notizie storico-critiche | Nella Galleria Martelli il dipinto porta tradizionalmente l'attribuzione al pittore Adriaen van de Velde (1636-72), nato ad Amsterdam dal pittore e mercante d'arte di origini haarlemesi Willem van de Velde I. La sua formazione denota l'influsso di pittori della vita contadina come Emmanuel Murant e J. Wjnants, e di pittori reduci dall'Italia, come Carel du Jardin, o Isaac de Moucheron che portarono al van de Velde le tonalità calde e chiare e la luce dei cieli mediterranei. Una visita di Adriaen nella penisola è solo ipotetica e, se mai avvenne, fu limitata ad un breve periodo tra 1656 e 1657. Il pittore si specializzò in scene di vita agreste ambientate nella natura, e collaborò come figurista con pittori più strettamente paesaggisti come Jacob van Ruisdael, Daniel Schellincks e Fréderic de Moucheron. Il dipinto in esame riprende certamente moduli e temi cari al van de Velde (si veda ad esempio la mucca, che ricorda un particolare nel dipinto di Londra, National Gallery (Contadini e bestiame ad un guado, inv. n. 868; C. Gould, Ch. Brown (a cura di), The National Gallery. Illustrated General Catalogue, London 1973, p. 760, ill.) e comunque offre un repertorio degli spunti cari ai pittori nordici emigrati al Sud: le acque chiare del guado, la pastorella scalza, la forra solitaria e ombrosa, lo sguardo liquido degli animali, il tempo apparentemente sospeso di un mondo appartato e primevo. Il paesaggio però presenta una sorta di sfasatura stilistica rispetto ad Adriaen van de Velde, che definisce e differenzia ogni elemento della vegetazione con un'osservazione lenta ed accurata. Qui le chiome degli alberi sono invece accennate in un getto solo, privilegiando l'artificio sopra l'imitazione. Anche l'edificio che si intravvede tra gli alberi sulla collina, dal tetto di tipo nordico, non pare seguire la stessa norma di accuratezza prospettica e realizzativa del maestro amsterdamese. D'altra parte le stesse figure non hanno l'eleganza esecutiva e la finezza del pennello del van de Velde ; si veda la struttura ossea schematica della mucca, troppo evidente sotto la pelle, e la giovane contadina, un po' troppo squadrata e secca. Il dipinto dipende certamente, almeno nella parte figurale, da modelli del pittore finora non noti, ma del resto diffusi come dimostra l'esistenza di un'altra versione parziale a Torino, Galleria Sabauda, inv.n. 698 (tavola, 26 x 18,5 cm ; B. Meijer, G. Sluiter, Repertory of the Dutch and Flemish Paintings in Italian Public Collections. Piedmont, in corso di stampa : scuola neerlandese). L' esecuzione pare da doversi attribuire ad una mano sempre nordica, ma decisamente dell'ultimo quarto del Seicento. Non ci pare fuori luogo, considerando anche la presenza nelle collezioni sabaude della tavoletta già citata, un accostamento al nome di Peeter Bolckman, chiamato 'de Roeper' (Gorinchem 1638- Torino 1710), che fu a Roma dal 1668-69 e poi a Torino, dal 1679 in poi, contribuendo a diffondere nel Piemonte il liguaggio dei bamboccianti romani e nordici. Il paragone con il grande Paesaggio con pastori e bestiame presso un pozzo (Limone Piemonte, Municipio; tela, 183,5 x 225 cm. A. Cifani, F. Monetti, I Piaceri e le Grazie. Collezionismo, pittura di genere e di paesaggio fra Sei e Settecento in Piemonte, I-II, Torino 1993, II, p. 79-80, ill.; G.Sluiter in G. Romano, G. Spione (a cura di), Cantieri e documenti del Barocco: Cuneo e le sue Valli (cat. della mostra, Cuneo, ex-chiesa di San Giovanni e Museo Civico), Cuneo 2003, p. 276, n. 21, ill.) permette di notare un modo affine nel definire le anatomie degli animali, una analoga rigidezza formale nelle figure dei pastori ed anche un'impaginatura non dissimile, con la parte importante della scena concentrata in un angolo del primo piano e bilanciata da un grande albero sulla destra, in cui le foglie sono colpite da rapide sferzate si luce. Anche il trattamento del terreno e delle rocce, a campi appiattiti, e degli alberi nel lontano, appare sovente nei dipinti del Bolckman. Sul dipinto si veda Huys Jansen P./ Squellati Brizio P., Repertory of the Dutch and Flemish Paintings in Italian Public Collections. Tuscany in corso di stampa. |