notizie storico-critiche | La sovrapporta è riconoscibile negli inventari del Castello solo a partire dal 1927 quando è descritta nella "Camera da letto I Ministro (76)", nell'Alloggio del I Ministro, ora Vecchia Amministrazione, al secondo piano nobile, già abbinata alle tele raffiguranti due nature morte con uccelli e paniere di uova e un'altra marina (nn. 4992-4993-4994-4995) così come si presentano ancora oggi. Nel 1964 la tela è semplicemente segnalata come "Dipinto sopraporta Fortezza a sin. in alto in 1° piano uomini a des. mare velieri o barche 1,05x0,90" nella "Foresteria" al numero 1680 ed è stimata 10.000 lire. La tela, benchè difficilmente giudicabile a causa del mediocre stato di conservazione, può essere riferita alla produzione genovese della seconda metà del XVII secolo, come sembra suggerire il confronto con la produzione di pittori quali Antonio Travi detto il Sestri (Sestri Ponente 1608-1665), del quale le collezioni di Palazzo Reale e del Castello di Moncalieri comprendevano diverse opere, due delle quali passate nel 1951 nel Palazzo del Quirinale a Roma (cfr. (cfr. L. Trezzani, in G. Briganti, L. Laureati, L. Trezzani, a cura di, Il patrimonio artistico del Quirinale. La pittura antica. La Quadreria, Roma 1993, pp. 48-49, n. 32). Nel nostro dipinto compaiono figurine molto simili a quelle della "Marina con cantiere navale e figure", così come il motivo della torre che è ripetuto anche nella "Marina" di collezione privata firmata dall'artista con monogramma e pubblicata in "La pittura del '600 a Genova", a cura di P. Pagano, M. C. Galassi, Milano 1988, f. 573. Insieme alle due nature morte e all'altra marina, il dipinto in questione potrebbe forse appartenere all'antica quadreria del conte Filippo San Martino (1604-1667), figura centrale nella politica e nell'arte del periodo della reggenza di Maria Cristina di Francia e nei primi anni di Carlo Emanuele II (1634-1675) e originario proprietario del castello. La collezione di dipinti, che verso la metà del XVIII secolo ha ormai raggiunto il numero di 1834 pezzi (E. Gabrielli, Le decorazioni e gli arredi, in D. Biancolini, E. Gabrielli, a cura di, Il Castello di Agliè. Gli Appartamenti e le Collezioni, Torino 2001, p. 22), nel 1764, con la vendita dell'edificio in favore di Carlo Emanuele III di Savoia (1701-1773), passa alla real casa, e in particolare al duca del Chiablese Benedetto Maria Maurizio, secondogenito del re e di Elisabetta di Lorena, al quale il castello è destinato. Tra i dipinti segnalati nella "Descrizione della Libreria, Mobili e Quadreria esistenti nel Castello d'Agliè" (Torino, Biblioteca Reale, III/2) compilato subito prima del passaggio di proprietà, il 1 ottobre 1764, tra gli effetti di proprietà del marchese Carlo Emanuele San Martino d'Agliè sono infatti segnalate molte opere di questo genere: "...sovraporta rapp.ti uccelli, con cornice liscie dorate 12", "...quadri oblunghi rapp.ti Canestri, e vasi di fiori, con cornici a foglia di Lauro Bianche...8", "... Altro oblungo di Marine, e prospettive...senza cornice 6" e ".. Altro rappresentante Ortaglia, uccelli, ed altre cose, con cornice intagliata, e dorata 8" e ancora " altro oblungo sovraporta rappresentante Marine, e figure con cornice intagliata, e dorata, e con arabeschi agli angoli 24". |