notizie storico-critiche | la presenza del rilievo, avente le stesse caratteristiche morfologiche, murato sulla parte opposta dell'ingresso (cfr. NCTN 05/00577388), permette di collocare le opere tra il 1922 ed il 1943, ossia nel cosiddetto "ventennio fascista". Sebbene questo presenti la superficie scalpellata, oggi non più leggibile, secondo le notizie di Rizzi (2001) in tutti gli edifici di proprietà comunale, compresi gli edifici scolastici, in quel periodo venivano affissi il leone marciano, come simbolo di venezianità, da un lato, ed il facio littorio, come simbolo del governo politico, dall'altro. L'edificio su cui è murato, fu realizzato nei primi anni del secolo scorso su un terreno, coltivato, di pertinenza del palazzo Bolani, oggi sede del liceo classico Marco Polo, nella vicina fondamenta omonima. Secondo le notizie di Bassi (1999), il palazzo Bolani fu ricostruito su una preesistenza tra il 1650 ed il 1660 per volere di Francesco Bolani o Bollani e fu abitato dalla medesima famiglia fino al 1820. In quell'anno sembra, infatti, che l'edificio e quasi certamente anche la relativa proprietà divennero, prima, demaniali e poi comunali. Si ricorda che i leoni marciani lapidei fino al crollo della Repubblica, erano onnipresenti su edifici, principalmente pubblici, su chiese e campanili, su ponti, vere da pozzo e pili di bandiera. Solo nel 1797, con un decreto della Municipalità provvisoria essendo considerati come stemmi o indicazioni del passato Governo furono scalpellati. Il leone fu assunto nel concetto cristiano-veneziano a simbolo della forza generalmente in una funzione di lotta, al pari dell'aquila, e del predominio. Concetto questo che si perpetuò nel simbolo della religione attribuito all'evangelista Marco protettore di Venezia, dopo San Teodoro, quando questo divenne l'emblema unico ufficiale di Venezia e della Repubblica. I tipi principali di leone marciano sono due: in "moleca" (in dialetto veneziano il granchio quando diventa molle per il cambio del guscio) e "andante". Il primo, come quello in esame, così definito anche in soldo o in gazzetta, dalla zecca, in quanto nomi delle monete su cui si usava stamparlo. Il secondo, come evidenzia Rizzi, definito inesattamente anche passante o gradiente in quanto il leone sta immobile sulle tre zampe e con la quarta sul libro. Sempre Rizzi, scrive che il leone in "moleca" sia associato al granchio più che per la struttura rotondeggiante del guscio per la forma delle ali spiegate sempre a ventaglio che facevano ricordare le chele. Non ché per il carattere anfibio, in quanto anche il leone sorge dalle acque (a volte col solo torso altre con tutto il corpo salvo le zampe posteriori e la coda). Tuttavia dal Cinquecento in poi, sull'influenza probabilmente delle monete, la raffigurazione dell'acqua fu tanto schematizzata da ridursi ad una grossa virgola tendendo successivamente a scomparire del tutto così che il simbolo marciano si trovò racchiuso entro un immaginario cerchio formato dalle ali stesse del leone. Anche se non mancano le varianti. Questa dicotomia acqua-terra è normalmente interpretata come dominio sui territori d'oltremare e di terraferma, cioè "da Mar" e "da Terra" |