notizie storico-critiche | L'opera, nonostante l'analogia di formato con gli altri ritratti acquistati dal celebre antiquario Pietro Accorsi, fatto che potrebbe indurre ad ipotizzare che essi provenissero da un'unica collezione, oppure che fossero stati adattati ad un criterio di uniformità in occasione della vendita all'Ente, presenta sul retro della cornice un'etichetta patrimoniale, non rintracciata nelle altre opere, del 1928, anno di un'inventariazione generale dei beni della Provincia di Torino di cui non è stato reperito il manoscritto. Appare, quindi, da escludersi l'appartenenza dell'opera alle raccolte Dal Pozzo (ipotizzata in A. Cifani, P. E. Fiora di Centocroci, F. Monetti, La quadreria e gli ambienti aulici di Palazzo Cisterna, Torino, 1996, p. VIII), dal momento che nessun ritratto risulta indicato nell'elenco degli oggetti acquistati dall'Ente, unitamente al palazzo, nel 1940. Potrebbe trattarsi di una delle tele indicate nell'inventario, parzialmente conservatosi, degli elementi d'arredo presenti nel Palazzo delle Segreterie di Stato all'atto di acquisto da parte della Provincia di Torino nel 1886. Da un punto di vista stilistico la tela, sia per l'impianto della composizione, sia per l'attenzione alla resa fisiognomica dell'effigiato, evidentemente destinata a restituire un'immagine aulica ed ufficiale del sovrano, potrebbe ricondursi all'ambito della produzione di Giovanna Battista Clementi, detta la Clementina (Torino, 1690-1761); per un profilo biografico della pittrice, A. Baudi di Vesme, Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, Torino, 1963, Torino, vol. I, pp. 326-329; A. Griseri, voce Clementi, Maria Giovanna Battista, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, 1982, vol. 26, pp. 379-380; S. Sven-Villard, voce Clementi, Maria Giovanna Battista, in Saur Allgemeines künster-Lexicon, Munchen-Leipzig, 1998, pp. 506-507. L'opera che riproduce il sovrano in fattezze di età relativamente giovanile e con la corazza, probabilmente allusiva alle campagne militari condotte dal sovrano in occasione della guerra di successione polacca ove egli si distinse per particolari meriti militari, è avvicinabile sia per la scelta della posa, sia per le caratteristiche del volto, sebbene con un diverso abbigliamento ed ambientazione, assente nel dipinto in esame, con una tela attualmente conservata nell'Appartamento Napoleonico del palazzo del Quirinale a Roma, ma proveniente dal Palazzo Reale di Torino, L. Trezzani, scheda n. 192, in L. Laureati-L. Trezzani (a cura di), Il patrimonio artistico del Quirinale. Pittura antica. La quadreria, Roma, 1993, pp. 184-185. Ben più stringenti confronti possono invece individuarsi con ritratti a mezzo busto conservati nel castello di Racconigi: una tela, di formato ovale, utilizzata come sopra specchiera nella anticamera del secondo piano e un pastello che Noemi Gabrielli attribuì a Giovanni Stefano Liotard e che ritenne, erroneamente, raffigurante Vittorio Amedeo III (N. Gabrielli, Racconigi, Torino, 1971, pp. 57, 178). L'opera è stata pubblicata in A. Cifani, P. E. Fiora di Centocroci, F. Monetti, La quadreria e gli ambienti aulici di Palazzo Cisterna, Torino, 1996, p. VIII. |