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Opera d'arte motivi decorativi a grottesche di Marchetti Marco detto Marco da Faenza (1526 ca./ 1588), Vasari Giorgio (1511/ 1574), a Firenze

L'opera d'arte motivi decorativi a grottesche di Marchetti Marco detto Marco da Faenza (1526 ca./ 1588), Vasari Giorgio (1511/ 1574), - codice 09 00281627 - 0 di Marchetti Marco detto Marco da Faenza (1526 ca./ 1588), Vasari Giorgio (1511/ 1574), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, comunale, Palazzo Vecchio o della Signoria, NR (recupero pregresso), Museo di Palazzo Vecchio, Quartiere di Cosimo, bagno
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto, ciclo
soggettomotivi decorativi a grottesche
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00281627 - 0
localizzazioneItalia, Toscana, FI, FirenzeNR (recupero pregresso)
contenitorepalazzo, comunale, Palazzo Vecchio o della Signoria, NR (recupero pregresso), Museo di Palazzo Vecchio, Quartiere di Cosimo, bagno
datazionesec. XVI ; 1561 (post) - 1565 (ante) [bibliografia]
ambito culturaleambito toscano, parziale esecutore(analisi stilistica)
autoreMarchetti Marco detto Marco da Faenza (1526 ca./ 1588), Vasari Giorgio (1511/ 1574),
materia tecnicaintonaco/ pittura a tempera/ pittura a frescostucco
misurealt. 216.5, largh. 195.5, lungh. 368,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale, Comune di Firenze
dati analiticiStanza decorata.NR (recupero pregresso)
notizie storico-criticheIl bagno di Cosimo e' ricordato per la prima volta da Alfredo Lensi che, nel suo volume su Palazzo Vecchio, lo descrive come "una stanzetta buia e gustosamente decorata di affreschi e di stucchi" di cui restano pochissime tracce. In occasione dei restauri dei quartieri monumentali, protrattisi per i primi decenni del Novecento, fu ritrovata murata nella muraglia perimetrale della stanza, l'incavatura dentro la quale si trova tuttora la vasca in pietra serena che il Lensi ritiene originale, ma che, paragonata alla fattura piu' sensibile del pannello in pietra all'interno del quale, nell'elegante ovato centrale, era contenuta la stufa, sembra risultare piuttosto un rifacimento in stile. I gravi danneggiamenti subiti nelle vicende successive del palazzo dal quartiere di Cosimo, di cui anche il bagno fa parte, rendono difficile la ricostruzione della genesi precisa di questo piccolo ambiente. Ricavato dal Vasari sotto un pianerottolo della Scala Piana, la sua costruzione e' stata messa in rapporto con i lavori di quest'ultima che iniziarono nel 1561, ma forse e' da tener presente, per l'uso dell'acqua e la destinazione privata, anche la fontana ora scomparsa che doveva trovarsi sul piano delle camere del duca, "in uno andito a lato della sala de' Dugento", e per la quale esistono pagamenti a scalpellini gia' dall'ottobre del 1557. L'ambiente, e' interamente decorato da Marco da Faenza (alcune scene sono pero' molto restaurate) con storie mitologiche finora non prese in esame dagli studiosi ma riferibili a Psiche e Venere, e grottesche di ispirazione marina. I gruppi con tritoni e putti e le esili canne di fiume compaiono anche nella volta della "Scala Grande", compiuta fra il 1556 e il 1558, e confermano cosi' una datazione fine anni Cinquanta anche per le veloci tempere di quest'ambiente. La struttura spaziale e idraulica del bagno e delle terme analizzata da Vitruvio, ricompare nel Rinascimento gia' nel palazzo urbinate dei Montefeltro. La destinazione del luogo favoriva la licenza iconografica del testo letterario e mitologico, principalmente basato sul tema dell'acqua - tritoni, Naiadi, Ninfe - e della separazione dagli impegni, con figurazioni amorose e giocose - Eros e Venere soprattutto. Tali sono i soggetti delle stufe del cardinal Bibbiena (1516) nei palazzi vaticani e di Clemente VII a Castel Sant'Angelo (ante 1534) (Contardi, Saari), dai quali oltre che l'iconografia generale e talora specifica (vedi schede), e' anche ripresa la stesura pittorica veloce e abbreviata, e il modo semplificato di comporre le storie. Benche' non sia chiaro il significato di alcuni episodi, forse riferibili ad Amore e Venere, la maggioranza di questi che illustrano la favola di 'Amore e Psiche', tratta dall''Asino d'oro' di Apuleio, sono figurativamente ripresi dal ciclo romano di Perin del Vaga e di Domenico Zaga a castel Sant'Angelo, eseguito fra il luglio 1545 e il maggio successivo (Gaudioso). Alla semplificazione narrativa notata in questo stanzino,ci sembra da associare la mancanza di significati reconditi a carattere etico e allegorico, che la favola conobbe nel Rinascimento, riferiti al superamento delle prove sostenute da Psiche prima del trionfo dell'amore e dell'armonia, comuni ai grandi cicli affrescati da Raffaello, Giulio Romano e Perin del Vaga, a tutto favore di una piacevole narrazione della vicenda amorosa come si conveniva al luogo. L'insieme degli elementi qui osservati porta ulteriori sostegni alla cultura figurativa romana di Marco da Faenza.
committenzaDe' Medici Cosimo I granduca di Toscana (1561 ca.)
bibliografiaCecchi A.( 1977)fasc. 329, pp. 9-10; Lensi Orlandi G.( 1977)pp. 161, 165; Quando dei( 1984)pp. 51-72; Muccini U./ Cecchi A.( 1991)pp. 58-62
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzoNR (recupero pregresso)
ente schedatoreL. 41/1986
ente competenteS128
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Frulli C.; Funzionario responsabile: Damiani G.; Trascrizione per informatizzazione: Reggioli C./ Orfanello T. (1998); Aggiornamento-revisione: Reggioli C. (1998), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); Orfanello T. (1999), Re
anno creazione1988
anno modifica1998; 1999; 2006
latitudine43.779926
longitudine11.245030

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