dati analitici | In primo piano, inginocchiato, con le catene alle caviglie, è raffigurato Giovanni Perboyre, in abito di missionario, mentre stringe al petto la croce e rifiuta di adorare l'idolo a forma di scimmia posto su un mobiletto, a sinistra, che il soldato gli stà indicando. Quest'ultimo indossa elmo; casacca senza maniche grigia e bordata di rosso e ampi pantaloni fermati sotto il ginocchio. Dietro di loro, a destra, uno strumento di tortura in legno, e dietro ad esso, numerosi soldati con elmo, ampia casacca e pantaloni variopinti con lance. In alto, si libra in volo un biondo angelo che tiene in mano la corona e la palma del martirio. Sullo sfondo, sopra alcuni gradini, osservano la scena alcuni dignitari cinesi: quello al centro è seduto, altri tre gli stanno intorno in piedi. In alto, entro nubi, sono appena accennati in tonalità pastello, il Cristo, seduto al centro, e, inginocchiati, a sinistra la Vergine e a destra S. Vincenzo de Paoli.Soggetti sacri. Personaggi: Cristo; Maria Vergine; San Vincenzo dè Paoli; Giovanni Perboyre. Figure: soldati; tre dignitari cinesi; angelo. Attributi: (Giovanni Perboyre) palma del martirio; corona; crocifisso. Abbigliamento religioso. Abbigliamento. Oggetti: ceppi; catene; strumento di tortura; scala; statua. |
notizie storico-critiche | Il dipinto ed il suo pendent, San Vincenzo de Paoli e la Beata Luisa de Marillac, evidentemente concepiti insieme, sia per i soggetti trattati, sia per le dimensioni, non risultano presenti a nessuna esposizione torinese. Non sono stati rintracciati documenti che attestino con precisione l'acquisizione delle tele da parte della Provincia di Torino, ma è possibile ipotizzare che siano frutto di una donazione o di una particolare commissione da parte dell' Ente stesso, dal momento che essi presentano sul retro una caratteristica etichetta metallica che permette di individuarne la provenienza dall'Istituto Provinciale dell'Infanzia (IPI), originariamente Opera degli Esposti, passata, per legge, in gestione alla Provincia di Torino dal 1865. Il fatto viene confermato da una fotografia presente in una pubblicazione del 1958: la tela con Luisa de Marillac risulta appesa su una parete della sala della Presidenza dell'Istituto. La particolare iconografia della santa (ante 1595 - Parigi, 1660), cofondatrice con San Vincenzo De' Paoli (Pouy, 1581 - Parigi, 1660) delle Figlie della Carità, spesso rappresentata, insieme al santo, nell'atto di tenere in braccio alcuni bambini, dal momento che una delle più importanti attività vincenziane fu proprio quella della cura degli orfani, contribuisce a confermare un possibile legame con l'IPI. Più difficile comprendere la presenza del secondo dipinto, di cui si è conservata anche una targa metallica che riassume le vicende del religioso rappresentato, sebbene il Perboyre (Puech, 1802 - Wuchang, 1840), martirizzato nel 1840 durante l'attività di predicazione in Cina, appartenesse alla Congregazione dei Preti della Missione o Lazzaristi, fondati dallo stesso San Vincenzo De Paoli nel 1625. Per quanto riguarda la datazione, un possibile indizio può essere rintracciato nelle date del processo di canonizzazione di Luisa de Marillac, intrapreso a partire dal 1886, e di beatificazione del Perboyre, conclusosi nel 1889. Non si tratta, tuttavia, dell'unico caso in cui il pittore, negli ultimi decenni della sua carriera, si sia cimentato nella rappresentazione di santi delle missioni vincenziane, ed in particolare del Beato Perboyre. Sono state, infatti, già rese note tre tele, di cui una effigiante i martiri vincenziani in Cina, per la cappella interna della Casa della Pace a Chieri, un Beato Perboyre in gloria accolto da San Vincenzo de Paoli per la vicina parrocchiale di Testona e, infine, un dipinto di analoga impostazione, raffigurante il Beato Clet nella Casa delle Missioni di Torino. Si noti, infine, che tra il 1887 e i primi mesi del 1888, Rodolfo Morgari, insieme al nipote Luigi (Torino, 1857-1935), spesso a fianco dello zio in importanti imprese di decorazione, riceveva la commissione di realizzare il dipinto allegorico sulla volta della nuova sala del Consiglio Provinciale nel Palazzo delle Segreterie di Stato, ricevendo un compenso di lire 8000 complessive (Archivio Storico della Provincia di Torino). Bibliografia di riferimento, L. Chierotti, voce Luisa de Marillac, in Bibliotheca Sanctorum, vol. VIII, Roma 1966 (1996), pp. 366-372; N. Del Re, voce Perboyre, Giovanni, Gabriele, in Bibliotheca Sanctorum, vol. X, Roma 1968 (1998), pp. 484-487; C. Mossetti, scheda n. 97, in Ricerche a Testona per una storia della Comunità, Catalogo della mostra (Testona, Casa delle Opere Parrocchiali, 20 dicembre 1980 - 18 gennaio 1981), Testona, 1980, pp. 173-174; A. Cifani, P. E. Fiora di Centocroci, F. Monetti, La quadreria e gli ambienti aulici di Palazzo Cisterna, Torino, 1996, p. IV; L. Faccchin, Raccolte d'arte in palazzo Dal Pozzo dela Cisterna. Schede storico-artistiche, in M. Cassetti-B. Signorelli, Il Palazzo Dal Pozzo della Cisterna nell'Isola dell'Assunta in Torino, Torino, 2004, p. 164. |