notizie storico-critiche | Il restauro ha messo in luce la firma e la data dell'opera,ma l'attribuzione al Pécheux risale già alla guida manoscritta del Baistrocchi(R.Baistrocchi,Guida per forestieri,ms. del 1807 presso SBAS PR f.66).Nel 1779 il pittore di origini francesi era pittore di corte a Torino e accademico di Belle Arti in quella città,il che risulta pure dall'iscrizione dove viene espressamente citata la città di Torino.Il Pécheux,famoso soprattutto come ritrattista di gusto francese e neoclassico era già stato a Parma(consigliato al Du Tillot dal Mengs)nel 1765 per eseguire dei ritratti(e in pochi mesi ne completò dodici)della famiglia ducale.Come risulta dalle note biografiche del Pécheux(pubblicate da Bollea L.C.,1942,in bibliografia),il quadro gli era stato commissionato,nel 1777.dal duca stesso in occasione di una visita che il pittore,passando da Parma,gli aveva reso,e durante la quale il duca gli aveva fatto visitare la cappella ducale illuminata con torce. Il duca stesso aveva proposto il soggetto per la tela:San Vincenzo Ferreri che resuscita una morta. Da una lettera dell'abate Paciaudi(pubblicata da Ciavarella,1952)sappiamo anche che il quadro terminato fu esposto in pubblico il 12 aprile 1779,in occasione della festa del santo,e alla presenza del duca,dei professori dell'Accademia Bossi,Muzzi,Ferrari,del tedesco Zoffany,i quali tutti l'avevano molto ammirato.Soltanto Don Ferdinando,dimostrando la sua peculiare competenza agiografica,aveva osservato che forse il santo avrebbe dovuto essere rappresenrtato più magro,meno piacevole.Si tratta quindi di un'opera dalla documentazione assai ricca e interessante.Il Bertini inoltre segnala(cfr.Bertini,1972 e 1979,in bibliografia)che in Archivio di Stato a Parma esistela documentazione di pagamento dell'opera,mentre nella raccolta Ortalli della Biblioteca Palatina di Parma esiste un disegno,forse di Antonio Bresciani,che copiò il quadro per un'incisione,di commissione ducale.La tela è chiaramente ispirata alle teorie del Mengs(Pécheux aveva studiato a Roma dove lo aveva frequentato)sulla pittura di storias:pittura altamente drammatica e ricca di pathos,in forme neoclassiche,armonia della composizione,contrasti coloristici,recupero della classicità in fuzione di una lettura drammatica e "alta" della storia,anche della storia religiosa. |