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bene culturale | scultura, opera isolata |
soggetto | Maddalena penitente |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 08 00439260 |
localizzazione | ITALIA, Emilia Romagna, MO, ModenaLargo Sant'Agostino, 337 |
contenitore | palazzo, comunale, Palazzo dei Musei, Palazzo dei Musei, Largo Sant'Agostino, 337, Galleria Estense |
datazione | sec. XIX ; 1840 - 1840 [data] |
autore | Triqueti Henry Joseph François de (1804/ 1874), |
materia tecnica | marmo |
misure | cm, alt. 112, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Etnoantropologico di Modena e Reggio Emilia |
dati analitici | La statua in marmo raffigura, a grandezza naturale, la Maddalena inginocchiata, vestita soltanto della fluentissima chioma, mentre stringe a sé la corona di spine, simbolo penitenziale nonché della passione di Cristo.NR |
notizie storico-critiche | Non si sono reperiti documenti circa l'acquisizione dell'opera alla Galleria Estense, nel cui contesto collezionistico si pone come eterogenea presenza, in quanto espressiva della realtà figurativa ufficiale della Francia di metà Ottocento. La statua spetta infatti al barone Henry Joseph François de Triqueti, uno dei protagonisti dell'arte accademica durante la monarchia borghese di Luigi Filippo e poi dell'impero di Napoleone III. Personalità eclettica di vasti interessi culturali, Triqueti praticò, accanto alla scultura, anche la pittura e il mosaico; fu inoltre saggista d'arte ed esperto raccoglitore di stampe e disegni. La statua in esame reca la sua firma e la data 1840. Lo spunto tematico pare riferibile alla "Maddalena penitente", scolpita da Antonio Canova nel 1796 (Genova, Palazzo Bianco; altra versione a Pietroburgo, Ermitage); esposta al Salon parigino del 1808, fu resa nota dalle incisioni del Balestra e del Bertini. Anche altri influssi dovettero concorrere all'invenzione formale di questa Maddalena; infatti l'attitudine formale delle gambe e del braccio destro piegato verso la spalla sinistra, con una torsione spiraliforme, sembra rifarsi a un prototipo di larga fortuna iconografica, a partire almeno dal Cinquecento: quello della "Venere accosciata", statua classica già presso il Portico di Ottavia a Roma, con versioni agli Uffizi e al Louvre, quest'ultima scavata a Vienna nel 1828. Dunque un prototipo ben accessibile al Triqueti, tanto più che aveva già ispirato sculture di notevole successo, come la "Venere" in marmo di Antoine Caysevox, del 1686, al Louvre, con altro esemplare in bronzo nel parco di Versailles (cfr. Haskell, Penny 1984, pp. 50, 472-475, fig. 22). Se la scultura dell'accademia, con romantico storicismo, sospingeva l'autore verso accreditati esempi della classicità, è palese come questi venissero riproposti profondamente rielaborati: si assiste, così, ad una ricerca di valori estetizzanti, recuperando esuberanza di forme e virtuosismi tecnici d'ascendenza barocca. L'opera inclina pertanto a quei compiacimenti illustrativi ricercati anche da altri scultori frencesi coevi, quali James Pradier e Auguste Clésinger, del "revival del Rococò del secondo Impero" (Rosemblum, Janson 1986; cfr. anche Gaudibert s. d.). |
bibliografia | Martinelli Braglia G.( 1996)p. 118; Haskell F./ Penny N.( 1981)pp. 50, 472-475; Rosenblum R./Janson H.W.( 1986) |
definizione | scultura |
regione | Emilia Romagna |
provincia | Modena |
comune | Modena |
indirizzo | Largo Sant'Agostino, 337 |
ente schedatore | S28 |
ente competente | S28 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Salimbeni B.; Funzionario responsabile: Giordani N. |
anno creazione | 2012 |
latitudine | 44.648124 |
longitudine | 10.921803 |