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bene culturale | dipinto |
soggetto | incredulità di San Tommaso |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 11 00205409 |
localizzazione | Italia, Marche, PU, Pesarovia Rossini, 37 |
contenitore | palazzo, Palazzo Mazzolari Mosca, via Rossini, 37, Musei Civici, piano terra, deposito dipinti |
datazione | sec. XVII fine; 1690 - 1699 [analisi stilistica] |
autore | Venanzi Giovanni (1627/ 1705), |
materia tecnica | tavola/ pittura a olio |
misure | diam. 31, |
condizione giuridica | proprietà Ente pubblico territoriale, Comune di Pesaro |
dati analitici | NR (recupero pregresso)Personaggi: Cristo; San Tommaso. Figure: apostoli. Elementi architettonici: colonna. |
notizie storico-critiche | La dimensione ridotta, il formato, il raffinato intaglio a giorno della cornice in legno dorato - che riproduce un tralcio vegetale con foglie e fiori dai larghi petali- all'interno della quale è inserito un velluto porpora che mette in risalto il motivo decorativo, nonchè la scelta di un episodio evangelico che si prestava in particolar modo alla meditazione personale su uno dei momenti cruciali della parabola cristologica, indicano che il dipinto era originariamente destinato alla devozione privata. L'episodio dell'Incredulità dell'apostolo Tommaso, tratto dal Vangelo di Giovanni, é raffigurato secondo l'iconografia canonica del soggetto. In primissimo piano le figure di Cristo, che indica con la mano all'apostolo la ferita nel costato, e Tommaso che con espressione sconvolta e attonita inserisce l'indice all'interno della piaga. Assistono alla scena sei apostoli, due dei quali in primo piano ossevano da vicino sbigotitti, gli altri quattro assiepati nel fondo. Una serie di stringenti confronti consentono di accostare con sicurezza il dipinto in esame alla tarda produzione pittorica del pesarese Giovanni Venanzi, formatosi alla scuola di Guido Reni e di Simone Cantarini. In particolare due dipinti (La lavanda dei piedi e La Maddalena ai piedi di Cristo) di proprietà dei Musei Civici di Pesaro e attualmente in deposito presso il Palazzo Ducale della stessa città, attribuiti al Venanzi, forniscono validi elementi di confronto (Calegari, 1993). Affini sono i tipi fisionomici, memori degli esempi della pittura emiliana post-reniana; in particolare si analizzino la morfologia delle fronti e dei nasi piuttosto pronunciati. Identica é la resa, peraltro piuttosto sommaria, dell'anatomia dei corpi, caratterizzati da membra allungate; quella delle mani, poco accurate e dalle dita lunghe ed affusolate. Il panneggiare ampio, di stretta osservanza classicista e la composizione affollata, con figure assiepate che impediscono una corretta percezione della profondità spaziale, sono comuni al dipinto in esame e ai due sicuramente attribuiti al Venanzi. Nei tre dipinti sono inoltre determinanti per stabilire la comune autografia, le affinità riscontrabili nella gestualità enfatica dei personaggi e nella ricerca di espressività dei volti, privi tuttavia di spessore psicologico e piuttosto indifferenziati nella resa. La cronologia del dipinto è situabile sullo scorcio del Seicento, per l'uso di una tavolozza schiarita che prelude alla pittura settecentesca e alle lievi tonalità del rococò. |
altra localizzazione | luogo di provenienza: Marche, PU, Pesaro |
bibliografia | Calegari G.( 1993)p. 210; cat. n. 250 |
definizione | dipinto |
regione | Marche |
provincia | Pesaro Urbino |
comune | Pesaro |
indirizzo | via Rossini, 37 |
ente schedatore | S70 |
ente competente | S70 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Bartolucci L.; Funzionario responsabile: Costanzi C.; Aggiornamento-revisione: Eusebi C. (2003), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Vitali R. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); |
anno creazione | 2003 |
anno modifica | 2003; 2006 |
latitudine | 43.910847 |
longitudine | 12.913901 |