notizie storico-critiche | Nell'elenco dei dipinti lasciato al Museo di Como da Giovanni Antonio Galli di Rondineto si dice che la tavola, indicata al n. 181 come " Ritratto di monaca; scuola del '400; autore ignoto", fu acquistata in Spagna. Esposta alla "Mostra di pittura sacra" del 1945-1946 come opera di ignoto fiammingo del XV secolo, nel 1953 fu ospitata nella mostra di Messina dedicata ad Antonello, al quale venne attribuita sulla base delle analogie con la S. Eulalia del pittore siciliano nella collezione Forti (Antonello da Messina, 1953, 36). Roberto Longhi (Longhi, 1953, 22-23) ha rilevato rapporti stilistici tra il dipinto di Como e le clarisse presenti nella tavola di Colantonio con S. Francesco che dà la regola agli Ordini. La Castelfranchi Vegas (Castelfranchi Vegas, 1966, 56), riprendendo tale osservazione, ha assegnato l'Annunciata comasca a un maestro iberico-napoletano, mentre Francesco Bologna (Bologna, 1977, 89-90) ne ha riproposto l'attribuzione ad Antonello. Pier Luigi De Vecchi, invece, ha osservato che l'opera in oggetto presenta: "tutte le componenti linguistiche che caratterizzano il modo di filtrare e interpretare i modelli fiamminghi proprio di opere dipinte da maestri valenciani nel corso del quinto decennio del Quattrocento [...]. Anche le decorazioni granite sul fondo oro [...] presentano, nella tecnica come nei motivi, forti analogie con quelle di dipinti come l'Annunciazione del Museo di Valencia o il S. Ildefonso della cattedrale" (De Vecchi, 1981, 26). Anche la Castelfranchi Vegas, più recentemente, ha visto nell'opera comasca "un'accentuazione iberica più schietta" rispetto alla produzione di Antonello (Castelfranchi Vegas, 1998, 80). Su questa via è stata recentemente accolta dagli studiosi l'attribuzione a al pittore valenciano Jacomart Baco, pittore di corte di Alfonso I d'Aragona a Napoli, con il quale fu a contatto lo stesso Antonello da Messina (Barbera, 1998, 32).La tavola è stata recentemente esposta nella mostra monografica su Antonello da Messina (Roma, Scuderie del Quirinale, 18 marzo- 25 giugno 2006) e le è stata dedicata una scheda di catalogo ad opera di Marco Lucco. Nell'intestazione attributiva della tavola è scritto: Attribuita ad Antonello da Messina (Bottega di Jacomart Baço e Pere Joan Reixach), a tal proposito vedi appunto: Marco Lucco, scheda in Antonello da Messina (l'opera completa) (catalogo della mostra) Silvana ed. 2006, pp. 126- 127.Bibliografia: Antonello da Messina e la pittura del Quattrocento in Sicilia, a cura di P. Vigni e G. Caradente, VE, 1953 (II ed.), tav. 32, p. 36; P. Longhi, Frammento siciliano, in "Paragone", IV, 47, 1953, pp. 3- 44; 22- 23; Castelfranchi Vegas, I rapporti Italia- Fiandra, in "Paragone", XVII, 201, 1966, pp. 42- 69; 56; L'opera completa di Antonello da Messina, a cura di G. Mandel, Milano, 1967, p. 86; F. Bologna, Napoli e le rotte mediterranee della pittura. Da Alfonso il Magnanimo a Ferdinando il Cattolico, Napoli 1977, pp. 89- 90; P. L. De Vecchi, in Collezioni Civiche di Como: proposte, scoperte, restauri, Como, 1981, p. 26; F. Scricchia Santoro, Antonello e l'Europa, Milano 1986, pp. 153- 154 scheda n. 2; F. Navarro, La pittura a Napoli e nel Meridione nel Qattrocento, in La pittura in Italia nel Quattrocento, Milano 1987, p. 454; F. Bologna, Ritorno al Maestro di san Severino Apostolo del Norico. Restauri e Recuperi, a cura di F. Bologna, Napoli, 1989, p. 27; Il polittico (....) scheda n. 1, p. 89; Marco Lucco, scheda in Antonello da Messina (l'opera completa) (catalogo della mostra) Silvana ed. 2006, pp. 126- 127.Inventari dei dipinti di proprietà del Comune di Como, dattiloscritto, 1977 ca.Mostre: 1945 Como; 1953 Messina; 1981 Como e San Francisco; 1989 Napoli; 2006 Roma. |