notizie storico-critiche | Il calco in gesso "in basso rilievo raffigurante la testa di un uomo" è segnalato nella ricognizione del 1964, quando, con il numero 2365, è registrato nella Galleria degli Uccelli al secondo piano del Castello e valutato 1000 lire. Nelle precedenti inventariazioni è riconoscibile solo per il numero d'inventario 6820 relativo al 1908, quando nel "Magazzino del Guardamobili" è registrato un "modello in gesso". Il tondo, non datato, dovrebbe corrispondere ad una forma cosidetta "di seconde impronte", cioè derivata già da un calco positivo (cfr. A. Giusti, a cura di, Sculture da conservare. Studi per una tecnologia dei calchi, Milano 1990, pp. 93-100). Appartiene ad una serie di calchi corrispondenti ad alcuni dei diciannove bassorilievi in gesso conservati nella sala di passaggio della zona nota come Appartamento Chierici, nel mezzanino tra il piano terra e il primo piano (E. Gabrielli, Le decorazioni e gli arredi, in D. Biancolini, E. Gabrielli, a cura di, Il Castello di Agliè. Gli Appartamenti e le Collezioni, Torino 2001, pp. 80, 102 nota 478). Il gesso in questione riproduce le effigie del Conte Alfonso Scarampi di Villanova, Cavaliere d'accompagnamento della Duchessa di Genova. Il positivo reca la data del 27 agosto 1852. Della serie, eseguita da Bisetti tra il 1852 e il 1854, fanno parte, accanto ai ritratti del Duca Ferdinando di Savoia e della Duchessa Elisabetta, quelli della sua Dama d'onore la Contessa Carolina di Villamarina di Campo, del Gran Mastro il Marchese D'Angrogna e di suo figlio Alessandro Gentiluomo di Corte, delle Dame di Palazzo le Contesse della Valle, di Germagnano e Villanova, dei Cavalieri di Compagnia i Marchesi di Villanova, di Sommariva, Vittorio Asinari di S. Marzano, Lamba Doria e Pallavicini e degli Ufficiali della Casa Militare del Duca il Cavaliere Luigi Prina Intendente Generale, il Marchese Nicolò Rapallo, il Conte Luigi Avogadro di Quaregna e il Marchese Ambrogio Doria. La serie è parzialmente ricordata nelle collezioni del castello a partire dall'inventariazione degli oggetti d'arte compilata dal pittore Sampietro nel 1855, che segnala il positivo del ritratto in questione nella "Camera di passaggio" al numero 403, e in quella successiva del 1857, che nella "Saletta di Parata LXII" dei "Mezzanini Inferiori al 1° piano Nobile", al numero 641, ricorda solo "sedici bassi rilievi in gesso" già abbinati alle cornici nere ancora presenti. Non rintracciabile nel 1876, la serie è nuovamente segnalata al completo nel 1908 nell"Anticamera appartamentino N.° 73", dove il ritratto del Conte di Villanova è registrato al n. 4446. Nel 1927 i "picoli quadri in gesso" del Bisetti sono inventariati nella "Camera di passaggio (6)" degli "Appartamenti delle LL. AA. RR. il Principe Tomaso di Savoia, Duca di Genova e della Principessa Bona (dal N. 2 al N. 28)", segnalando in particolare al n. 170 quello del Conte di Villanova. L'inventario del 1964 li registra ancora nella stessa collocazione, cioè nella "Foresteria sopra le serre" "entro cornice nera, quadrata esternamente e tonda nell'interno", valutati ciascuno 2.500 lire.Lo scultore Antonio Bisetti, originario di Novara, compiuti i primi studi a Varallo (1828-1829), con i fondi stanziati dal Collegio Caccia di Novara, si trasferisce in seguito a Torino e a Roma, dove è allievo di Carlo Finelli, collaboratore nello studio di Thordvalsen. Presente alle esposizioni della Società Promotrice di Belle Arti di Torino dal 1849 (cfr. A. Panzetta, Dizionario degli scultori italiani dell'Ottocento e del primo Novecento, v. I, Torino 1994, p. 50), per il Castello di Agliè Bisetti esegue anche altre opere quali il busto di Gregorio XVI ora nella Galleria d'arte, databile intorno alla metà del XIX secolo e un bassorilievo in marmo rappresentante la Duchessa di Genova a cavallo, ancora segnalata da A. Bertolotti nel 1869 nella "Camera in capo alla Galleria del teatro verde". Lo stesso autore oltre a segnalare i bassorilievi in questione, definiti "lavori per lo più del Bisetti", sempre collocati nei "Mezzanini, nei quali trovasi l'appartamento di S.A.R. la Duchessa di Genova e dei Principi", accenna all'attività di restauratore del giovane scultore, relativamente ad alcuni reperti antichi rinvenuti nella villa della Ruffinella presso Roma nel 1839 e condotti ad Agliè, con particolare riferimento alla statua marmorea di Giove coi fulmini (A. Bertolotti, Passeggiate nel Canavese, Ivrea 1869, p. 28). Nel 1846 è infine pagato 1000 scudi a saldo del prezzo "convenuto della Statua in marmo rappresentante S. M. il Re Carlo Felice, in acconto dei quali furono pagati scudi 850, come risulta dai Mandati N. 453 del 1843, N. 273, 475 del 1845; N. 332 e 458 del 1846 e così per saldo totale scudi 150" (ora a Torino, Palazzo Chiablese; ASTO, Duca di Genova. Casa di Maria Cristina, Carte Varie, mazzo 42, fasc. 4, mandato N. 253). |