notizie storico-critiche | Felice Monaco, dottore in medicina fu, oltre che sindaco di Vercelli, Presidente del Collegio delle Orfane di nomina Regia dal 1858 al 1875 (Vercelli, Archivio del Collegio delle Orfane, Ordianti dal 1856 al 1858, al 8 giugno 1858; cfr. anche i libri degli Ordinati successivi). Egli morì il 23 novembre 1876 lasciando, con testamento olografo del 10 maggio 1874 depositato presso il Notaio Demetrio Ara di Vercelli con atto del 27 novembre 1876, il Collegio erede di una rendita complessiva di lire 1500 annue, con obbligo di consegnare una dote di 300 lire al matrimonio e di 200 lire all'uscita dalricovero di ogni orfana (Vercelli, Archivio del Collegio delle Orfane, Casella 5, fasc. 4). Lo stesso giorno della morte l'amministazione del collegio decise "di far dipingere un ritratto ad olio del defunto da collocarsi nella sala acacnto ai benemeriti di questo collegio", ancora consseravto (Vercelli, Archivio del Collegio delle Orfane,Ordianti dal 1876 al 1881, al 23 novembre e 16 dicembre 1876). Il rilievo fu donato al Collegio dallo scultore e la composizione dell'epigrafe fu affidata al Canonico Mora, Vice presidente del Collegio e Arcidiacono della Diocesi di Vercelli (Vercelli, Archivio del Collegio delle Orfane, Ordianti dal 1887 al 1891, al 1 maggio 1889). Lo stesso Mora fu autore del pubblico necrologio, pubblicato a stampa (C. T. MORA, Nei Solenni Funerali Decretati dal Municipio in onore del Commendatore Felice Monaco nella basilica di S. Andrea in Vercelli. Estremo saluto dell'Amico C. Tommaso Mora, Vercelli 1877). Ercole Violla, primo maestro di Luigi Sereno, di Franceasco Porzio e del pittore Ambrogio Alciati, si trasferì da Milano a Vercelli in tenera età, stabilendovisi fino alla morte. Qui fu nominato Insegnante della scuola di Plastica dell'Istituto di Belle Arti il 30 dicembre 1868 (Le scuole dell'Istituto di Belle Arti di Vercelli nel decennio 1870-1880. Notizie Statistiche, Vercelli s.d., pp. VIII-IX), ed ebbe un ruolo di primo piano nelle commitetnze borghesi pubbliche e private della prosperosa città del riso nella seconda metà del XIX secolo. Oltre al monumento pubblico a Cavour nella piazza omonima (1864), realizzato in collaborazione con G. Argenti (D. ROCCIA, Lo scoprimento notturno del monumento a Camillo Cavour, in "Vercelli'800. Estratti dal Giornale "La Sesia", Vercelli 1960, pp. 5-12), al monumento a Vittorio Emanuele II in p.zza Pajetta su bozzetto del Risa (1891), al monumento a Giovanni Gersenio (1884) in Duomo e a quattro delle 12 statue di Apostoli della facciata, fu dedito soprattutto alla ritrattistica, sempre improntato ad un conformistico realismo borghese. Un gran numero di opere di Villa sono conservate nel Cimitero di Biliemme (G. ROSSO, Biliemme monumentale. Il cimitero "vecchio", Vercelli 1979, p. 8; G. DE AGOSTINI, Monumento PASTA alò Campo Santo di Vercelli, Vercelli 1869), al Museo Sereno (C. SERENO, Festa della fondazione per l'Ente Morale del "Museo d'Arte Luigi Sereno, Vercelli 1969, pp. 39, 44) e presso il municipio, ove sono 5 suoi busti di benefattori eseguiti fra il 1878 ed il 1892, dei quali l'ultimo realizzato da G. Vogliazzi. Il monumento in esame, essendo stato donato dal Villa, attesta un legame tra lo scultore e l'importantem personaggio pubblico vercellese; legame importante per comprendere il ruolo rivestito dall'artista nelle commissioni "ufficiali". |