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bene culturale | dipinto, elemento d'insieme |
soggetto | Natività di Gesù e la Beata Margherita de la Metola |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 10 00075795 |
localizzazione | Italia, Umbria, PG, Città di CastelloNR (recupero pregresso) |
contenitore | chiesa, Chiesa di S. Domenico, NR (recupero pregresso), parete sinistra, vicino l'ingresso laterale |
datazione | sec. XV prima metà; 1400 - 1449 [analisi stilistica] |
ambito culturale | ambito umbro(analisi stilistica) |
materia tecnica | intonaco/ pittura a fresco |
misure | alt. 220, largh. 200, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Ministero dell'Interno, Fondo Edifici di Culto (F.E.C.) |
dati analitici | NR (recupero pregresso)Personaggi: Madonna; S. Giuseppe; Gesù Bambino; Beata Margherita de la Met ola; angelo. Architetture: capanna. Oggetti: mangiatoia. Animali: bue; asi no. |
notizie storico-critiche | Il 4 novembre 1919 il mensile 'La cieca della Metola' pubblicava il ritrov amento dell'affresco "...presso la porta laterale...di un bel Presepe, man cante la testa alla figura della Vergine, che ha di fronte una Santa domen icana con il rosario fra le mani, ritenuta S. Rosa da Lima in forza delle memorie cittadine che narrano eseere stato in quel punto un altare dedicat o a detta santa". Ma la figura femminile menzionata non può eseere identif icata con Santa Rosa da Lima perchè questa nacque nel 1586 cioè due secoli dopo la realizzazione di quest'affresco. E' senz'altro da ritenersi la be ata Margherita di Città di Castello, cieca, che venne accolta nel 1301 nel la chiesa della carità di Città di Castello e seppellita in quello stesso edificio alla sua morte, nel 1320. Al termine dei lavori di costruzione de lla nuova chiesa i Padri Domenicani nel 1424 trasportarono il corpo della Beata in S. Domenico e collocato nell'altare Marchesani (Ascani, 1963). Pe rtanto l'affresco dovrebbe risalire al secondo, terzo decennio del XV seco lo. Nell'opera compare anche la raffigurazione della Natività con il San G iuseppe allineato all'immagine dell Vergine e della Beata, il che ha fatto supporre ad alcuni storici (Valentini, 1988), dato che il suo culto nel M edioevo non esisteva ancora, che la particolare venerazione che la Beata n utriva verso il Ssanto, facilitò la diffusione della sua venerazione, dive nendo così protagonista delle scene sacre accanto alla Vergine e al Bambin o. Lo stato di conservazione dell'affresco non consente un'analisi precisa dello stile ma si può di certo affermare che il suo anonimo autore dovett e conoscere l'arte senese della fine del Trecento, riuscendo però incapace di riproporne esattamente le formule e tendendo pittosto ad un processo d i semplificazione che allontanò i suoi prodotti dagli interessanti risulta ti tardo-gotici della produzione senese. Porzione di parete affrescata div isa in vari riquadri rettangolari da linee bianche e rosse e con cornice c osmatesca in alto. |
bibliografia | La cieca Metola, VI, 3 e 4( 1917)VIII, 9, pag. 61; Valentini U.( 1988)pag. 312, n. 9; Cerami D.( 1997)pp. 73-74; Savini S.( 1989)pp. 175-178 |
definizione | dipinto |
regione | Umbria |
provincia | Perugia |
comune | Città di Castello |
indirizzo | NR (recupero pregresso) |
ente schedatore | S38 |
ente competente | S38 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Migliarini M.; Funzionario responsabile: Rossi G.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Buzzi L. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Buzzi L. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); |
anno creazione | 1999 |
anno modifica | 2006 |
latitudine | 43.444333 |
longitudine | 12.248651 |