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Opera d'arte Pitagora esce dalla caverna di Ghisolfi Giovanni (1623/ 1683), a Torino

L'opera d'arte Pitagora esce dalla caverna di Ghisolfi Giovanni (1623/ 1683), - codice 01 00351305 di Ghisolfi Giovanni (1623/ 1683), si trova nel comune di Torino, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, Manica Nuova, Palazzo Reale, via XX Settembre, 86, Galleria Sabauda
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto, opera isolata
soggettoPitagora esce dalla caverna
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00351305
localizzazioneITALIA, Piemonte, TO, Torinovia XX Settembre, 86
contenitorepalazzo, Manica Nuova, Palazzo Reale, via XX Settembre, 86, Galleria Sabauda
datazionesec. XVII metà; 1650 (ca) - 1654 (ca) [bibliografia; analisi stilistica]
autoreGhisolfi Giovanni (1623/ 1683),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurecm, alt. 33, largh. 47,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiTela rettangolare dipinta in cornice lignea dorata del XVIII secolo, decorata con modanature alternativamente lisce e a ovuli. Rappresenta a destra una figura maschile avvolta in un mantello nell'atto di uscire da una caverna, accolta da varie figure in piedi e in ginocchio intorno a ruderi e basamenti antichi. A sinistra in primo piano un tempio circolare antico e arcate in rovina. Sullo sfondo un paesaggio montano.Paesaggio. Architetture. Soggetti profani. Personaggi: Pitagora.
notizie storico-critichePendant del 'Didone fonda Cartagine' (inv. 445), il dipinto è segnalato come opera del Ghisolfi, in collaborazione con Lauri, esposta nel Gabinetto attiguo alla Camera per la Tavola di Palazzo Reale nella "Descrizione delle pitture sculture et altre cose più notabili del Real Palazzo e Castello di Torino" del 1754. Nell’inventario fatto stilare da Carlo Felice nel 1822 è invece registrato come opera di Giovanni Paolo Pannini. È questa l’attribuzione con cui il quadro compare nei più antichi cataloghi a stampa della Sabauda (D’Azeglio 1838, Callery 1859, Baudi di Vesme 1899) e ancora in Arisi 1961 (p. 37). Fu invece ricondotto alla mano di Giovanni Ghisolfi da Leandro Ozzola (1913, p. 122), con un’attribuzione confermata dalla critica recente (Busiri Vici 1992, p. 82; Capitelli 2004, p. 286). Il quadro costituisce una buona testimonianza del ‘rovinismo’ di taglio classicista dell’artista, caratterizzato da costruzioni orchestrate con misurato e sapiente equilibrio, da una cromia virata sui toni del viola e del grigio, dalla presenza di figure vivaci ma composte ad animare l’insieme. Il soggetto qui raffigurato ritorna, con composizione analoga, in un dipinto autografo in collezione Almagià a Roma (cfr. Busiri Vici 1992, p. 80). Le figure, attribuite ora a Filippo Lauri ora a Salvator Rosa, devono in realtà essere ascritte ad altro collaboratore dell’artista.
altra localizzazioneluogo di deposito: ITALIA, Piemonte, TO, Torino; luogo di provenienza: ITALIA, Piemonte, TO, Torino
altre attribuzioniPanini Giovanni PaoloGhisolfi Giovanni/ Lauri FilippoGhisolfi Giovanni/ Rosa Salvator
bibliografiaD'Azeglio, Roberto( 1838); Callery, J. M.( 1859)p. 161; [Baudi di Vesme, Alessandro]( 1899)p. 145; [Baudi di Vesme, Alessandro]( 1909)p. 151; Ozzola, Leandro( 1913)p. 122; Ozzola, Leandro( 1921)p. 19; Pacchioni, Guglielmo( 1932)p. 16; Gabrielli, Noemi( 19
definizionedipinto
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneTorino
indirizzovia XX Settembre, 86
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Culatti, Marcella; ; Funzionario responsabile: Referente scientifico: Gabrielli, EdithNicita, Paola
anno creazione2012
latitudine45.073139
longitudine7.684548

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