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Opera d'arte iniziali istoriate o figurate di Simone Camaldolese (notizie 1381-1389), a Firenze

L'opera d'arte iniziali istoriate o figurate di Simone Camaldolese (notizie 1381-1389), - codice 09 00645709 - 3 di Simone Camaldolese (notizie 1381-1389), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in convento, domenicano, Convento di S. Marco, Chiesa e convento di S. Marco, P.zza S. Marco, 3, Museo di S. Marco, Biblioteca
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bene culturaleminiatura, serie, cc. 3r, 21v, 39v, 63r, 88r, 105v, 125r, 147r, 164v
soggettoiniziali istoriate o figurate
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00645709 - 3
localizzazioneITALIA, Firenze, FI, FirenzeP.zza S. Marco, 3
contenitoreconvento, domenicano, Convento di S. Marco, Chiesa e convento di S. Marco, P.zza S. Marco, 3, Museo di S. Marco, Biblioteca
datazionesec. XIV ultimo quarto; 1388 - 1389 [bibliografia; analisi stilistica documentazione]
autoreSimone Camaldolese (notizie 1381-1389),
materia tecnicapergamena/ miniaturapergamena/ pittura a temperagesso/ doratura
misuremm
condizione giuridicaproprietà Stato, MInistero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiLe iniziali istoriate o figurate hanno il campo e il corpo che presenta le stesse tipologie delle iniziali decorate, con una decorazione fogliata. Il campo è in foglia d'oro. Il corpo è variamente campito in biffo, azzurro, arancione o rosa; le lunghe code sono formate da foglie lanceolate di vari colori e dalla forma particolarmente sottile nei colori azzurro, verde, rosa, arancione, giallo, biffo e marrone, talvolta animate da uccelli fantastici. Le figure e le scene sono collocate sul fondo della lettera e sembrano realizzate da un'unica Queste iniziali si trovano all'inizio dei Responsori delle feste più importanti. L'iniziale miniata a c. 164v è stata realizzata da una mano diversa in un momento successivo rispetto alla decorazione delle altre iniziali miniate. Quasi tutte le figure nelle iniziali hanno la proiezione della loro ombra sopra il pavimento, modulata secondo l'incidenza della luce in un tentativo di rappresentazione prospettica della figura nello spazio. Iniziali: S (c. 3r), D (c. 21v), S (c. 39v), Q (c. 63r), A (c. 88r), A (c. 105v), E (c. 125r), M (c. 147r), S (c. 164v).n.p.
notizie storico-criticheIl codice fa parte del gruppo di corali provenienti dalla chiesa di Santa Maria del Carmine di Firenze che, nella seconda metà dell'Ottocento, in seguito alle soppressioni napoleoniche, entrarono a far parte della collezione del Museo di San Marco. L'attribuzione del Rondoni (1876, p. 75 n. 58) a un Ignoto miniatore del secolo XV fu ripresa anche dal D'Ancona (1914, V. II, I, p. 206 n. 242) il quale specificò che l'artista doveva far parte, molto probabilmente, di una equipe di miniatori che sembra essere al lavoro, nei primi decenni del secolo, in tutti i codici del Carmine. Egli, infatti, distingue più mani: una molto raffinata nei libri segnati T (571), Q (572), un'altra più incerta nei libri M (574), H (573), V (575), G (577), R (578), I (579), C (569) e una terza riconducibile a un discepolo di Lorenzo Monaco nel libro E (576). Fu il Salmi, per primo, ad attribuire l'intero gruppo a Don Simone camaldolese (1954, pp. 43-44), attribuzione confermata dalla Levi D'Ancona (1962, pp. 239-240, 422) che identificò parte dei codici provenienti dal Carmine (Invv. 571, 572, 575, 577, 578, 579) con i cinque in cui Don Simone Camaldolese eseguì 30 miniature fra il 23 febbraio del 1388 e l'aprile del 1389 e che furono rilegati da Frate Giovanni Andrea, secondo i documenti da lei pubblicati. La studiosa, inoltre, precisa che attualmente gli originari cinque volumi sono sei poiché quelli segnati 571 e 575 formavano un volume unico prima del 1473. Il miniatore camaldolese, che firma un codice proveniente dal convento di San Pancrazio nel 1381 (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Cor. Laur. 39) nel quale è scritto che "cum pennello miniavit eum dominus Simon de Senis monachus ordinis camaldulensis", fu, secondo il D'Ancona (1914, V. I, p. 15), "il primo divulgatore di quelle forme, un misto di senese e di fiorentino, alle quali Don Lorenzo Monaco doveva di lì a poco imprimere il suggello della sua alta personalità". Successivamente, Chiarelli (1968(1981), p. 66) attribuisce il gruppo ad un'equipe ruotante intorno a Don Simone e riferisce l'Antifonario Q (572) a "Don Simone camaldolese e scuola". Il riferimento del gruppo di codici ad una equipe di miniatori è confermato anche dalla Scudieri (La Miniatura, in La Chiesa e il Convento di San Marco a Firenze, Firenze 1990, V. II, p. 13). Anche Kanter (in Painting an Illumination 1994, p. 188) cita il gruppo di codici realizzati per il Carmine che rappresentano il momento più alto dello stile di Don Simone, caratterizzati da complesse composizioni, da una particolare capacità narrativa, da figure naturalistiche e dall'utilizzo di un'ampia gamma cromatica con forti influenze della scuola dell'Orcagna.
bibliografiaBorsook E.( 1980)p. 55; D'Ancona P.( 1914)V. II, I, p. 206 n. 242; Chiarelli R.( 1968)pp. 14, 18, 66; Vasari G.( 1878-1885)V. II, p. 22, note 1, 2; Salmi M.( 1954)pp. 19-21; Levi D'Ancona M.( 1962)pp. 239-240, 422; Boskovits M.( 1972)pp. 35-61; Painting I
definizioneminiatura
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzoP.zza S. Marco, 3
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Giacomelli S.; Funzionario responsabile: Scudieri M.Sframeli M.
anno creazione2007
latitudine43.780708
longitudine11.244817

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