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Opera d'arte Il magistrato bolognese consegna gli statuti della città al beato Giovanni di Schio di Bigari Vittorio Maria (1692/ 1776), a Bologna

L'opera d'arte Il magistrato bolognese consegna gli statuti della città al beato Giovanni di Schio di Bigari Vittorio Maria (1692/ 1776), - codice 08 00024658 di Bigari Vittorio Maria (1692/ 1776), si trova nel comune di Bologna, capoluogo dell'omonima provincia sita in chiesa, basilica, Chiesa di S. Domenico, Convento di S. Domenico, p.zza S. Domenico, 13, navata maggiore, parete sinistra
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto, elemento d'insieme
soggettoIl magistrato bolognese consegna gli statuti della città al beato Giovanni di Schio
tipo schedaOA_3.00
codice univoco08 00024658
localizzazioneItalia, Emilia Romagna, BO, Bolognap.zza S. Domenico, 13
contenitorechiesa, basilica, Chiesa di S. Domenico, Convento di S. Domenico, p.zza S. Domenico, 13, navata maggiore, parete sinistra
datazionesec. XVIII ; 1735 (ca.) - 1735 [bibliografia]
autoreBigari Vittorio Maria (1692/ 1776),
materia tecnicaintonaco/ pittura a tempera
misurealt. 170, largh. 450,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero dell'Interno, Fondo Edifici di Culto (F.E.C.)
dati analiticiAl centro, rialzato su scalini, è in piedi il beato Giovanni di Schio, illuminato da una croce splendente cha appare in cielo sul suo capo e investe anche il domenicano che l'accompagna e il magistrato, in manto rosso e a capo scoperto, che è in atto di consegnargli gli statuti della città. Dietro il Beato, a sinistra, altri magistrati e un armato; alla destra, due armati e fanciulli. Nel fondo, inquadrata da architettura a colonne, folla da cui emerge una bandiera arrotolata.NR (recupero pregresso)
notizie storico-criticheLe pareti della navata maggiore sono decorate da un ciclo di dieci tempere (cinque per lato) poste entro cornici a stucco e rappresentanti episodi legati alla storia della Chiesa e dell'Ordine Domenicano. Realizzate a restauro architettonico ultimato (1732), le prime due dall'ingresso, rappresentanti "San Franesco Saverio celebra la sua prima Messa" (a destra) e "Leone X e Francesco I di Francia (a sinistra)" si devono a Giuseppe Pedretti e le altre otto a Vittorio Maria Bigari. Zanotti riferisce che Bigari eseguì le tempere subito dopo la partenza da Milano. La "Cronica di Bologna dal 1690 al 1761" scritta da Giovan Battista Beliotti (BCA, ms B 1163) ricorda che i primi due riquadri del Bigari furono scoperti la domenica 23 maggio 1734 (c. 157) e che altri due riquadri furono scoperti il venerdì 25 dicembre 1734 (c. 159). Le tempere, in cui "prevale un'esigenza descrittivo-didascalica" (Roli 1977), sono impostate prospetticamente, a saldi contorni nei primi piani che sfumano nei fondi. E' probabile che le opere del Bigari abbiano subito qualche ritocco pittorico nell'Ottocento, presumibilmente da Antonio Muzzi, che nel 1844 restaurò con interventi di ridipintura le due tempere del Pedretti.
bibliografiaZanotti G.( 1739)v. II p. 290; Malvasia C. C.( 1792)p. 234; Gnudi C.( 1957)pp. 62, 64; Roli R.( 1977)pp. 104, 233; Alce V.( 1982)p. 35; Casali Pedrielli C.( 1991)pp. 95-96
definizionedipinto
regioneEmilia Romagna
provinciaBologna
comuneBologna
indirizzop.zza S. Domenico, 13
ente schedatoreS08
ente competenteS08
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Varignana F.; Funzionario responsabile: D'Amico R.; Trascrizione per informatizzazione: Sabbatini S. (1997); Aggiornamento-revisione: Sabbatini S. (1997), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Orsi O. (2006), Referen
anno creazione1983
anno modifica1997; 2006
latitudine44.489800
longitudine11.343435

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