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Opera d'arte Madonna con Bambino a Firenze

L'opera d'arte Madonna con Bambino - codice 09 00230419 si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, statale, Palazzo Martelli, Via Zannetti, 8, Museo di Casa Martelli, sala rossa
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bene culturaledipinto
soggettoMadonna con Bambino
tipo schedaOA_2.00
codice univoco09 00230419
localizzazioneFI, FirenzeVia Zannetti, 8
contenitorepalazzo, statale, Palazzo Martelli, Via Zannetti, 8, Museo di Casa Martelli, sala rossa
datazionesec. XVI prima metà; 1500 (ca.) - 1549 (ca.) [analisi stilistica]
ambito culturaleambito fiammingo(analisi stilistica)
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurecm, alt. 72.5, largh. 58.5,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiPersonaggi: Madonna; Gesù Bambino. Abbigliamento. Attributi: (Madonna) corona.
notizie storico-criticheL'ingresso in galleria del dipinto in esame e la sua provenienza non sono per ora noti. L'immagine presenta Maria che stringe a sé un Bambino dalle forme piene avvolto in un panno bianco. La sua posa risulta piuttosto innaturale, perché, pur essendo sorretto solo dalle mani della madre, che lo reggono per il busto ed il bacino, le gambe risultano protese verso sinistra, come se fosse invece seduto sulle ginocchia della madre. In verità tale posa vuole chiudere lo schema compositivo quasi in un cerchio, rispondendo con questa posa strana all'andamento dell'abbraccio di Maria, al suo chinarsi sul colto del figlio, al gesto del braccio sinistro di Gesù che afferra il velo trasparente della Madonna completato da una corona gemmata. Lo schema pare decisamente derivare dalla Madonna della Seggiola di Raffaello, sia nel rapporto tra il volto della Madonna con quello del Bambino, sia nelle forme ampie e sviluppate dei personaggi. Questo celeberrimo dipinto, testimoniato nella Tribuna degli Uffizi fin dal 1589 (Incerpi in Raffaello a Firenze, 1984, pp. 151-165, part. p. 151), fu probabilmente dipinto verso il 1513-14 (Dussler, Raphael, 1971, p.36; P. De Vecchi, Raffaello, 1982, p. 249; K. Oberhuber, Raffaello, 1982, p.118) ed ispirò un numero altissimo di copisti, a partire da Giovanna Garzoni nel 1648 (G. Incerpi, op. cit., p. 153) fino all'ultimo Ottocento. Oltre alle copie letterali, si conta anche un certo numero di 'copie interpretative, che sottolineano nel dipinto un particolare carattere. Così è quella di Cristofano Allori nella Collezione Raoul Ergmann (G. Incerpi, op. cit., p. 153, 164 nota 22; C. Monbeig Goguel, F. Viatte, Dessins baroques florentins du Musée du Louvre, 1982, p. 102, ill.), che presenta la composizione a figura intera. In questo senso anche il dipinto in esame portebbe essere interpretato. Rimane tuttavia da osservare che le pose dei personaggi si rifanno probabilmente ad una versione precoce della Madonna della Seggiola, se è vero che di essa possiamo rilevare le tracce già nel foglio di disegni conservato a Lille, Musée des Beau-Arts, n. 456-457 (C. Monbeig Goguel in Raphael collections,1983, p. 288-191, n. 103, ill; G. Incerpi, op. cit., p. 157, ill.), contenenti studi per la Madonna d'Alba (Washington, National Gallery of Art) del 1511 ma anche schizzi che preparano sia la Madonna della Seggiola che la Madonna della Tenda (1514; München, Alte Pinakothek). Il nostro dipinto pare in qualche maniera riecheggiare proprio il pensiero che Rafaello espresse nel piccolo schizzo in alto a sinistra in questo foglio; naturalmente, con intenzioni e tono che non è raffaellesco, ma che usa le pienezza di forme del maestro italiano come supporto ad una bellezza devota e pietistica. La Vergine porta infatti la corona ed un velo trasparente sopra i capelli sciolti, ha gli occhi abbassati come in riflessione e in preghiera; l'immagine umana, sorridente e comunicativa della Madonna della Seggiola diviene un'icona destinata alla preghiera. Le forme ampie e chiare, sia nella Madonna che nel Bambino, richiamano le esperienze romane, ma anche düreriane e veneziane, di Jan van Scorel (Scorel Alkmaar) 1495- Utrecht 1562). Le non poche durezze tuttavia presenti nella struttura del dipinto (si vedano anche le mani, dalla supeerficie piatta e poco modulata, e le ingenuità come la posa innaturale del bambino, fanno pensare ad un'opera della cerchia o ad una versione devozionale sulla falsariga di quanto lo Scorel e I suoi seguaci (ad esempio il Maestro del Buon Samaritano) facevano negli anni intorno al 1530. Jan Scorel, che secondo il Van Mander prese pratica dell'arte ad Haarlem presso Willem Cornelisz., e poi ad Amsterdam con Jacob Cornelisz, si trasferì poi nello studio di Jan Gossaert, detto Mabuse, a Utrecht.Partì di lì nel 1518, dirigendosi a Sud attraverso la Germania e l'Austria, con frequenti e brevissime soste. Pare che a Norimberga egli studiasse con il Dürer; a Obervellach, in Carinzia, egli firma e data la sua prima pala d'altare nota, la Parentela di Gesù (1519). Nel 1520 egli giunse a Venezia, ma immediatamente si imbarcò per un viaggio in Terrasanta di cui ci sono rimasti alcuni ricordi fissati in disegni da un taccuino di viaggio e anche, forse, nel paesaggio del Tobiolo con l'Angelo del 1521 (Düsseldorf, Kunstmuseum im Ehzenhof; Brown in Venezia 1999, pp. 464-465, n. 126, ill. ). Rientrato in Europa,nel 1521 egli si diresse a Roma per studiare Raffaello, Michelangelo e gli antichi maestri; lì fu nominato soprintendente del Belvedere durante il breve papato di Adriano VI, nativo di Utrecht. Nel 1524 rientra in Olanda per sempre. L'esperienza romana si percepisce decisamente in tutte le sue opere. Sul dipinto si veda Huys Jansen P./ Squellati Brizio P., Repertory of the Dutch and Flemish Paintings in Italian Public Collections. Tuscany in corso di stampa.
bibliografiaRaffaello Firenze( 1984)p. 151, 153, 164; Dussler L.( 1971)p. 36; De Vecchi P.L.( 1981)p. 249; Oberhuber K.( 1982)p. 118; Dessins baroques( 1981)p. 102; Raphael collections( 1983)pp. 188-191 n. 103; Friedländer M.( 1967-1976)pp. 65-88, 120-129; Meijer B.W
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzoVia Zannetti, 8
provvedimenti tutelaDM (L. 1089/1939, art. 3), 1989/07/10, 1989/07/21
ente schedatoreS417
ente competenteS417
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Squellati P.; Funzionario responsabile: Sframeli M.Bietti M.; Trascrizione per informatizzazione: Romagnoli G. (2008)
anno creazione2007
latitudine43.774177
longitudine11.253221

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