dati analitici | Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, di tre quarti, seduto su una poltrona con cimasa sagomata, imbottita con rivestimento di colore rosso. Lo sguardo è rivolto verso l'osservatore. Sopra i capelli bianchi porta lo zucchetto nero. Indossa veste talare nera dalla quale fuoriesce il colletto bianco, in due strisce inamidate. Al collo porta una croce dorata e, appeso ad un nastro marezzato verde, il pendente dell'ordine della SS. Annunziata; sul petto è appuntata anche la placca dello stesso ordine. Con le mani tiene una lettera. Sul tavolo con ripiano in marmo bianco sono collocati un vasetto, calamaio con penne ed un campanello argentato. Sfondo neutro di colore verdone. La tela è posta entro cornice di profilo e luce rettangolare. Interamente dorata. Battuta liscia; tripla fascia modinata. Gancio metallico circolare collocato in alto, posteriormente, per sospensione.Soggetti profani. Ritratti. Personaggi: Cesare Dionigi Garretti di Ferrere. Abbigliamento religioso: veste talare. Mobilia: Poltrona. Oggetti: lettera; tavolo; vasetto; penne (2); calamaio; campanello. |
notizie storico-critiche | La prima indicazione circa la presenza di dipinti nel palazzo attiguo alla Basilica di Superga è registrata nell'inventario del 1754, senza specificazione topografica e iconografica, tuttavia, la citazione del ritratto di monsignor Fontana, terzo Preside della Basilica, lascerebbe presupporre che si tratti anche di ritratti. Nel 1768 una serie di nove dipinti, senza soggetto, è indicata al piano terreno, nella manica nord, nella stanza attigua a quella del trucco, gioco antesignano del bigliardo. Nella guida a stampa di Felice Pastore edita nel 1797 l'autore precisa che tra gli ambienti più notabili del palazzo vi fosse "il gran salone, ove la Real Corte si trattiene il giorno della Natività di M.V., ed è questo ornato di ritratti di quei Presidi, e Convittori, che furono promossi alla dignità di Arcivescovi, e Vescovi, i quali si resero, e si rendono tutt'ora l'ornamento di quasi tutte le diocesi dello Stato, non meno che delle esterne." (F. Pastore, Soperga Notizie della Reale basilica raccolte da Felice Pastore, Torino, 1797, p. 25). Tale collocazione è ribadita da buona parte della guidistica ottocentesca sino all'ultimo decennio del secolo quando, in occasione del riallestimento delle sale al primo piano ed al piano terreno per ospitare l'Appartamento reale ed altri ambienti di rappresentanza, i dipinti vennero trasferiti nella Biblioteca ove attualmente si trova anche l'esemplare in esame, Tutti a Superga ricordi e impressioni di un visitatore, Torino, 1894, p. 37; L. Selvaggi, La Biblioteca di Superga, in "Accademie e Biblioteche d'Italia", n. 32, Roma, 1982, p. 237. Si tratta dell'unico dipinto firmato e datato sulla tela; ben poche sono le notizie sulla pittrice, di modesta qualità, documentata nel 1798 con un pagamento di modesta entità senza precisazioni sull'opera commissionata, A. Baudi dI Vesme, L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, Torino, 1963, vol. I, p. 115. L'opera, secondo quanto attestato da Felice Pastore, venne inviata alla Basilica come dono dai nipoti del religioso. Cesare Dionigi Garretti di Ferrere (m. Torino, 1826), teologo collegiato, fu elemosiniere del duca del Chiablese, preside di Superga dal 1815, abate di S. Michele della Chiusa; venne insignito nel 1822 del titolo di mastro di cerimonie dell'ordine supremo della SS. Annunziata, F. Pastore, Storia della Real Basilica e Congregazione di Soperga, Torino, 1828, pp. 151-157; A. Manno, Il Patriziato subalpino: notizie di fatto, storiche, genealogiche, feudali ed araldiche, desunte da documenti, I e II vol. a stampa, Firenze, 1895-1896, [gli altri voll. in copie dattiloscritte], vol. XI, p. 193. |