Invernomuto.net

Ho realizzato questo sito per rendere disponibile alla consultazione questa mole enorme di dati altrimenti difficilmente consultabili :)

Opera d'arte Nettuno Minerva e Coronide di Giaquinto Corrado (1703/ 1766), a Torino

L'opera d'arte Nettuno Minerva e Coronide di Giaquinto Corrado (1703/ 1766), - codice 01 00197781 di Giaquinto Corrado (1703/ 1766), si trova nel comune di Torino, capoluogo dell'omonima provincia sita in villa, museo, Villa della Regina, Compendio di Villa della Regina, NR (recupero pregresso), Piano primo, Appartamento di S.M., Anticamera verso ponente - 23: parete ovest
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaleimbotte di finestra, elemento d'insieme
soggettoNettuno Minerva e Coronide
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00197781
localizzazioneItalia, Piemonte, TO, TorinoNR (recupero pregresso)
contenitorevilla, museo, Villa della Regina, Compendio di Villa della Regina, NR (recupero pregresso), Piano primo, Appartamento di S.M., Anticamera verso ponente - 23: parete ovest
datazionesec. XVIII secondo quarto; 1735 (ca.) - 1735 (ca.) [bibliografia]
autoreGiaquinto Corrado (1703/ 1766),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurealt. 67.7, largh. 139,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiSovrapporta sagomata nella quale emerge al centro della scena, dai fondali marini, Nettuno avvolto da un manto giallo-ocra allacciato in vita: lo distinguono una corona dorata e il tridente visibile in basso. Coronide con una veste blu e bianca, che le lascia scoperto il petto, è colta nel momento iniziale della metamorfosi con cui tenta di sottrarsi al dio. Tra Nettuno e la ninfa si frappone Minerva, con elmo, scudo, veste azzurra e manto rosso.Divinità: Nettuno; Minerva. Personaggi: Coronide. Oggetti: faretra; frecce. Paesaggi. Mare.
notizie storico-criticheIl dipinto è identificabile nel primo inventario della Villa finora noto, risalente al 1755, con una delle sovrafinestre che arredavano l'Anticamera verso Ponente dell'Appartamento di S. M. (23): "Nettuno, che trattiene una Dea volante" (cfr. Angela Griseri, Un inventario per l'esotismo. Villa della Regina 1755, Torino 1988, pp. 8-9). Appartiene ad una serie comprendente un'altra tela sovrafinestra (Diana con una Ninfa sovra una nuvola e Glauco nell'acqua) e quattro sovrapporte (Apollo musico, perduto, Bacco e Arianna, Deucalione e Pirra e Giove e la capra amaltea), opere tutte riferibili allo stesso autore, per il quale nel 1942 Eugenio Olivero avanzava dubitativamente il nome di Corrado Giaquinto, ricordando la precedente assegnazione di Giuseppe Vernazza a Beaumont (E. Olivero, La Villa della Regina in Torino, Torino 1942, p. 25): in realtà a quest'ultimo pittore si riferivano "tutte le sovrapporte de' più nobili soggetti dell'istoria", senza specificazioni circa i soggetti e la collocazione delle opere (Biblioteca Reale, Miscellanea Vernazza, 8-116). Marziano Bernardi, avvalendosi degli studi condotti su Giaquinto nel dopoguerra, gli affidava con sicurezza le opere in questione, pubblicando la fotografia della tela raffigurante "Apollo con Marsia", rubata nel settembre del 1979 (M. Bernardi, Tre palazzi a Torino, Torino 1963, tav. XXI; cfr. SBAS 67, Ufficio Furti, fasc. Torino, Villa della Regina, settembre 1979; C. Mossetti, a cura di, Villa della Regina. Diario di un cantiere in corso,Torino 1997, pp. 52-53, figg. 8-9). Più recentemente, Angela Griseri ha ipotizzato la presenza di collaboratori accanto a Giaquinto, riconoscibili nei "brani aperti di paesaggio e gruppi sveltiti" che fanno da quinta alle composizioni (Ang. Griseri, op. cit., Torino 1988, p. 8, nota 26). Il restauro condotto tra il 1992 e il 1993 dal Laboratorio Nicola di Aramengo d'Asti ne ha reso più agevole la lettura, lasciando supporre che l'intervento degli aiuti di Giaquinto sia stato più ampio del previsto, come attesta in particolare l'adozione meno esperta e più approssimativa di stilemi e soluzioni tipiche del maestro. Rispetto alle opere del pittore pugliese, la scena ha una composizione molto semplice, animata soprattutto dalla gestualità ampia dei personaggi: i livelli di rappresentazione sono solo due, dati dalle figure in primo piano e dalla quinta paesistica ridotta all'essenziale. Permangono inoltre le difficoltà di datazione: di Giaquinto sono noti due soggiorni torinesi. Chiamato verosimilmente da Filippo Juvarra, Corrado Giaquinto arriva infatti a Torino nel giugno 1733 e vi si trattiene per circa sei mesi: a questo momento risale il primo ed unico incarico documentato per la città, datato 20 settembre 1733, quando aggiunge la figura della "Madonna della Lettera" nella tela dipinta da Sebastiano Conca raffigurante "S. Giovanni Nepomuceno" per la chiesa di San Filippo. Gli studi di Michela Di Macco (I pittori "napoletani" a Torino: note sulla committenza negli anni di Juvarra, in A. Griseri e G. Romano (a cura di), Filippo Juvarra a Torino. Nuovi progetti per la città, Torino 1989, pp. 282-287) e di Edith Gabrielli (Vita e opere di Corrado Giaquinto, in Giaquinto. Capolavori dalle Corti in Europa, catalogo della mostra, Milano-Firenze 1993, p. 40) consentono ora di riferire a questo periodo l'intervento dell'artista a Villa della Regina per quanto riguarda l'esecuzione dei due dipinti murali raffiguranti temi tratti dalle "Metamorfosi" di Ovidio ("Venere piange Adone" e "Apollo e Dafne") che decorano il salone, le sei sovrapporte ora al Palazzo del Quirinale ma provenienti dalla Camera da Letto verso Levante dell'Appartamento del Re a Villa della Regina (stanza 24), abbinate alle due sovrafinestre ancora in loco, raffiguranti episodi delle storie di Enea. Il secondo soggiorno piemontese del pittore è stato invece circoscritto tra il 1735 (post febbraio quando è ancora documentato a Roma per il funerale della moglie e del figlio) e il 1737-1738, quando il 20 settembre è nuovamente attestato a Roma, dove la Corte Sabauda tenta, senza successo, di richiamarlo per affrescare dei soffitti in Palazzo Reale (A. Baudi di Vesme, Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, Torino 1963-1982, vol. III, pp. 528-529; E. Gabrielli, op. cit., Milano-Firenze 1993, p. 40). A questo secondo periodo dovrebbero risalire gli altri interventi a lui riferibili nella Villa come la decorazione della volta della Camera del letto verso Ponente dell'Appartamento di S. M. la Regina (stanza n. 32) con il "Trionfo degli dei", distrutta nel corso dei bombardamenti del 1943 (E. Olivero, op. cit., Torino 1942, pp. 19, 71, tavv. XXXI-XXXXIV) e la serie delle tele (sovrapporte e sovrafinestre) dell'Anticamera verso ponente (stanza 23) (prosegue in OSS.)
altra localizzazioneluogo di provenienza: Piemonte, TO, Torino
altre attribuzioniBeaumont Carlo Francesco
bibliografiaMeyer A.( 2000)pp. 562-567; Mossetti C.( 1997)pp. 52-53; Gabrielli E.( 1993)pp. 33-66; Di Macco M.( 1989)pp. 282-287; Griseri Ang.( 1988)pp. 8-9 n. 26; Bernardi M.( 1963)p. 101; D'Orsi M.( 1958)pp. 44-48; Olivero E.( 1942)p. 25
definizioneimbotte di finestra
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneTorino
indirizzoNR (recupero pregresso)
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Arena R.; Funzionario responsabile: Mossetti C.; Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Manchinu P. (2007), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1998
anno modifica2007
latitudine45.071707
longitudine7.678011

oppure puoi cercare...

  • opere d'arte nel comune di Torino
  • opere d'arte nella provincia di Torino
  • opere d'arte nella regione Piemonte