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bene culturale | dipinto, opera isolata |
soggetto | Immacolata Concezione |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 18 00109784 |
localizzazione | Italia, Calabria, CS, CosenzaVia G. B. Gravina |
contenitore | palazzo, museo, Galleria Nazionale, Palazzo Arnone, Via G. B. Gravina, Galleria Nazionale, interno |
datazione | sec. XVII ; 1660 (ca.) - 1660 (ca.) [bibliografia] |
autore | Maratta Carlo (1625/ 1713), |
materia tecnica | tela/ pittura a olio |
misure | cm., alt. 230, largh. 160.5, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali |
dati analitici | Madonna sul globo terrestre con Bambino e angeli che schiaccia il serpente. La Vergine, circondata da una gloria di angeli, è poggiata sul globo terrestre con in braccio il Bambino, intento a trafiggere con la lunga asta di una croce il serpente, evidente riferimento a Satana. In basso, a sinistra, compare la mezzaluna crescente, simbolo di castità.Personaggi: Immacolata Concezione; Gesù Bambino. Attributi: (Immacolata Concezione) aureola stellata; luna; serpente; globo. Figure: angeli; putti; testine alate. |
notizie storico-critiche | La storia del dipinto può essere ricostruita a partire dal 1838, quando è menzionato dal Waagen nella collezione del duca di Marlborough a Blenheim Palace, Londra. Messo all'asta da Christie's, nella "Vendita Marlborough" del 7 agosto 1886, entrò a far parte della collezione Weber di Amburgo, dove vi rimase dal 1887 al 1912, anno in cui fu nuovamente alienato presso Lepke a Berlino nella "Vendita Weber", tramite la quale passò nella collezione del barone Pulizer (Samà 1997). L'opera è stata acquistata dallo Stato nel 1996 per la Galleria Nazionale di Palazzo Arnone. Il dipinto è stato attribuito al pittore Carlo Maratta. La tela fu probabilmente eseguita in una data posteriore alla metà del Seicento, dato confermato dal confronto con un'altra tela di uguale soggetto conservata nella cappella Sylva nella Chiesa di S. Isidoro a Roma, eseguita dal Maratta tra il 1657 ed il 1663. La comparazione tra le due opere, compiuta da Giuliano Briganti nel 1989, avrebbe avvalorato l'autografia della tela presa in esame. Proprio la qualità pittorica elaborata nel dipinto cosentino, insieme all'equilibrio classico di matrice raffaellesca, ha fatto supporre che l'opera sia l'originale da cui il Maratta riprende lo schema della copia di S. Isidoro (Samà 1997). Il soggetto è replicato più volte da Maratta. Nel dipinto di Palazzo Arnone l'artista riesce a coniugare il raffaelismo di matrice bolognese come Reni e Domenichino agli impianti di tradizione barocca. |
bibliografia | Harold F.( 1662)p. 39; Waagen G. F.( 1838)p. 227; Waagen G. F.( 1838)p. 21; Waagen G. F.( 1854)p. 125; Scharf G.( 1862)v. I p. 49; Weber( 1887); Harck F.( 1891)p. 91; Mezzetti A.( 1995)pp. 334-335; Samà F.( 1997)p. 58; Ceraudo G.( 1999)pp. 69-70; Acquisiz |
definizione | dipinto |
regione | Calabria |
provincia | Cosenza |
comune | Cosenza |
indirizzo | Via G. B. Gravina |
ente schedatore | S112 |
ente competente | S112 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Primicerio A.; Funzionario responsabile: Iannace R.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Tufaro R. (2007); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Tufaro R. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); |
anno creazione | 2005 |
anno modifica | 2006 |
latitudine | 39.290705 |
longitudine | 16.261770 |