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Opera d'arte Madonna con Bambino a Pisa

L'opera d'arte Madonna con Bambino - codice 09 00406031 si trova nel comune di Pisa, capoluogo dell'omonima provincia sita in monastero (ex), benedettino, Museo Nazionale di S. Matteo, Piazza San Matteo in Soarta, 1, Museo Nazionale di S. Matteo, Prima sala
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bene culturaledipinto, opera isolata
soggettoMadonna con Bambino
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00406031
localizzazioneItalia, Toscana, PI, PisaPiazza San Matteo in Soarta, 1
contenitoremonastero (ex), benedettino, Museo Nazionale di S. Matteo, Piazza San Matteo in Soarta, 1, Museo Nazionale di S. Matteo, Prima sala
datazionesec. XIII seconda metà; 1250 - 1299 [bibliografia; analisi stilistica]
ambito culturaleambito pisano(bibliografia; analisi stilistica)
materia tecnicatavola/ pittura a tempera/ doratura
misurealt. 27.5, largh. 18.5,
condizione giuridicaproprietà Stato, Museo nazionale di San Matteo
dati analiticiTavola rettangolare. In alto, agli angoli, vi sono porzioni triangolari con legno visibile che dovevano ospitare una cornice centinata andata persa. La Vergine è rappresentata a mezza figura, con il Bambino sul braccio sinistro e la mano destra protesa nel gesto d'intercessione. Indossa un velo blu scurodecorato con una ricca crisografia e un bordo dorato a cui sono affissi, all'altezza della spalla destra, dei pendenti; al di sotto ha una tunica rossa, anch'essa crisografata, e una cuffia dello stesso colore con strisce azzurre. Il Bambino indossa una tunica rossa, porta i sandali ai piedi; con la mano destra benedice (con il mignolo alzato), mentre nella sinistra regge un rotulus bianco appoggiato sulla coscia. Presso il margine inferiore, sulla destra, si intravede la figura frammentaria di una persona in ginocchiata con le mani giunte in preghiera. Le aureole sono abbellite da decorazioni rese mediante punzonature sulla foglia d'oroPersonaggi: Madonna; Gesù bambino. Figure: figura inginocchiata.
notizie storico-criticheQuest'opera fu attribuita da Bellini Pietri (1906) a scuola pisana del XIIIsecolo. Van Marle (1923) vi notava motivi di ascendenza bizantina quali si potevanotrovare a Siena. L'attribuzione a scuola pisana del XIII secolo si ritrova in Vigni (1950), che ha definito l'opera di "scarso significato". Cuppini (1952) la inserisce in un gruppo di opere pisane databili nel terzo venticinquennio del XIII secolo, che risentono di certi moduli di Giunta Pisano. Caleca (1978) l'ha riferita al Maestro di san Martino, ma successivamente (1987) non ha inserito l'opera nel catalogo di questo pittore e l'ha genericamente (Burresi-Caleca1999) datata al XIII secolo. Carli (1994) afferma che la tavola riprende loschema della Madonna di Asinello nello stesso Museo di San Matteo, e rilevache essa fa parte di un gruppo di opere che documentano lo svolgersi a Pisa di una corrente indipendente da Giunta. La tavola, proveniente secondo il catalogo del Museo del Bellini Pietri (1906) dall'Opera del Duomo, può essere identificata con il dipinto di piccolo formato che nel 1837, secondo la testimonianza del Polloni, era collocato nel Gabinetto della Reale Deputazione dell'Accademia di Belle Arti di Pisa. Il catalogo del Museo civico di Pisa di I. B. Supino (1894) lo registra come il n° 20 della seconda sala. L'immagine, di ridottissime dimensioni, fu probabilmente destinata in origine al culto privato; il committente va identificato con la persona chesi fece rappresentare sul margine inferiore nell'atto di porsi sotto la protezione della Vergine Maria. La scelta dello schema iconografico ricadde sul tipo consueto della Vergine Hodighitria e si intese imitare l'aspetto di un'icona orientale attraverso l'insistenza sulla decorazione a crisografia, il gesto di benedizione"alla greca" del Bambino o ancora la caratterizzazione di quest'ultimo come persona di età matura. Non è improbabile che la tavola costituisse originariamente lo scomparto centrale di un piccolo trittico devozionale. L'opera ha in comune con altri dipinti pisani della seconda metà del secolo XIII l'utilizzo di alcune soluzioni formali derivate dalla tradizione bizantina della pittura di icone: ad esempio, la resa degli occhi attraverso l'incontro delle linee che delimitano la palpebra inferiore e il sopracciglio, l'introduzione di ombreggiature e linee di contorno rosse e il ricorso ad un'abbondante crisografia, quali si incontrano alternativamente in opere come la Madonna dei Santi Cosma e Damiano, la Madonna n° 1574 e la lunetta dipinta di San Martino. Rispetto a queste opere, tuttavia, la stesura più unita del colore nella resa delle carni la avvicina ancor più alla celebre Madonna del Maestro di San Martino.
altra localizzazioneluogo di provenienza: Toscana, PI, Pisa
bibliografiaBellini Pietri A.( 1906)p. 68, n. 20; Van Marle C.( 1923)p.290; Vigni G.( 1950)p. 112; Cuppini L.( 1952)p. 7; Caleca A.( 1978)p. 13; Caleca A.( 1987)II, p. 626; Carli E.( 1994)pp. 15-21; Burresi M. - Caleca A.( 1999)p. 117; Burresi M., Caleca A.( 2005)p.
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaPisa
comunePisa
indirizzoPiazza San Matteo in Soarta, 1
ente schedatoreS39
ente competenteS39
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Bacci M.; Funzionario responsabile: Burresi M.; Trascrizione per informatizzazione: Giometti C. (2001); Aggiornamento-revisione: Savettieri C. (2002), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Carletti L. (2007), Referen
anno creazione2001
anno modifica2002; 2007
latitudine43.714487
longitudine10.407340

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