dati analitici | La composizione è circondata sui quattro lati da una balaustra, appena disegnata sulla quale si affiacciano angeli, singoli o a gruppi. In alto, in particolare una parte di essi è intenta a suonare strumenti a corda: liuto, violino, mandola ed altri cantano seguendo lo spartito. Nella parte inferiore, al centro, appoggiati al balaustra vi sono il Cristo deposto e sorretto da angeli e da Giovanni Evangelista. I suoi piedi sono sorretti dalla Maddalena inginocchiata mentre dietro di lui compare Maria Vergine e altri santi. Un angelo tiene un lume sopra un'alta picca per illuminare il corpo del Cristo, un altro è appeso ad una scala ed un terzo porta la palma del martirio e due frecce. Nella porzione immediatamente superiore San Sebastiano in gloria su una nuvola sorretta da angeli tra i quali uno tiene la corazza, uno lo scudo ed un altro una bandiera. Al di sopra, in lontananza, il Cristo risorto con la croce in una nube di luce dorata. Composizione giocata su toni di azzurro.Soggetti sacri. Personaggi: Gesù Cristo; Maria Vergine; San Sebastiano; San Giovanni Evangelista; Santa Maria Maddalena. Figure: angeli. Abbigliamento. Elementi architettonici: balaustrata. Attributi: (San Sebastiano) frecce; corda; palama del martirio. Oggetti: croci; scala; lume; bandiera. Armi: scudo. Abbigliamento: abbigliamento militare: corazza. Strumenti musicali. |
notizie storico-critiche | Il dipinto con attribuzione a Bernardino Galliari (Andorno Micca, 1707-1794), unitamente ad altri di varia epoca, venne acquistato dalla Provincia di Torino nel 1942 per L. 3062 dall'antiquario Carlo Bottisio al fine di completare l'arredo degli ambienti di rappresentanza di Palazzo della Cisterna, nuova sede dell'ente, L. Faccchin, Raccolte d'arte in palazzo Dal Pozzo dela Cisterna. Schede storico-artistiche, in M. Cassetti-B. Signorelli, Il Palazzo Dal Pozzo della Cisterna nell'Isola dell'Assunta in Torino, Torino, 2004, p. 153. Lo stesso antiquario Accorsi aveva incluso, nell'elenco delle opere proposte per l'acquisto alla Provincia del 1941, due tele raffiguranti "architetture" attribuite al Galliari, di dimensioni lievemente maggiori, già esposte alla prima Mostra del barocco piemontese, allestita nel 1937 in Palazzo Carignano e curata da Vittorio Viale. I dati rivelati dai documenti e la scelta del bozzetto in esame, alla quale, sebbene non sia indicato, non dovette essere estraneo lo stesso direttore dei Musei Civici, costituiscono interessante testimonianza del lento processo di rivalutazione della pittura piemontese del Settecento, avviatosi proprio a partire dagli anni trenta del Novecento. Fu infatti lo stesso Viale, successivamente, a segnalare l'opera a Rossana Bossaglia affinché venisse inclusa nella pionieristica monografia sulla famiglia di pittori di Andorno. La studiosa, sulla base dell'analisi stilistica e della data presente sul dipinto, di poco successiva all'importante impresa della decorazione ad affresco, purtroppo perduta, del salone del Palazzo Solaro del Borgo, poi Accademia Filarmonica, tendeva a escludere l'attribuzione del dipinto al maggiore dei fratelli Galliari, attivo in particolare come pittore di figura, e riteneva invece possibile che la tela fosse di mano di uno degli altri due fratelli (Fabrizio, Andorno Micca, 1709-Treviglio, 1790; Giovanni Antonio, Andorno Micca, 1714 - Milano, 1783) o piuttosto della bottega. Sfuggito successivamente alle analisi degli studiosi, il bozzetto, che rivela influenze dalla consistente attività scenografica esercitata per committenze di livello internazionale dai Galliari, non è ancora stato riferito ad alcuna opera realizzata o documentata alla famiglia di pittori, né in territorio piemontese, né lombardo, A. Baudi di Vesme, Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, Torino, 1966, Torino, vol. II, pp. 490-501; R. Bossaglia, I fratelli Galliari pittori, Milano 1962, pp. 56-57; V. Terraroli, voce Galliari, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, 1998, vol. 51, pp. 641-644; A. Cifani, P. E. Fiora di Centocroci, F. Monetti, La quadreria e gli ambienti aulici di Palazzo Cisterna, Torino, 1996, p. V. |