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bene culturale | scultura, elemento d'insieme, In alto |
soggetto | ritratto di Carlo Bescapè |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 01 00034628 - 1 |
localizzazione | Italia, Piemonte, NO, Novara |
datazione | sec. XIX seconda metà; 1850 - 1865 (ante) [analisi stilistica; documentazione] |
autore | Argenti Giuseppe (1810/ 1876), |
materia tecnica | marmo bianco di Carrara/ intaglio/ scultura |
misure | alt. 100, largh. 56, prof. 30, |
condizione giuridica | proprietà Ente pubblico territoriale |
dati analitici | Il busto ripropone le fattezze del benefattore; è rivolto leggermente a sinistra ed è realizzato con intensità espressiva e sicurezza nel modellato. Il vescovo indossa l'abito religioso ed una croce che scivola sul petto; i tratti somatici sono sottolineati dalla barba, baffi e capelli resi con un chiaroscuro piuttosto accentuato.Soggetti profani. Personaggi: Carlo Bescapè. Abbigliamento religioso. |
notizie storico-critiche | Il busto di Monsignor Bescapè (per la cui collocazione si rimanda alla pianta allegata alla prima scheda cartacea della serie) fa parte della galleria dei benefattori collocati nella loggia al piano superiore del cortile d'onore secondo le intenzioni della delibera del 18 maggio 1848; questa volontà testimonia la penetrazione di un concetto culturale emerso dalla realizzazione della serie di ritratto proposti dal Canova per il Pantheon romano a partire dal 1809 e nella stampa di "Vite e ritratti di illustri italiani" avvenuta nel 1812 e nel 1820 per opera del Bettoni (M. Di Macco, in Garibaldi: arte e storia, Firenze 1982, p. 51). Tale attività ebbe come ideatore lo scultore Giuseppe Argenti, che probabilmente affiancò gli amministratori nella definizione del progetto: suo è infatti lo schizzo datato 1856 che propone il modello di medaglione per i busti collocati al piano terreno e suoi sono diversi busti collocati al primo piano della loggia, secondo la testimonianza del 1865. Il vescovo novarese Carlo Bescapè è rirettamente collegato alla storia dell'Ospedale Maggiore, poichè, con decreto del 9 gennaio 1603 eresse canonicamente in parrocchia la chiesa di San Michele Arcangelo, assegnando al curato la prebenda di canonicato. Inoltre, con testamento del 18 settembre 1613, istituiva il Pio luogo erede universale fino alla somma di 2000 ducati d'oro (G. B. Morandi - S. Ferrara, L'Ospedale Maggiore della Carità di Novara. Memorie storiche, Novara 1907, pp. 5, 7, 99). A pieno diritto i vescovo fa dunque parte del Pantheon cittadine, essendo anche una delle principali figure della città di Novara; successore di Pietro Ponzone, è eletto generale dei Barnabiti nel 1586 e vescovo nel 1593. Uomo colto il Bescapè era già coadiutore del Borromeo negli affari delle Curia vescovile milanese e a Novara, il suo operato si rivalse prima della riorganizzazione e moralizzazione ecclesiastica, mirando alla diffusione della predicazione, ricostruendo le scuole della dottrina cristiana, fondando confraternite e appoggiando la costituzione di nuove fabbriche religiose. La sua cultura (18 opere stampate e 38 manoscritte) ed i suoi interessi fanno delle visite pastorali un punto di riferimento sicuro, da cui si attingono notizie sulla situazione morale e religiosa del clero e delle popolazioni di città e provincia, ma anche relative all'organizzazione storica e civile dei territori. L'impegno civile e morale del Bescapè improntò così ampiamente la città di Novara che si ritrovano continui riferimenti alla sua opera ed alla sua persona; fra questi si annotano il ritratto nella chiesa di San Marco (Novara), quello del Museo Civico (probabile precedente al busto in marmo in oggetto), quello nella sacrestia della chiesa di San Pietro al Rosario (Novara). Il busto schedato è una delle prime opere commissionate dall'Amministrazione. In mancanza di una documentazione archivistica diretta, si possono considerare il modellato fortemente chiaroscurato, la secchezza delle pieghe, l'incisività dello sguardo che rimandano all'attività di Giuseppe Argenti, autore attivo a Novara nella decorazione dei principali edifici cittadini intorno alla metà del XIX secolo. Anche in questo busto, il legame con l'ambiente colto cittadino con le indicazioni accademiche prevalentemente lombarde è evidente. Solo verso il 1880-1890 le nuove leve accoglieranno orientamenti artistici più diversificati e provenienti da ambiti culturali torinesi e roamni, in cui - grazie al sussidio del Collegio Caccia - gli allievi affinavano le proprie conoscenze artistiche. |
bibliografia | La Verità( 1865); Morandi G. B./ Ferrara S.( 1907)pp. 5, 7, 99; Di Macco M.( 1982)p. 51 |
definizione | scultura |
regione | Piemonte |
provincia | Novara |
comune | Novara |
ente schedatore | S67 |
ente competente | S67 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Mongiat E.; Funzionario responsabile: Venturoli P.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Marino L. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Marino L. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); |
anno creazione | 1984 |
anno modifica | 2006 |