ed enfatizza la figura, a guisa di classicistico mantello. D'altro canto, dovevano ancora agitarsi discussioni circa l'opportunità di ritrarre i personaggi in abito moderno, o piuttosto di mantenere la consuetudine delle vesti "all'antica", se non del nudo eroico (come già Andrea Appiani nel suo famoso "Napoleone" a Brera). Per la committenza austro-estense Tenerani formula un'alternativa più tradizionale, ovvero una statua di Francesco IV paludata con tunica e amplissimo manto, trattenuto su una spalla da una fibbia; anacronistico elemento - ma forse preteso dagli ordinatori - la sciabola tenuta nella mano sinistra. Eroica, come in un exemplum virtutis, è l'espressione del volto spavaldo; più libera anche la capigliatura, resa a colpi di stecca. Diversamente, nell'altro bozzetto l'intonazione è acquietata e composta: la figura è a capo chino, e indugia nell'anchement classicistico che qui diviene stasi riflessiva, quasi a voler esprimere una romantica meditazione sulla storia. E' probabilmente da collegarsi a questo monumento mai eseguito il modelletto di un mausoleo, in legno e stucco, nell'Archivio di Stato di Modena: l'austera e imponente struttura, a forma di parallelepipedo concluso da una calotta, è eretta su una gradinata e si apre, sui prospetti minori, con porte fra coppie di colonne doriche, trabeate, con timpano fra due acroteri; i prospetti maggiori dovevano accogliere, ciascuno, una scena figurata a rilievo (segnalazione dell'opera di Angelo Spaggiari, direttore dell'Archivio di Stato di Modena). |