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Opera d'arte ritratto d'uomo di Ubaldini Domenico detto Domenico Puligo (1492/ 1527), a Firenze

L'opera d'arte ritratto d'uomo di Ubaldini Domenico detto Domenico Puligo (1492/ 1527), - codice 09 00196341 di Ubaldini Domenico detto Domenico Puligo (1492/ 1527), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, statale, Palazzo Pitti, Palazzo Pitti, piazza Pitti, 1, Galleria Palatina e Appartamenti Reali, sala di Flora
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bene culturaledipinto
soggettoritratto d'uomo
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00196341
localizzazioneItalia, Toscana, FI, Firenzepiazza Pitti, 1
contenitorepalazzo, statale, Palazzo Pitti, Palazzo Pitti, piazza Pitti, 1, Galleria Palatina e Appartamenti Reali, sala di Flora
datazionesec. XVI ; 1525 (ca.) - 1525 (ca.) [bibliografia]
autoreUbaldini Domenico detto Domenico Puligo (1492/ 1527),
materia tecnicatavola/ pittura a olio
misurealt. 106, largh. 74,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiNR (recupero pregresso)Soggetti profani. Ritratti. Personaggi: Piero Carnesecchi; mezza figura; di tre quarti a sinistra. Abbigliamento: abito stretto in vita da sciarpa; guanti; berretto.
notizie storico-criticheIl ritratto è stato attribuito dalla critica ad Andrea del Sarto, a causa della sua alta qualità, fino al 1909, quando Carlo Gamba lo ha assegnato al Puligo e da allora questa attribuzione è stata condivisa da tutti gli studiosi. Maggiori problemi ha creato l'identificazione dell'uomo. Dai critici che hanno ritenuto il quadro opera di Andrea del Sarto, nell'Ottocento, è stato inizialmente considerato un autoritratto e con tale identificazione è stato trasportato a Parigi e citato nei cataloghi ottocenteschi della Galleria fiorentina. Ma già nel 1891, il Venturi cita il dipinto semplicemente come un ritratto di "nobile giovane fiorentino" realizzato da Andrea del Sarto, mentre altri studiosi dell'opera dell'artista hanno proposto altre identificazioni: il Biadi (1829) avanza l'ipotesi che si tratti del perduto ritratto del "Commesso di Vallombrosa", lo Jacobsen (1901) vede nel modello la stessa fisionomia del "Ritratto di uno scultore" della National Gallery di Londra (n. 690), mentre il Banchi ci vede quella del "Doppio Ritratto" della Palatina (inv. 1912, n. 118), anch'esso già considerato un autoritratto di Andrea del Sarto con la moglie del Bardi (1837), in realtà probabile opera di Tommaso di Stefano Lunetti (cfr. Padovani S. in Andrea del Sarto, 1986, pp.181-183). Infine il Guinness (1899) cita il quadro in esame più genericamente come un ritratto di artista e lo Knapp (1907) ritiene che non sia un autoritratto ma una copia di un originale perduto del Sarto. Ma già il Biadi (1829), il Bardi (1837), il Reumont (1835) e lo Jacobsen (1901) avevano notato una somiglianza con il ritratto degli Uffizi, inv. 1890, n. 1489. Sulla base di questa somiglianza, nel 1909 lo Schaeffer - che cinque anni prima aveva considerato il dipinto un autoritratto di Andrea del Sarto - ritiene che i due quadri, questo di Pitti e quello degli Uffizi, siano entrambi ritratti di Pietro Carnesecchi: il primo però realizzato da Andrea del Sarto, il secondo, meno grandioso, dal Puligo, come ci ricorda il Vasari. Lo stesso anno, e indipendentemente, giunge alla medesima conclusione anche il Gamba che, però, come visto, attribuisce anche il ritratto di Pitti al Puligo. La critica successiva non ha più messo in discussione l'identificazione e l'attribuzione proposte dal Gamba, tranne il Costamagna e la Fabre (1986). Infatti i due studiosi ritengono che i due ritratti sopracitati, pur essendo entrambi realizzati dal Puligo, non rappresentano la stessa persona e la loro somiglianza è solo apparente, dovuta alla tendenza a creare volti stereotipati propria dell'artista: dal momento che il ritratto degli Uffizi rappresenta sicuramente il Carnesecchi sulla base della testimonianza del Vasari, il ritratto della Palatina ha un'identità sconosciuta e è databile intorno la 1525. Ci sentiamo di condividere l'opinione del Costamagna e della Fabre, accostando il dipinto, da un punto di vista stilistico, oltre che al ritratto di Oakly Park, alla "Madonna con Bambino e San Giovanni Battista della Palatina (inv. 1912, n. 145), entrambi databili in questi anni (Capretti 1988-1989). La critica recente è concorde nel considerare il dipinto opera della maturità dell'artista.
altra localizzazioneluogo di provenienza: Toscana, FI, Firenze; luogo di provenienza: Toscana, FI, Firenze; luogo di provenienza: Francia
altre attribuzioniAndrea del Sarto
bibliografiaDescrizione Palazzo( 1819)p. 29; Inghirami F.( 1828)p. 43; Biadi L.( 1829)pp. 158, 160, 166; Inghirami F.( 1834)p. 38; Reumont A.( 1835)p. 218; Imperiale reale( 1837-1842); Burckhardt J.( 1855)p. 968; Chiavacci E.( 1859)p. 93; Crowe J. A./ Cavalcaselle G.
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzopiazza Pitti, 1
ente schedatoreS17
ente competenteS417
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Capretti E.; Funzionario responsabile: Damiani G.; Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Rossi V. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1989
anno modifica2006
latitudine43.765656
longitudine11.249350

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