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Opera d'arte Isacco benedice Giacobbe di Romanelli Giovanni Francesco (1610/ 1662), a Genova

L'opera d'arte Isacco benedice Giacobbe di Romanelli Giovanni Francesco (1610/ 1662), - codice 07 00034803 di Romanelli Giovanni Francesco (1610/ 1662), si trova nel comune di Genova, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, Palazzo Reale, via Balbi, 10, Sala della Pace
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto, opera isolata
soggettoIsacco benedice Giacobbe
tipo schedaOA_3.00
codice univoco07 00034803
localizzazioneItalia, Liguria, GE, Genovavia Balbi, 10
contenitorepalazzo, Palazzo Reale, via Balbi, 10, Sala della Pace
datazionesec. XVII ; 1610 (post) - 1662 [NR (recupero pregresso)]
autoreRomanelli Giovanni Francesco (1610/ 1662),
materia tecnicaseta/ tessuto/ pittura
misurealt. 360, largh. 290,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiLa scena raffigurata è incorniciata, sempre in seta dipinta, da motivi fitomorfi, angeli reggi-cartiglio, eroi corazzati ecc.Personaggi: Isacco; Rebecca; Giacobbe; Esaù. Figure: figure femminili. Oggetti: letto; tendaggio. Architetture: interno camera da letto con nicchia e colonna.
notizie storico-criticheIl dipinto insieme agli altri due, si trovava in Palazzo Durazzo, poi Reale fin dal 1700, infatti sono citati già dal Ratti (1766) come ricorda il Cilento (1984) al quale si rimanda per la vicenda critica e altre notizie. In origine essi furono collocati nella Sala degli "Elementi", nell'ala est del Piano Nobile. Nel 1847, l'Alizeri li cita nella Sala detta degli Arazzi e nel 1875 li cita, sottolineando che "posson svegliar desiderio in qualunque stanza". Infine alla fine dell'800 o inizi del '900, trovarono collocazione nella Sala della Pace, ove vennero bloccati alle pareti da pesanti cornici dorate. L'attribuzione dei dipinti al Romanelli è costante dal Ratti (1766). In effetti, afferma Ciliento, tale attribuzione è confermata da considerazioni stilistiche. Il dipinto riproduce fedelmente sotto il profilo iconografico e coloristico un affresco delle Logge Vaticane attribuito a Pedro Machuca, come gli altri due attribuiti ad altri pittori. Il dipinto è un'imitazione, come gli altri due, da arazzo, con una tecnica dei "succhi d'erba""non priva di diffusione nel Sei-Settecento, anche se rara su opere di queste dimensioni".
bibliografiaRatti C. G.( 1766)p. 186; Nouveau Guide( 1842)p. 238; Alizeri F.( 1846)v. II p. 149; Alizeri F.( 1875)p. 443; Casalis G.( 1840)v. VII p. 750; Waterhouse E.( 1962)p. 554; Torriti P.( 1963); Poleggi E.( 1969)p. 74; Rotondi Terminiello G.( 1976)n. 17 p.18; C
definizionedipinto
regioneLiguria
provinciaGenova
comuneGenova
indirizzovia Balbi, 10
rapportoRAPPORTO OPERA FINALE/ORIGINALE: Stadio opera: derivazione, Autore opera finale/originale: Machuca Pedro, Collocazione opera finale/originale: RM/ Roma/ Logge Vaticane,
ente schedatoreS21
ente competenteS21
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Lodi L.; Funzionario responsabile: Rotondi Terminiello G.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Stellato R. (2007); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Stellato R. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1986
anno modifica2006
latitudine44.415259
longitudine8.925664

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