notizie storico-critiche | Il dipinto appartiene alla serie di tele raffiguranti Cavalieri dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata commissionate dalla regina Maria Cristina, vedova di Carlo Felice, per la Galleria della Chiesa del Castello di Agliè. Il ciclo fu inaugurato dal ritratto del "governatore di Torino Sallier de La Tour, il comandante delle truppe nel 1821, e ministro degli esteri di Carlo Felice, dipinto nel 1841 dal Capisani (bozzetto a Racconigi)" (cfr. E. Castelnuovo-M. Rosci, a cura di, "Cultura figurativa e architettonica negli stati del Re di Sardegna 1773-1861", catalogo della mostra, Torino 1980, v. I p. 396 di Marco Rosci e v. III p. 1417 di Rosci M.; E. Gabrielli, "Le committenze romane di Maria Cristina di Borbone regina vedova di Sardegna" in "Maestà di Roma da Napoleone all'Unità d'Italia, catalogo della mostra, Milano 2003, pp. 398-400). Al dipinto di grandi dimensioni furono accostati, come pendant, il ritratto di Guglielmo di Grandson realizzato da Francesco Sampietro e poi il gruppo di tele più piccole (cm. 70 x 50 circa). La scelta tematica della serie s'inserisce nel filone programmatico di esaltazione dinastica condiviso dal nuovo sovrano Carlo Alberto, promotore di progetti analoghi a decorazione della Galleria del Daniele e della Sala del Caffè di Palazzo Reale a Torino, distinguendosi però nella scelta degli artisti coinvolti. La regina infatti, in autonomia dalla sfera ufficiale, predilesse giovani pittori degli stati sardi e vincitori del pensionato a Roma come Angelo Capisani, Gaetano Gallino, Michelangelo Pittatore, Carlo Frigiolini, Francesco Sampietro e Francesco Cusa.Il dipinto in esame fu realizzato da Angelo Capisani (nato nel 1808, allievo dell'Accademia torinese e vincitore nel 1833 del pensionato romano) nel 1843, come testimoniano due mandati di pagamento (cfr. ASTO, Archivio Duca di Genova, Azienda Maria Cristina, Conti amministrativi, 1843: mandato n. 36 del 4 marzo 1843: £. 300 a "Capisani Angelo Pittore Importo di due ritratti a olio rappresentanti le LL. EE. Il Cav. Cesare di Saluzzo, ed il Cavaliere Cacherano d'Osasco colle insegne dell'Ordine Superiore della SS. Annunziata statigli commissionati d'ordine di S.M. la Regina comunicato da S.E. il Conte di Colobiano, ed eseguiti sotto il collaudo del Professore Palmieri che ne ha fissato il prezzo"/ mandato n. 173 del 1 luglio 1843. £. 300 a " Capisani Angelo Pittore per l'ammontare di due Ritratti rappresentanti Due Cavalieri della SS. Annunziata"). Il personaggio ritratto è Cesare di Saluzzo (Torino 14 luglio 1778 - Monesiglio 6 ottobre 1853), figlio del conte Angelo fondatore dell'Accademia delle Scienze di Torino. Compiuti gli studi giuridici, divenne membro dell'Accademia e riordinò l'accademia militare, che diresse per molti anni. Tra gli incarichi e le onoreficenze attribuitegli si ricordano: nel 1830 la nomina a precettore dei figli di Carlo Alberto, nel 1831 a cavaliere dell'Ordine civile di Savoia, nel 1835 a Gran Mastro d'artiglieria, nel '37 a presidente della Deputazione di Storia patria e nel 1840 a Cavaliere dell'Ordine Supremo della SS. Annunziata (da parte di Carlo Alberto il 24 marzo 1840). Capisani dipinse per la regina Maria Cristina anche il ritratto di Sallier De la Tour, altri della serie e la grande tela per la galleria delle arti rappresentante "Amedeo VI di Savoja che presenta al Papa Urbano V il Patriarca di Costantinopoli", pagata nel 1845. Partecipò alle esposizioni della Società Promotrice delle belle arti di Torino dal 1843 al 1862 presentando 20 opere (prevalentemente ritratti e soggetti di genere), con un'interruzione di otto anni tra il 1850 e il 1858 forse dovuta ad un viaggio di studio (cfr. Eraldo Bellini, "Pittori piemontesi dell'Ottocento e del primo Novecento", Torino 1998, p. 88). Nel 1845 fu registrato nel catalogo con la qualifica di "pittore di storia" e residenza a Torino, in Borgo Nuovo; nel 1850 espose vari dipinti alle mostre dell'Industria Nazionale e Belle Arti al Valentino (Piergiorgio Dragone, "Pittori dell'Ottocento in Piemonte. Arte e cultura figurativa 1830-1865", Torino 2001, p. 320). |