contenitore | reggia, museo, Palazzo Reale, Piazzetta Reale, Museo di Palazzo Reale, piano III, 34, Appartamento Duca di Aosta, Camera da letto, parete nord |
notizie storico-critiche | Le tele che ornano la stanza costituiscono un nucleo omogeneo e negli inventari storici compaiono con la stessa collocazione: nel 1966 nell'Appartamento Aldo Savi, nel 1911 al Piano terzo, Ufficio di Segreteria della Casa di S. A. I. e R. la Principessa Laetitia di Savoia Duchessa d'Aosta, e nel 1881 nella camera n. 34 del terzo piano. Le sei sovrapporte ed il paracamino, stilisticamente uniformi, paesaggi marini. La marina durante la seconda metà del Settecento ebbe grande diffusione, su modello delle opere di Adrien Manglard (1695-1760) e Claude Jospeh Vernet (1714-1789), entrambi apprezzati dalla corte torinese. In Piemonte molti pittori dipinsero marine, tra cui Francesco Antoniani ed il figlio Paolo Maria, ai quali è tradizionalmente attribuita la maggior parte delle opere di questo soggetto, poco indagato dagli studiosi. L'iscrizione presente sul paracamino, in cui si legge il nome di Antoniani sembrerebbe avvalorare l'ipotesi avanzata anni or sono da Andreina Griseri, che a Francesco Antoniani, presentato con dati anagrafici errati (morì il 9 settembre 1775 e non nel 1805), attribuiva alcune sovrapporte al terzo piano di Palazzo Reale. La datazione degli intagli lignei della stanza risale al 1789, come sostiene Giancarlo Ferraris sulla base dei pagamenti all'intagliatore Giovanni Venera, e l'esatta corrispondenza delle tele alle cornici e alla boiserie farebbe propendere per una datazione delle tele coeva. Recentemente le opere sono state studiate da Valentina Assandria, che nella tesi di laurea le attribuisce a Gaetano Ottani, e da Paolo San Martino, che le ritiene opera di un collaboratore dell'Ottani. Questi, pittore e cantante di origine bolognese, a Torino dal 1749, lavorò nel Palazzo ora della Cassa di Risparmio, in Palazzo Chiablese, in Palazzo d'Azeglio (ora Fondazione Firpo) e nella stessa residenza reale, dove si conservano quattro rovine (due nell'Appartamento di Madama Felicita e due nei depositi) e realizzò numerose altre opere oggi in collezioni private. Il riscontro documentario non scioglieva però i dubbi per un'attribuzione certa ad Ottani, ricordato nei registri di conti del 1789 in un'unica voce per "lavori fatti nei reali palazzi". Per confronti si rimanda alle sovrapporte di due salottini dell'Appartamento dei duchi di Savoia nella Palazzina di Stupinigi (cfr. monografia di Mallè in bibliografia), "quattro importanti marine di grande effetto decorativo, chiuse ancora nelle loro stupende cornici originali" e due dipinti, pubblicati da Cifani e Monetti. Gli studiosi attribuiscono i dipinti dalle cornici sagomate ad un anomimo "pittore attivo nel secondo Settecento, che si colloca in un modulo stilistico tra Scipione e Vittorio Amedeo Cignaroli". Le tele pubblicate, in collezione privata, sembrano della stessa mano delle sovrapporte in Palazzo, con le quali condividono analoghi gruppi di figure e particolari paesaggistici. L'impostazione delle tele spesso ricalca il modello di Vernet, evidente nel proporre elementi paesaggistici o architettonici come quinte prospettiche laterali, nel tipo di imbarcazioni rappresentate, nella maniera di rendere i fenomeni atmosferici (macchie di colore bianco per i marosi che s'infrangono sulle rocce durante una tempesta) e nella disposizione delle figure rappresentate nelle scene. Nel corso della schedatura delle fonti archivistiche di Palazzo Reale è stato individuato un pagamento del 1789 che chiude definitivamente il problema dell'attribuzione delle tele, riconducendole a Paola Maria Antoniani. Il documento infatti è molto preciso e riguarda sia le sei sovrapporte sia il paracamino (cfr. scheda n. 101069 di Elisa Cottura). In particolare il dipinto qui analizzato rappresenta una terribile tempesta marina, che provoca notevoli difficoltà ai velieri rappresentati al largo, vista da una scogliera sulla quale si trovano alcune figurine. La tela ha in comune con l'opera riprodotta da Cifani e Monetti nella fig. n. 779 il gruppo di personaggi delineati sullo scoglio in basso a sinistra, intenti a tentare di soccorrere i naufraghi in mare e la scialuppa carica di persone in balia delle onde. ; La tesi di laurea di Valentina Assandria s'intitola "La pittura di rovine nel secolo XVIII in Piemonte", relatore Andreina Griseri, anno accademico 1988-89. |