dati analitici | In primo piano, in ombra, un altipiano con un verde prato interrotto, qua e là da roccie. Al centro è rappresentata, di spalle, una figura femminile appena abbozzata con foulard, scialle dal quale fuoriescono le maniche della camicetta e lunga gonna. Il personaggio si dirige verso una cappellina in pietra dal tetto spiovente collocata ai margini della spianata, sulla destra, in pieno sole, vicino alla quale è posto un masso. Sullo sfondo pendici montuose assolate e brulle giocate sui toni di giallo. La sommità è nascosta da chiare e sfilacciate nuvole.Soggetti profani. Paesaggi: paesaggio montano. Figure: donna. Abbigliamento. Costruzioni: cappellina votiva. |
notizie storico-critiche | La tela, come indicato da una targa apposta sulla cornice, venne donata direttamente dal pittore (Chiomonte/TO, 1873-Racconigi, 1926) alla Provincia di Torino; nonostante le ricerche archivistiche effettuate presso i fondi dell'Ente, non è stato possibile individuare in quale data sia avvenuta la donazione. E' noto che nel testamento l'artista che, all'attività pittorica, affiancò sempre quella di politico ed amministratore, avesse disposto una donazione consistente di dipinti al paese natale e a quello di Racconigi, ma non risulta che vi fosse inclusa anche la Provincia di Torino. Inoltre, benchè il dipinto porti la data 1913, data la genericità del soggetto, ampiamente praticato dal pittore, non è possibile rilevare se l'opera, prima della donazione, sia stata presentata ad alcuna delle numerose rassegne a cui Levis prese parte negli anni in esame, in particolare la personale che si tenne proprio nel 1913 alla Permanente di Milano. L'opera non compare indicata nei cataloghi delle esposizioni torinesi nell'anno in esame. L'autore, dopo aver lasciato la facoltà di giurisprudenza, studiò pittura con Lorenzo Delleani, al cui magistero si sentirà sempre fortemente legato, esordendo precocemente nel 1897. Pur dedicandosi prevalentemente al paesaggio sulla linea del maestro, elaborò soluzioni personali in cui le predilette tematiche alpine e campestri, osservate dal vero e rese con sciolte pennellate sono caratterizzate da precise scelte cromatiche giocate sugli accordi di verdi, blu e grigi. Bibliografia di riferimento: A. Cifani, P. E. Fiora di Centocroci, F. Monetti, La quadreria e gli ambienti aulici di Palazzo Cisterna, Torino, 1996, p. IV; E. Bellini, Pittori Piemontesi dell'Ottocento e del primo Novecento dalle Promotrici torinesi, Torino, 1998, pp. 241-242 (con quotazioni di mercato); L. Vertova, voce Giacomo Grosso, in P. Dragone (a cura di), Pittori dell'Ottocento in Piemonte. Arte e cultura figurativa 1895-1920, Torino, 2003, pp. 340-341. |