notizie storico-critiche | Il dipinto, unitamente al ritratto di Barbara Roero di Cortanze, fu acquistato per lire 90 000, su incarico del presidente della Provincia, Giacomo Grosso, dal col. Brosio presso l'antiquario Wanennes di Genova il 10 maggio 1962, L. Faccchin, Raccolte d'arte in palazzo Dal Pozzo dela Cisterna. Schede storico-artistiche, in M. Cassetti-B. Signorelli, Il Palazzo Dal Pozzo della Cisterna nell'Isola dell'Assunta in Torino, Torino, 2004, p. 155. Dall'iscrizione presente sulla tela, analoga nei quattro ritratti femminili della famiglia dal Pozzo e successiva alla realizzazione degli stessi, per i quali si ipotizza una comune provenienza da una delle raccolte della famiglia, dovrebbe esservi rappresentata Anna Barbara Litta (Milano, 1645 - Torino, 1733), figlia del marchese Agostino, moglie di Giacomo Maurizio Della Cisterna (Torino, 1643-96). Sebbene sia possibile, attraverso gli inventari conservatisi, rilevare, nel corso dell'Ottocento, un consistente spostamento di ritratti dinastici dalla residenza torinese, ove essi risultano per lo più conservati nel XVIII secolo, al castello di Reano, venduto nel 1894 a Enrichetta di Caracciolo Ginetti-Kellermann Valmy, risulta del tutto improbabile poter individuare i singoli esemplari raffiguranti le principesse di casa Dal Pozzo, dal momento che essi vengono elencati ripetutamente con indicazione generica. Almeno tre sono le serie di dipinti ovali con ritratti di famiglia individuati ed è ipotizzabile che i due, oggi conservati in Palazzo Cisterna, facessero parte di un'unica serie, forse opera di uno stesso autore. La data indicata sulla tela, riferentesi al momento della morte della principessa, contrasta con i dati della moda che si riferiscono all'ultimo decennio del secolo XVII o al primo del successivo, sia per quanto riguarda l'acconciatura con parte dei riccioli sollevati in alto che richiamano ancora la seicentesca moda francese del frontage, sia per lo scollo a punta della veste profilato da pizzo e arricchito al centro da un diadema con perle. Potrebbe anche trattarsi di una replica di un dipinto più antico, destinata a rimpiazzare un esemplare logoro o ad arricchire le collezioni di una diversa residenza, A. Manno, 1895-1906, Il Patriziato subalpino: notizie di fatto, storiche, genealogiche, feudali ed araldiche, desunte da documenti, I e II vol. a stampa, Firenze [gli altri voll. in copie dattiloscritte], vol. XXI, p. 703; A. Cifani, P. E. Fiora di Centocroci, F. Monetti, La quadreria e gli ambienti aulici di Palazzo Cisterna, Torino, 1996, p. II. La cornice, dalla linea molto semplice, appare non pertinente alla tela e di fattura otto-novecentesca. |