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Opera d'arte Madonna con Bambino di Vicino da Ferrara (notizie 1432/ 1509 ca.), a Torino

L'opera d'arte Madonna con Bambino di Vicino da Ferrara (notizie 1432/ 1509 ca.), - codice 01 00350744 di Vicino da Ferrara (notizie 1432/ 1509 ca.), si trova nel comune di Torino, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, Manica Nuova, Palazzo Reale, via XX Settembre, 86, Galleria Sabauda
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bene culturaledipinto, opera isolata
soggettoMadonna con Bambino
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00350744
localizzazioneITALIA, Piemonte, TO, Torinovia XX Settembre, 86
contenitorepalazzo, Manica Nuova, Palazzo Reale, via XX Settembre, 86, Galleria Sabauda
datazionesec. XV terzo quarto; 1470 (ca) - 1475 (ca) [bibliografia]
autoreVicino da Ferrara (notizie 1432/ 1509 ca.),
materia tecnicatavola/ pittura a tempera
misurecm, alt. 67, largh. 37,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiTavola rettangolare corredata di cornice con montanti in forma di lesene e decorazione intagliata con motivi a candelabra.Personaggi: Madonna con Bambino. Elementi Architettonici. Frutti: ciliegie. Oggetti: libro.STEMMI, EMBLEMI, MARCHI: Classe di appartenenza: bollo, Posizione: retro, in basso, a destra, Descrizione : di colore rosso, in ceralacca, illeggibile,
notizie storico-criticheL’iscrizione sul retro della tavola (“Opera / Di Cosmo Turi altri[menti] / detto Gosmè / Pittor celebre Ferrar[ese] / del sec. XV. / Era della Galleria di Mr. Crispo / Vescovo di Ferrara”), indica la sua provenienza dalla collezione di Monsignor Girolamo Crispi, nato a Ferrara nel 1667 e arcivescovo di Ravenna e poi della sua città natale dal 1721. Monsignor Crispi era ricordato da Girolamo Baruffaldi nelle Vite de pittori e scultori ferraresi (I, 341, n. 1) per aver ottenuto e trasportato nel 1745 due affreschi di Garofalo (Garavelli, 2006). L’attribuzione a Cosmè Tura, con la quale era stata inventariata dallo Scalabrini alla fine del Seicento, fu confermata soltanto da Lionello Venturi (1928) poco prima dell’acquisizione dell’opera da parte della Galleria Sabauda. Pervenne infatti al Museo insieme al nucleo di dipinti che componevano la raccolta dell’avvocato torinese Riccardo Gualino: l'opera, dopo essere stata donata dal proprietario alla Galleria, è stata depositata all'Ambasciata d'Italia a Londra, dove rimane fino al 1959. Lionello Venturi riscontrava il tipico “segno rude e incisivo” del pittore e sottolineava la sua affinità con due Madonne della Galleria Colonna. Il padre Adolfo (1927) aveva proposto come alternativa il nome di Francesco del Cossa e Bernard Berenson (1932) avanzava invece quello di Ercole de’ Roberti, seguito da Ortolani (1941) che avvertiva la vicinanza con le ultime opere dipinte per Schifanoia per via del tono turiano e dell’accento cossesco. L'attribuzione a Ercole de' Roberti è mantenuta da Gabrielli (1961 e 1971). Dello stesso parere Salmi (1960), Natale (1991) che l’accostava specificamente al Mese di Settembre, Puppi (1966) che la ritiene affine al San Girolamo della Pinacoteca di Ferrara e di poco precedente alla predella del Polittico Griffoni, e Sgarbi (1985) che la considerava invece ad esso successiva, ancorandola al primo periodo bolognese del pittore. Qualche anno dopo Bacchi (1987), ribadendo la natura fortemente ferrarese dell’opera, si pronunciava a favore del Maestro dell’Agosto, paternità accolta dalla direzione del Museo (Guide, 1991) e da Sassu (2007); di diverso avviso Benati (1982) e Molteni (1995). Entrambi gli studiosi pur senza propendere per un nome in particolare, individuavano comunemente un possibile ambito di pertinenza in quello di Vicino da Ferrara e una datazione attorno ai primi anni settanta, dunque nel primissimo periodo della signoria di Ercole d’Este. Benati riconosceva in quel torno di tempo alcune involuzioni stilistiche di matrice nordica, accostandola plausibilmente all’anonima Madonna sul ponte di Edimburgo, Molteni non negava le tangenze strette e puntuali con le opere di Ercole de’ Roberti e con gli esagerati sott’in sù già proposti nei troni delle Muse dagli artisti dello studiolo di Belfiore, dai quali derivava ad esempio anche il dettaglio del pendente appuntato sulla spalla della Vergine, eppure riteneva opportuno dirottare altrove la paternità dell’opera. In particolare considerava che l’anonimo pittore nell’impostazione della figura leggermente di tre quarti, nel motivo del coronamento ad arco e ancora nel prezioso sull’acconciatura e nelle volute goticheggianti del manto avesse tradotto, banalizzandoli, alcuni spunti creativi dalla Primavera di Cosmè Tura. Recentemente Andrea G. De Marchi (2001) ha pubblicato una tavola di formato più piccolo (42 x 33,5 cm), già in collezione privata a Lugano e facente parte degli incauti acquisti di Han Coray, che costituisce le “ripetizione del volto” della Madonna Gualino ma che a tutti gli effetti si presenta come un falso, privato in rapporto all’originale della parte inferiore dello schema originale, vale a dire della figura del Bambino benedicente e dei nimbi.
altra localizzazioneluogo di provenienza: ITALIA, Emilia-Romagna, FE, Ferrara; luogo di provenienza: ITALIA, Piemonte, TO, Torino; luogo di esposizione: ITALIA, Piemonte, TO, Torino; luogo di esposizione: REGNO UNITO, NR, NR, NR; luogo di esposizione: ITALIA, Piemonte, TO, T
altre attribuzioniRoberti Ercole de'Tura CosmèCossa Francesco delMaestro dell'Agosto
bibliografiaVenturi, Lionello( 1926); Venturi, Adolfo( 1927)p. 158; Brizio, Anna Maria( 1928)p. 137; Venturi, Lionello( 1928); Berenson, Bernard( 1932)p. 435; [Barbantini, Nino]( 1933)p. 55, n. 29; Gronau, Georg( 1934)p. 427; Berenson, Bernard( 1936)p. 417; Gombosi,
definizionedipinto
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneTorino
indirizzovia XX Settembre, 86
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Accornero, Chiara; ; Funzionario responsabile: Referente scientifico: Gabrielli, EdithMoratti, Valeria
anno creazione2012
latitudine45.073139
longitudine7.684548

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