notizie storico-critiche | Alfonso Filiberto Arborio Gattinara, Capitano dei Granatieri del reggimento di Guardia di S.A.R., fu Regolatore e poi Governatotre del Collegio fra il 1719 e il 1721. Il suo testamento non è conseravto nell'Archivio, ma sappiamo che legò col suo ultimo, del 18 serttembre 1764, 400 lire al Collegio (Vercelli, Archivio del Collegio delle Orfane, Ordianti dal 1719 al 1764, al 17 gennaio 1730). Altri documenti, quiali le trascrizini sull'eredità del padre Marchese D. Mercurio Alfonso fra i 12 figli (17 marzo 1701) o il testamento della madre Marchese Eleonora Maria Arborio di Gattinara Contessa di Viverone e Signora di Occhieppo Superiore (30 maggio 1704) pervenenro probabilmente al Collegio attraverso il fratello Giuseppe Maria che istituì l'ente erede universale con atto impugnato legamente da Guglielmo Mercurino e sul quale arrivò a transazione il 23 luglio 1743 (Vercelli, Archivio del Collegio delle Orfane, Casella AI; A. MANNO, Il Patriziato Subalpino, Firenze 1906, p. 69 ad vocem). Alfonso Filiberto morì il 23 gennaio 1729 e fu sepolto nella distrutta chiesa vercellese del Carmine, ove presso la cappella di S. Apollonia e della Madonna delle Grazie si leggeva la seguente iscrizione "HIC SCRUANTUR OSSA COMIS ET EQUITIS ALPHONSI PHILIBERTI ARBOREI A GATTINARA QUI OBIIT DIE 23 JANUARI ANNI 1729 AETATIS SUAE 68 (P. BELLARDONE, La chiesa e il convento del Carmine nelola ex furia di Vercelli, Vercelli 1979, p. 55).Non è chiaro di fronte all'assenza di ritratti dia ltrri benefattotri anche più generosi, se il dipinto sia stato commissinato dal Collegio stesso o se vi sia giunto per volontà o attraverso l'eredità di Giuseppe Maria. Il ritratto è di tipo aulico, senza concessini al domestico o al quotiduano: Alfonso Filiberto vi figura in armatura, simbolo del suo stato nobiliare e della carica di Capitano dei Gtanatieri. L'immagine è esemplata sul tipo di ritrattistica francese e francesizzante pubblica ed ufficiale della seconda metà del Seicento, divulfgata in Piemonte dall'incisine raffigurante Carlo Emanuele I eseguita da R. Nanteuil prima del 1669 per il theatrum Statuum Sabaudiae Ducis (I rami incisi dell''Archivio di Corte: sovarni, battaglie, architetture, tipografia, catalogo della mostra, Torino 1981, p. 12, fig. 3 e p. 23; A. BAUDI DI VESME, Schede Vesme - L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, v. ii, Torino 1968, ad vocem). Il ritratto fi probabilmente eseguito prima della morte del Conte Arborio, poichè l'effiguiato dimostra un'età oscillante fra i 40 e i 50 anni; l'iscrizione con il riferimento alla Congregazione vercellese potrebbe essere stata aggiunta posteriomente, con l'acquisizine del dipinto da parte del Collegio. |