notizie storico-critiche | Si tratta del bozzetto per l'Atto III°, scena 2° e 7°; Atto III°, scena 1° e 2°. Sul verso sono presenti due vecchie targhe d'archivio con i numeri: 45; 223; oltre a 6 timbri sparsi. Aschieri, esponente del razionalismo romano, era stato allievo di Luciano Baldassari, scultore e scenografo. Con l'ingresso degli architetti il colre viene sostituito dalla struttura plastica. a partire dal 1930 Aschieri realizza alcuni modellini tridimensionali di scene teatrali in cui si riflettono alcune soluzioni proprie della cultura razionalistica. La collaborazione del Teatro dell'Opera, iniziata nel 1935, è costituita da un totale di sei interventi scenografici metà dei quali sono andati dispersi (tra questi ultimi "La Fedra" 1935; "Gianni Schicchi, 1936; "Suior Angelica", 1936). L'Alceste, musica di C. W. Gluck, libretto di P. Calzabigi, rappresentata il 6 gennaio 1937, prevede cinque tavole illustrative. L'ambiente scenico è costituito da pochi elementi fondamentali: piani verticali e orizzontali, scale, pilastri e rastremature rovesciate ispirati all'architettura minoica. La luce, come in Appia Aschieri, gioca un ruolo fondamentale piovendo fdall'alto e in obliquo a sondare lo spazio. Ogni scena è costituita di più livelli praticabili, agevolando i movimenti e permettendo di isolare i personaggi principali dalle masse. Le indicazioni a tempera bianca relativa agli atti e alle scene sul verso di ciascuna tavola sono errate perché invece di quattro, l'opera è stata realizzata in tre atti come risulta dal libretto di sala. |