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Opera d'arte ritratto di Alfonso d'Este duca di Ferrara a Pesaro

L'opera d'arte ritratto di Alfonso d'Este duca di Ferrara - codice 11 00206132 si trova nel comune di Pesaro nella provincia di Pesaro Urbino sita in palazzo, Palazzo Mazzolari Mosca, via Gioacchino Rossini, 37, Musei Civici, depositi
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bene culturaledipinto
soggettoritratto di Alfonso d'Este duca di Ferrara
tipo schedaOA_3.00
codice univoco11 00206132
localizzazioneItalia, Marche, PU, Pesarovia Gioacchino Rossini, 37
contenitorepalazzo, Palazzo Mazzolari Mosca, via Gioacchino Rossini, 37, Musei Civici, depositi
datazionesec. XVI ; 1500 - 1530 [analisi stilistica]
ambito culturaleambito Italia settentrionale(analisi stilistica)
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurealt. 42, largh. 30.5,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale, Comune di Pesaro
dati analiticiNR (recupero pregresso)Ritratti: D'Este Alfonso duca di Ferrara. Abbigliamento: contemporaneo: berretto. Oggetti: collana.
notizie storico-criticheIl dipinto, inedito, è registrato da Enrico Galluppi come ritratto di Alfonso D'Este e forse è decurtato ai margini. Il confronto con ritratti della casata d'Este induce a identificare il personaggio con Alfonso I, per alcuni tratti fisiognomici cartteristici, come il lungo setto nasale un po' storto e aquilino. Si confronti il ritratto alternativamente attribuito a Scuola ferrarese e a Dosso Dossi, conservato a Ferrara in Palazzo Marfisia, o quello attribuito a Sebastiano Filippi, detto Bastianino, risalente al 1563 e conservato nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti, che ritrae Alfonso I in piedi con un braccio poggiato ad una bocca di cannone, sottolineando la sua abilità nel campo dell'artiglieria, o, ancora, quello del Pordenone, che calza un cappello, come nel dipinto già Galluppi, conservato a Vienna, nella Galleria Belvedere. L'impianto compositivo si direbbe attestato su modelli oltremontani, ancora primocinquecenteschi, per il primo piano molto ravvicinato che non sembra tenere in considerazione le innovazioni leonardesche e raffaellesche nel taglio e nell'individuazione psicologica, nè la tipologia dello State Portrait inaugurata da Tiziano. Potrebbe trattarsi di un esemplare di non altissima qualità con funzione documentaria, tratto da qualche serie di Uomini Illustri simile a quella che Paolo Giovio (1483-1552) conservava nella Galleria della sua villa di Como. Come si evince dalla bibliografia, Ercole I (Ferrara 1476-1534) fu il terzo figlio di Ercole I e, in quanto primo maschio destinato alla successione, compensò una scarsa educazione in senso umanistico (il che non gli impedirà di coltivare la pittura, l'architettura e la musica, proteggendo personalità di spicco come l'Ariosto e Tiziano) con una spiccata predisposizione per le attività tecnico-pratiche, in specie, come già detto, l'artiglieria: il che gli sarà quanto mai utile nelle tormentate vicende belliche in cui si troverà coinvolto. La sua giovinezza è segnata dagli equilibrismi politici del padre, che fin dal 1477 lo aveva promesso alla figlia di Galeazzo Maria Sforza, Anna (il matrimonio fu poi celebrato nel 1491). Nel 1501 venne fatto convolare a nuove nozze con Lucrezia Borgia, figlia del papa Alessandro VI, nel tentativo di mettere al riparo il ducato dall'aggressivo espansionismo della famiglia Borgia. Nel 1508 Lucrezia gli diede il primogenito Ercole II (poi duca) e, l'anno dopo, Ippolito (cardinale, a sua volta, come lo zio). Intanto nel gennaio 1505, scomparso Ercole I, gli subentrò immediatamente. Lo scoppio della guerra di Cambrai (1509) comportò per il giovane duca un lungo e difficile periodo di attività militare: nominato gonfaloniere della Chiesa da Giulio II, conquistò Rovigo, Este (luogo topico della casata), Montagnana (dategli poi in feudo dall'imperatore Massimiliano) e partecipò all'assedio di Padova; il 22 dicembre inflisse quindi una secca sconfitta ai Veneziani, di cui distrusse quasi completamente la flotta nello scontro della Polesella. Ma le segrete trattative di pace avviate l'anno successivo tra la Serenissima e il papa diedero inizio a un'interminabile sequela di rovesci per l'Estense, tanto che l'esistenza stessa del ducato ne venne minacciata e fino al punto che Giulio II gettò contro il duca la scomunica (9 agosto 1510) e lo dichiarò decaduto dal ducato. Stessa sorte subì, poi, sotto il papato di Leone X Medici che mirava a formare un principato nelle Romagne a beneficio del nipote Giuliano. Vari territori del ducato gli vennero negli anni sottratti fino a che, nel 1530, attraverso un'abile politica diplomatica nei confronti di Carlo V, ne torna in possesso, reintegrando Reggio e Modena, ma in quanto terre dell'Impero, e previo il versamento al papa 100.000 ducati d'oro.
definizionedipinto
regioneMarche
provinciaPesaro Urbino
comunePesaro
indirizzovia Gioacchino Rossini, 37
ente schedatoreR11
ente competenteS70
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Franchini C.; Funzionario responsabile: Costanzi C.; Trascrizione per informatizzazione: Franchini C. (2003); Aggiornamento-revisione: Eusebi C. (2003), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Piccoli T. (2006), Refere
anno creazione2003
anno modifica2003; 2006
latitudine43.910847
longitudine12.913901

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