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bene culturale | dipinto |
soggetto | Giuseppe venduto dai fratelli |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 09 00037718 |
localizzazione | Italia, Toscana, FI, Firenzevia di S. Salvi, 43 |
contenitore | monastero, vallombrosano, Monastero di S. Michele a S. Salvi, Chiesa e monastero di S. Michele a S. Salvi, via di S. Salvi, 43, Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto, depositi |
datazione | sec. XVII prima metà; 1600 - 1649 [analisi stilistica] |
ambito culturale | ambito fiorentino, esecutore(analisi stilistica) |
materia tecnica | tela/ pittura a olio |
misure | cm., alt. 187.5, largh. 128.5, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali |
dati analitici | NR (recupero pregresso)Figure: uomini. Animali: cammello. Paesaggi. Personaggi: Giuseppe; fratelli di Giuseppe. Abbigliamento. Oggetti: borsa; fiasca. Piante: albero. |
notizie storico-critiche | Nell'ambito della pittura fiorentina del Seicento, al quale certamente appartiene, l'autore di questa tela trova un consono riferimento nelle opere di Filippo Tarchiani (Castello/FI 1576 - Firenze 1645) al quale forse, opportunamente restaurata, l'opera potrebbe essere accostata. Realizzato con una materia più secca rispetto alla maggiore morbidezza del Tarchiani (ma lo strato di sporco senz'altro non giova alla fruizione dei motivi pittorici dell'opera), il quadro rimanda ad opere del pittore come il "Martirio di san Bartolomeo" del 1628 conservato in S. Bartolomeo a Padule (FI), sia per la calcata caratterizzazione delle espressioni, sia per confronti abbastanza puntuali fra le tipologie. Si veda, ad esempio, il volto dell'uomo che affila il coltello nel "Martirio" a confronto con la figura barbuta del fratello che sta ricevendo i soldi per la vendita di Giuseppe; o il viso del carnefice che sta spellando san Bartolomeo a fianco a quello del fratello di Giuseppe posto in secondo piano sulla destra dell'egiziano. Nonostante tali riferimenti, l'opera non può essere attribuita con certezza al Tarchiani. In essa ricorrono infatti troppi motivi che rimandano ad altri artisti fiorentini: a Lorenzo Lippi, l'impostazione e il tono accostante e quotidiano della scena; a Matteo Rosselli, lo schema compositivo; a Giovanni da San Giovanni l'espressività che anima i personaggi e che si ritrova nella "Decollazione del Battista" realizzata nel 1620 per S. Lorenzo a San Giovanni Valdarno (AR) e oggi nella Basilica della Madonna delle Grazie della stessa città. L'opera, proveniente dal Convento di S. Apollonia, fu realizzata con ogni probabilità da un artista fiorentino attivo a Firenze nella prima metà del Seicento e particolarmente ricettivo rispetto a quanto accadeva in quegli anni nella pittura cittadina. |
altra localizzazione | luogo di provenienza: Toscana, FI, Firenze |
bibliografia | Seicento fiorentino( 1986) |
definizione | dipinto |
regione | Toscana |
provincia | Firenze |
comune | Firenze |
indirizzo | via di S. Salvi, 43 |
ente schedatore | S17 |
ente competente | S417 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Turrini S.; Funzionario responsabile: Damiani G.; Aggiornamento-revisione: Acordon A. (1994), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); |
anno creazione | 1975 |
anno modifica | 1994; 2006 |
latitudine | 43.803968 |
longitudine | 11.275909 |