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bene culturale | scultura, opera isolata |
soggetto | Madonna con Bambino e angeli |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 03 00181639 |
localizzazione | Italia, Lombardia, MI, Melegnano |
datazione | sec. XIV secondo quarto; 1325 - 1349 [analisi stilistica; bibliografia] |
autore | Maestro delle sculture di Viboldone (notizie prima metà sec. XIV), |
materia tecnica | marmo bianco di Carrara |
misure | alt. 130, largh. 75, |
condizione giuridica | proprietà Ente pubblico territoriale |
dati analitici | NR (recupero pregresso)NR (recupero pregresso) |
notizie storico-critiche | L'opera è stata attribuita al Maestro delle sculture di Viboldone da L. Cavazzini. Fu esposta alla mostra "Sette secoli di storia e di arte: dal 'pane vino e zoccoli' all'assistenza di diritto", nella cui scheda di catalogo si rilevava l'analogia stilistica con i rilievi raffiguranti episodi della vita della Vergine che cingono l'altare di Carpiano (MI) e se ne proponeva una datazione al XV secolo. In effetti la scultura può avvicinarsi ad una serie di sculture, omogenne fra di loro, che Costantino Baroni (La scultura gotica in "Storia di Milano", vol. V, Milano Treccani 1955, pp. 728-812) ha riunito attorno alla Madonna e due santi che trovano posto nella lunetta sopra la porta centrale dell'Abbazia di Viboldone e al sarcofago di Salvarino Aliprandi nella chiesa di San Marco a Milano. Queste opere furono realizzate con ogni probabilità nel corso del quinto decennio del Trecento, se si considera come i lavori di costruzione dell'Abbazia di Viboldone, voluti dal preposto Guglielmo da Villa, si siano conclusi nel 1348, mentre Salvarino Aliprandi morì nel 1344. A tale artista, cui si può dare il nome convenzionale di "Maestro delle sculture di Viboldone", il Baroni riferiva un nutrito elenco di opere. Egli trova posto, nella sequenza cronologica, posto tra la presenza a Milano di Giovanni di Balduccio e l'affermazione di Bonino da Campione. L'intervento di un restauratore, in epoca imprecisata, ha ricostruito la testa del Bambino, che volgeva lo sguardo verso altri interlocutori, figure ormai perdute. Probabilmente l'opera non fu eseguita per l'Oratorio di San Rocco di Riozzo, come dimostrano le vistose rotture della scultura, nonchè il notevole impegno, anche economico, e la qualità che contraddistingue il pezzo: Laura Cavazzini ipotizza pertanto la provenienza originaria della scultura da uno dei tabernacoli che decoravano le sei porte di Milano, di cui Azzone Visconti aveva promosso il completamento architettonico e la decorazione scultorea. Quest'ultimo incarico fu affidato infatti a Giovanni di Balduccio, cui succedette, o l'affiancò proprio il Maestro delle sculture di Viboldone. |
bibliografia | Tesoro Poveri( 2001)p. 411 |
definizione | scultura |
regione | Lombardia |
provincia | Milano |
comune | Melegnano |
ente schedatore | S27 |
ente competente | S27 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Rebora S.; Funzionario responsabile: Maderna V.; Trascrizione per informatizzazione: Faraoni M. (2002); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Cresseri M. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); |
anno creazione | 1995 |
anno modifica | 2006 |