notizie storico-critiche | La serie di ovali di cui fa parte l'esemplare in esame, rappresentanti eminenti figure di cardinali legati alla storia sabauda, unitamente ad una tela con il cardinale Sigismondo Gerdil (Samoëns, 1718-Roma, 1802), datata al 1783, sono ricordati per la prima volta nella riedizione della monografia di Felice Pastore del 1828 (F. Pastore, Storia della Real Basilica e Congregazione di Soperga, Torino, 1828, p. 46) con collocazione nel Refettorio ove oggi sono disposti i ritratti dei pontefici, mentre nell'inventario del 1834 si ricordano nove ritratti di cardinali nella sala attigua al Salone destinato ai sovrani e alla famiglia reale al piano terreno. Il primo allestimento è ribadito da buona parte della guidistica ottocentesca sino all'ultimo decennio del secolo quando, in occasione del riallestimento delle sale al primo piano ed al piano terreno per ospitare l'Appartamento reale ed altri ambienti di rappresentanza, i dipinti vennero trasferiti nella Biblioteca, e appesi alla balaustra della sala n. 3, unitamente ai ritratti, di diverso formato, del cardinale Maurizio di Savoia e di papa Felice V, Tutti a Superga ricordi e impressioni di un visitatore, Torino, 1894, p. 37; L. Selvaggi, La Biblioteca di Superga, in "Accademie e Biblioteche d'Italia", n. 32, Roma, 1982, p. 238. Non sono stati rintracciati ulteriori documenti che certifichino la natura della committenza e la sua datazione, né il possibile trasferimento da altre residenze. Tuttavia, appare notevole l'assonanza, sia per formato e tipologia della cornice, sia per stesura pittorica, con i ritratti di papi ed antipapi trasferiti a Superga dal Palazzo Reale di Torino nel 1820, documentati nelle sedi di Rivoli e Venaria, forse in più serie, nel corso del XVIII secolo. A questo proposito si ricordi che nelle schede Vesme, alla voce, Giovanni Battista Grassi (Baudi di Vesme A., L'arte in Piemonte, Torino, 1966, vol. II, p. 540), figura nel 1717 un grosso pagamento da parte della corte per aver "raccomodato n. 169 quadri vecchi di ritratti di sommi pontefici" e "per altri 118 quadri dè sommi pontefici fatti novi", tutti destinati al castello di Rivoli. Si propone, pertanto, a titolo di ipotesi, che almeno parte di essi possa annoverarsi nell'ambito della produzione di tale artista, dal momento che gli esemplari in esame non presentano una stesura uniforme e potrebbero aver coinvolto, per la loro realizzazione, più di un pittore. Tra i personaggi rappresentati nelle tele, ripetutamente, due sono le figure che vengono maggiormente celebrate dalla guidistica ottocentesca: il cardinale Bellarmino e il cardinale Bona. Tra i personaggi rappresentati nelle tele, ripetutamente, due sono le figure che vengono maggiormente celebrate dalla guidistica ottocentesca: il cardinale Bellarmino e il cardinale Bona. Il Bellarmino (Montepulciano, 1542-Roma, 1621), gesuita, cardinale e arcivescovo di Capua, fu uno dei maggiori teologici della Controriforma; nella chiesa dei SS. Martiri di Torino, a conferma dei rapporti intercorsi con la corte sabauda, è conservata, entro una teca di vetro, nella sacrestia, una veste a lui appartenuta. |