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bene culturale | dipinto, lunetta |
soggetto | miracolo della Madonna |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 12 00144955 - 2 |
localizzazione | Italia, Lazio, VT, Viterbop.zza S. Maria della Quercia |
contenitore | chiesa, basilica, Chiesa di S. Maria della Quercia, Santuario di S. Maria della Quercia, p.zza S. Maria della Quercia, Chiostro |
datazione | sec. XVII prima metà; 1600 - 1649 [analisi storica] |
autore | Tempesta Antonio (1555/ 1630), |
materia tecnica | intonaco/ pittura a fresco |
misure | UNR, alt. 390, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Ministero per i beni e le attività culturali |
dati analitici | La scena ritrae Dionisio da San Casciano ucciso dai banditi presso Bolsena, e resuscitato dalla Madonna. Immerso nel folto di un bosco la scena sintetizza tutta la drammaticità del fatto; al centro è la vittima e il suo aguzzino, mentre tutto intorno la scena si movimenta con le figure dei supposti banditi. Da sinistra due precedono scomposti indicando il fatto di sangue o quasi non prevedendolo né rendendosene complici, una figura core, quasi scappando e creando scompiglio e smarrimento e quasi domina la scena , in quel mantello gonfio c'è tutta la paura che si è voluta esprimere. Nell'angolo esterno a destra du figure inginocchiate presso un albero sembrano scavare una buca, mentre un di queste sembra voler fermare i due che spuntano da dietro il tronco e che recano una borsa forse contenente monete d'oro.Figure: Dionisio di San Casciano; banditi. Paesaggi. |
notizie storico-critiche | Nel 1511, un cittadino di San Casciano, il quale assalito da due masnadieri che gli erano accompagnati, "un di quelli due messe mano a un pistolese et tirando gagliardissimo colpo alla volta del pover'huomo gli diete siffatta ferita che poco meno gli spiccò la testa dal busto,,," Compiuto il misfatto, i "due crudeli ladroni lo gittarono in un fosso sopra del quale con gran prestezza et con incredibile dolore del feito ragurorno un gran mucchio di sassi, a ciò non posse trovato così presto..." Il toscano allora sentendosi prossimo a morire, si raccomandò alla Madonna della Quercia, alla cui edicola era diretto, con fervente devozione: "Et ecco quel poverello mentre si pensa in brie mandare fuori dell'anima, sente levarsi li sassi di dosso, nel medesimo tempo sente raddoppiarsi virtù e forza nel corpo, onde subito si levò in piedi" Aperti gli occhi meravigliato "gli vede comparirsi davanti una bellissima et oltremodo honorata donna, vestita di candissimi veli, la quale accostatasi pietosamente al ferito prese un fazzoletto e con le propri mani glielo legò al collo coprendo la mortale ferita, e con dolcissime parole gli disse: "Tu me hae col cuore delle tue necessita chiamata et io non ho voluto mancare de soccorrerte. Or venne alla casa mia de la Cuerqua et ivi rendi a Dio grazie" et subito disparve" L'opera è certamente notevole e riunisce in se alcune caratteristiche comuni a parecchi dipinti di lunette nel Chiostro. La forma narrativa dell'episodio che di svolge nelle azioni dei singoli personaggi e si riunisce in un unico significato, da al dipinto una concitazione violenta e allo stesso tempo nitida o ordinata, quasi ritmica. e per alcune caratteristiche stilistiche non sarebbe inverosimile fare il nome di Angelo Pucciati. Stilisticamente il dipinto è ascrivibile ad una mano vicina ad Antonio Tempesta. |
definizione | dipinto |
regione | Lazio |
provincia | Viterbo |
comune | Viterbo |
indirizzo | p.zza S. Maria della Quercia |
ente schedatore | S50 |
ente competente | S50 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Vecchiocattivi L.; Funzionario responsabile: Pedrocchi A. M.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Granata B. (2005); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Granata B. (2005), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); |
anno creazione | 1978 |
anno modifica | 2005 |
latitudine | 42.421270 |
longitudine | 12.149362 |